VIVIANA PIERDOMINICI E IL LINGUAGGIO SEGRETO DELLA DANZA

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viviana pierdominici

É LA NUOVA RAPPRESENTANTE NAZIONALE DELLA FUSION BELLY DANCE

La ballerina e insegnante ladispolana di danza orientale, Viviana Pierdominici, è stata nominata Rappresentante Nazionale di Fusion Belly Dance. Le abbiamo chiesto di portarci nel suo mondo e di raccontarci cosa significa essere una ballerina, un’insegnante e ora anche la Rappresentante Internazionale di Fusion Belly Dance.

Ciao Viviana, grazie per aver accettato di fare questa intervista. Prendendo spunto da un contenuto che hai condiviso recentemente sui tuoi social, chi sei e perché balli?
Grazie a voi per questa intervista e l’interesse che avete dimostrato nei miei confronti. Sono una danzatrice e insegnante di danza orientale Fusion Belly Dance, comunemente chiamata danza del ventre. Mi sono avvicinata a questa danza quando avevo sedici anni, ora ne ho trentadue quindi sono cresciuta dentro questa danza che mi ha fatto maturare come donna. Credo che il perché di certe passioni lo si capisca più a fondo nel corso degli anni e ora posso dire che la danza da un lato mi permette di lasciarmi andare e dall’altro mi è servita e serve per conoscermi appieno, perché non si finisce mai di scoprire se stessi, si può fare sempre un passo avanti. Attraverso la danza ci si disegna e cancella in continuazione e questo è uno degli aspetti più belli della danza.

Raqs Nouveau

L’ultimo riconoscimento prestigioso è stata la nomina come Rappresentante Nazionale della Fusion Belly Dance, come ti senti e cosa significa per te?
Questo riconoscimento è senz’altro una bellissima tappa del mio percorso. Non è un punto di arrivo ma un punto di partenza. Rappresenta una responsabilità ma soprattutto uno stimolo nuovo per fare sempre meglio e sognare ancora più in grande per la mia carriera e per la danza che vado a rappresentare. Rappresentare la Fusion Belly Dance mi rende molto fiera e non vado a rappresentare solo la danza ma a che me stessa e i valori in cui credo. Mi sento grata ed emozionata.

Grazie a questa nomina entri a far parte della Commissione Internazionale delle danze orientali a pieno titolo, quali saranno i tuoi compiti?
Insieme alle mie colleghe il grande obiettivo sarà divulgare la conoscenza e l’amore per queste danze che troppo spesso non trovano lo spazio che meritano, e anzi, spesso soffrono l’ignoranza nel senso stretto del termine e quindi anche i pregiudizi. Organizzeremo dunque seminari, spettacoli, competizioni, workshop, lezioni accessibili a chiunque voglia approcciare per la prima volta a queste forme d’arte. Lo faremo in location romane davvero prestigiose, accoglienti e scenografiche. Il progetto è molto ambizioso e raccoglie molti tipi di danze.

Ti va di raccontarci il tuo percorso nella danza? Da dove sei partita e dove sei ora?
Il mio percorso nella danza è iniziato quando ero molto molto piccola con la danza classica. Ho frequentato la Profession Dance, che è la scuola dove ora insegno, dai 6 agli 11 anni. A 16 anni sono tornata per studiare la Danza Orientale un po’ per gioco, senza conoscere tutte le sfumature di questa danza. Sono entrata in sala con l’idea che questa danza potesse darmi qualcosa e ho scoperto cosa solo con il passare degli anni. Ho studiato per 5 anni con Martina Azadi, una maestra che purtroppo ci ha lasciato ma vive ogni giorno dentro di me e motiva molte delle mie scelte personali e professionali. Grazie a lei, iniziando a farle da assistente, ho scoperto l’amore per l’insegnamento e ho conosciuto il mondo della Fusion Belly Dance. Nel 2010 grazie a lei ho incontrato Valenteena Ianni, con cui ho iniziato a studiare e di cui sono diventata parte della compagnia e in seguito assistente. Con Valenteena ho fatto tante esperienze in Italia e all’estero. Dal 2006 non ho mai smesso di studiare e ho incontrato tantissime altre insegnanti, oltre alle due che ho menzionato, che mi hanno lasciato un segno come Perla Elias Nemer con cui ho fatto dei percorsi sul folklore egiziano e sullo stile classico della danza orientale. Ho studiato con oltre 50 maestri e ci vorrebbero ore per raccontare la loro eredità nella mia danza. Con la Armonica Dance Company abbiamo partecipato a numerosi spettacoli e festival, abbiamo viaggiato fino agli Stati Uniti per danzare e studiare, poi in Slovenia e in Svizzera. Ho preso il diploma da maestra di ballo in danze orientali e da qualche anno sono diventata anche giudice di gara, un’altra frontiera del mio lavoro che è molto stimolante. Ho fondato un gruppo di danzatrici che si chiama Raqs Nouveau. “Raqs” significa “danza” in arabo e “nouveau” è invece una parola francese che ho scelto per richiamare l’Art Nouveau che è una corrente artistica che da sempre sento molto vicina e tra l’altro nel 2017 mi sono anche laureata in Scienze dei Beni Culturali con indirizzo storico-artistico. Al momento insegno tra Roma e Ladispoli e tengo anche dei corsi online che sono una delle poche eredità buone della pandemia. Sto anche lavorando ad uno spettacolo che spero di portare in scena il prima possibile.

La danza orientale è una disciplina elegante e anche molto complessa, è rivolta a tutti o sono necessarie determinate caratteristiche?
È vero, la danza orientale è innanzitutto eleganza e la sua complessità è mascherata da movimenti che solo in apparenza possono sembrare facili. Chi fa la prima lezione esce dalla sala e realizza quanto sia complessa, ma i risultati con il tempo e l’impegno arrivano per tutti. È rivolta a tutti perché esistono moltissimi livelli a cui poterla praticare, opportunità che spesso mancano nelle altre danze. Nella danza orientale c’è spazio per tutte le fasce d’età e per ogni genere di fisicità in quanto la tecnica richiede molto allenamento ma i movimenti, che siano morbidi o accentati, non richiedono grandi aperture. Sicuramente coordinazione, controllo del proprio corpo e musicalità possono essere degli ottimi requisiti di partenza.

Praticare questa disciplina ti ha permesso di conoscere nel profondo la cultura orientale ma anche di viaggiare…
La bellezza di questa danza è anche questo: non soffermarsi solo sul movimento ma andare ad indagare anche le origini, i contesti culturali e le intenzioni dei movimenti stessi. Oltre al viaggiare fisicamente, attraverso i festival, si riesce a stare in un solo luogo, a viaggiare mentalmente e confrontarsi con realtà distanti dalla nostra. Ciò ci permette di apprezzare ciò che abbiamo, ma anche di sviluppare una visione più inclusiva e di capire e superare i nostri limiti.

Qualche anno fa i tuoi video sono diventati virali. La popolarità ti ha portato degli effetti positivi? Pensi che abbia avvicinato più persone a questo meraviglioso mondo?
Nel 2020 durante la pandemia uno dei miei video è esploso ed è stato visualizzato da oltre 60 milioni di persone. È stato un numero incredibile, una bella opportunità per far conoscere il mio lato professionale e artistico a chi si era avvicinato forse per il mio lato comico visto che il video rappresenta un puro momento di svago. Ho avuto molto feedback dopo e mi ha stimolato a creare anche altri video e dei tutorial per spiegare dei movimenti.

Quali sono gli effetti benefici della danza?
La danza in generale fa bene a molti aspetti della vita di una persona. Fa infatti leva sul senso di appartenenza ad un gruppo, sulla volontà di migliorarsi, sull’amore per sé stessi e sull’importanza del supporto reciproco. Ovviamente fa bene al corpo che diventa più tonico e armonioso, ma anche alla mente che viene stimolata e allo stesso tempo liberata dai pensieri della vita quotidiana. Quando entriamo in sala la regola è lasciare i pensieri fuori dalla porta e concentrarsi solo sul nostro momento di crescita. Nello specifico invece per la danza orientale, al contrario di quanto si crede, non vengono sviluppati solo i muscoli del ventre ma vengono sollecitati tutti i muscoli del nostro corpo. Dalla testa alle gambe che sono le principali responsabili del movimento del bacino. Senza l’articolazione delle ginocchia e l’estensione e flessione delle gambe non avremmo moltissimi dei nostri movimenti del bacino.

Ti saresti mai aspettata di raggiungere risultati eccellenti come questi?
Sono davvero fiera del mio percorso e dei risultati che sono arrivati. Non mi aspettavo che diventasse un lavoro. Quando ho capito che stava diventando un lavoro ho dedicato tutta me stessa a questa disciplina e ho dedicato tutta me stessa alla danza, elemento che fa parte della mia personalità. Non aspetto in generale i riconoscimenti perché penso che il risultato più importante da raccogliere ogni giorno sia sentire che ci si può sempre migliorare e che siamo nel mezzo di un cammino.

Quali sono i prossimi obiettivi?
Il mio prossimo obiettivo è di comporre e portare in scena uno spettacolo, che possa attirare nuovi fan della danza orientale. Sto mettendo in campo delle idee e creando coreografie che possano stupire e coinvolgere uno spettatore che non conosce la danza orientale. Mi piacerebbe riuscire a mostrare tutte le sfumature e i colori di queste danze, che sono tante e quindi permettono di mettere in scena una grande varietà. La Danza Orientale e la Fusion Belly Dance sono arti e in quanto tali vanno trattate, vissute e accolte ma anche promosse nel mondo dello spettacolo.