INTERVISTA A GIULIA FIUME

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giulia fiume
immagine giulia fiume

Catanese di nascita, romana d’adozione, l’eclettica interprete della serie televisiva “Le indagini di Lolita Lobosco” si alterna tra palcoscenico e macchina da presa all’insegna del motto il lavoro genera lavoro!

di Mara Fux

Hai iniziato il 2024 al Teatro Argentina con “Gente di facili costumi” diretta da Luca Manfredi, con tre balzi sei passata al Vittoria per “Love’s kamikaze” diretta da Claudio Boccaccini e ora, con somma nonchalance, passi le notti girando il nuovo film di Giampaolo Morelli. Partiamo da qui: di che film si tratta?
Una commedia divertentissima, s’intitola “Amore e altre seghe mentali” un impegno fortissimo sia perché, come hai ben sottolineato, sono previste parecchie settimane di riprese notturne cosa che chiaramente destabilizza qualsiasi quotidianità, sia perché è un ruolo di rilievo, sono la moglie di uno dei tre protagonisti quindi devo studiare parecchio.

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Tuttavia il tuo cv annovera molti ruoli… si, ma sempre legati a poche scene e l’unico ricordato è la rap dancer russa Dragonira di “Confusi e felici” di Massimiliano Bruno, ruolo nato da una pura casualità. In che senso?
Nel senso che con quel film io non c’entravo niente; in realtà, per fare esperienza, avevo chiesto a Max di fargli da assistente alla regia e lui me lo aveva concesso così, quando durante una lettura del copione mi sono messa a pronunciare le frasi giocando sulla lingua, l’idea è piaciuta e mi ha eletta a nuovo personaggio.

Con il film di Morelli invece com’è andata?
Anche qui in modo inaspettato: il suo assistente mi ha vista in “Gente” all’Argentina e gli ha suggerito di farmi fare un provino per un ruolo ancora vagante.

Morelli è anche lui attore; com’è come regista?
Molto bravo, probabilmente proprio perché è anche attore. È attento a tutto, sempre super impegnato, si accerta di ogni dettaglio e si premura che tutti sul set stiano bene, verificandolo durante le prove.

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Prima di girare fate le prove?
Si, il che non è sempre scontato. Nelle lunghe serialità generalmente non si fanno perché si debbono girare tante scene ogni giorno: ne macini come non ci fosse un domani e non c’è materialmente il tempo di fare prove, devi studiar la parte bene da sola o con chi la devi fare.

Nei film c’è più tempo?
Su un set da film le condizioni sono diverse, il tempo è più dilatato, si studia più in profondità il carattere del personaggio. Ricordo che in “Don Matteo” si girava di continuo, dovevi sempre essere pronta con la memoria e all’ “ok” scattare per la scena successiva.

Ti è mai capitato che al tuo dire a qualcuno che facevi l’attrice, ti rispondesse: fico ma di mestiere che fai?
Sinceramente mai anche perché il mio giro d’amici e frequentazioni è legato a persone che lavorano nel mio stesso ambito; tuttavia quello cui alludi è stato un luogo comune delle generazioni precedenti che vedevano nella recitazione non una professione ma un impegno culturale o sociale. Oggi dire che fai l’attrice suscita semmai curiosità.

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Che rapporto hai coi tuoi fans?
Ho un piccolo seguito che chiaramente i social hanno incrementato; qualcuno da fan è poi diventato amico ed alcuni sono stati coinvolti in attività artistiche collaterali perché praticavano professioni che lo consentivano.

Sei una bella donna: mai capitate situazioni sconvenienti?
I social permettono la creazione di profili ingannevoli, devi intuire tu dall’approccio o da quello che vedi e leggi, chi vi sta dietro. Se qualcosa non torna, lo blocchi.

Le fiction che hai interpretato e che interpreti contribuiscono alla tua popolarità?
Immagino di si anche se non ne ho fatte quante avrei voluto. I personaggi sono stati tanti ma il primo vero ruolo è stato Laura Riccio in “Sotto copertura 2” per la regia di Giulio Manfredonia che mi ha insegnato tantissimo, mi ha aiutato nella costruzione del personaggio proprio come Antonio Gerardi, il collega con cui facevo coppia, che mi dava continue dritte. Sono stata davvero fortunata ad entrare in un simile gruppo di lavoro.

GIULIA FIUME

E di “Lolita Lobosco” che ci dici?
Far parte de “Le indagini di Lolita Lobosco”, è stato uno step altrettanto importante nella mia carriera, oltre che per il divertente ruolo assegnatomi – quello di Carmela, sorella di Lolita- per aver potuto lavorare con Luca Miniero e Renato De Maria, registi che hanno saputo creare un rapporto molto collaborativo con gli attori dando idee e accogliendo proposte o suggerimenti. Un’esperienza bellissima che mi piange il cuore a saper conclusa.

Hai in previsione appuntamenti importanti anche in teatro?
Prima della ripresa autunnale di “Gente di facili costumi” sarò Pirgopolinice nel “Miles gloriosus” di Plauto in cartellone a Siracusa a giugno, una versione interamente al femminile diretta da Leo Muscato, appuntamento cui non vedo l’ora di attendere perché si tratta di uno dei festival più belli e importanti al mondo fiore all’occhiello della mia Sicilia.