“La gioia di cantare il mio amico Lucio Dalla”

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Protagonista di un acclamato tour che ha toccato anche il nostro territorio, Ron ci racconta come da oltre 40 anni si emoziona nel salire sul palco  Ha spopolato in questa stagione estiva con il suo tour dedicato al grande amico Lucio Dalla. Abbiamo avuto la fortuna di averlo anche nel nostro territorio, in uno splendido concerto a Bracciano dove ha mandato la folla in delirio. Ron, pseudonimo di Rosalino Cellamare, è uno di quegli artisti che ha scritto la storia della musica italiana degli ultimi 40 anni. Ma in modo discreto, mai sopra le righe, sempre pronto a regalare brani che hanno accompagnato più generazioni. La sua ascesa ebbe inizio alla fine degli anni sessanta quando partecipò a vari concorsi canori ed in occasione della quarta edizione della Fiera della Canzone Italiana di Milano, in cui cantò la canzone “24 mila baci di Adriano Celentano”, fu notato da un talent scout della RCA Italiana e firmò poco dopo il contratto. Ron è un cantante dal curriculum eccellente, vanta molte partecipazioni al Festival di Sanremo, lo scorso febbraio è arrivato al quarto posto, ottenendo il plauso della critica. Lo abbiamo intervistato per conoscere come sta vivendo il suo tour sulle piazze d’Italia dove canta le canzoni di Lucio Dalla e rende omaggio all’indimenticabile artista.

Lucio Dalla è stato uno dei più talentuosi autori della musica italiana, nonchè suo grande amico. Quanto è grande la responsabilità di salire sul palco per omaggiarlo con i suoi più noti successi?

“Cantare e parlare di Lucio per me è bellissimo. Abbiamo avuto un’amicizia lunghissima, nata sin dagli anni settanta. E’ un omaggio e un ricordo ad una grande persona. Non sento la responsabilità del confronto perché sul palcoscenico non devo fare meglio di lui. Lucio è inimitabile, unico. Sono sereno, vivo questa esperienza con gioia e coinvolgimento”.

 

Con il brano Almeno pensami di Lucio Dalla è stato uno dei protagonisti dell’ultimo Festival di Sanremo, vincendo il Premio della Critica ed arrivando nei primi quattro. Cosa le ha lasciato quella esperienza sia come artista che umanamente?

“A Sanremo non è mai facile. Soprattutto se ti presenti per cantare un brano di Lucio Dalla. E’ stata un’esperienza commovente e bellissima, sia umanamente che artisticamente. Ho cercato di lanciare un bel segnale, credo che i riconoscimenti ed i giudizi arrivati sul brano siano stati il premio più bello. Lucio Dalla era con me sul palco dell’Ariston, è come se avessimo cantato insieme”.

Lei canta da tantissimi anni ed è uno dei punti di riferimento della musica italiana. Come è cambiato questo mondo artistico nel corso dei decenni? In meglio o in peggio?

“E’ cambiato profondamente l’approccio alla musica rispetto a qualche anno fa. In passato c’era più liberta creativa, un artista poteva esprimersi senza i condizionamenti del mercato discografico.

Ora se un brano non è radiofonico al punto giusto viene accantonato. Oggi come cantante sei imprigionato, è un fatto negativo, l’artista deve lavorare su canzoni in modo nervoso e difficile. Ovviamente ci sono brani degni di nota anche ai giorni nostri”.

Dopo una carriera lunga e costellata di successi, si emoziona ancora a salire sul palcoscenico davanti al pubblico?

E’ emozionante sempre esibirsi davanti al pubblico. Il palco mi fa sentire libero, le vibrazioni arrivano con la musica ed il pubblico che partecipa. Sono momenti da vivere fino in fondo quando inizi un tour”.

Progetti futuri?

“L’idea è sempre quella di andare avanti, di realizzare un disco nuovo, sento la necessità di scrivere canzoni. Forse ne pubblicherò una alla volta, un album spesso non riesce ad arrivare come messaggio al pubblico”.