Gherardo Colombo: “Il nostro modo di pensare è più vecchio delle nostre regole”

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Ex magistrato di Mani pulite ed altre inchieste scottanti, Gherardo Colombo visita le scuole italiane per diffondere il suo messaggio di legalità e rispetto della legge
 di Giovanni Zucconi

Che cosa sono la Legalità e la Giustizia? Che cosa sono le regole? Domande apparentemente semplici. Ma se proverete a rispondere, vi accorgerete che non è proprio così. Sono solo alcune delle domande che l’ex magistrato Gherardo Colombo ha fatto agli studenti e ai professori dell’Istituto Enrico Mattei di Cerveteri. L’incontro, organizzato dal vicepresidente del consiglio comunale, Federica Battafarano, e dall’Auser di Civitavecchia, è avvenuto alla presenza del comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Ladispoli, Antonino Spanó, e del sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci. Erano presenti anche molti comuni cittadini. La “lezione” del magistrato di Mani Pulite, è stata una di quelle esperienze che ti segnano, perché ti evidenziano come la nostra partecipazione civile, come cittadini della Repubblica italiana, è caratterizzata da imbarazzanti lacune sulla forma e sulla sostanza delle regole che determinano i nostri diritti e i nostri doveri. Dopo qualche minuto che la lezione di Gherardo Colombo era già iniziata, di fronte alle difficoltà a interagire degli allievi presenti, il mio primo istinto è stato quello di scrivere: “… ma sono proprio impreparati questi studenti!”. Ma poi, riflettendo, mi sono chiesto: ma io sono preparato? Sono dovuto andare su Wikipedia per ricordarmi il terzo, fondamentale, articolo della Costituzione Italiana: quello che ci garantisce pari dignità e uguaglianza di fronte alla legge. Sono stato quindi assalito da un dubbio, che lascio alle vostre considerazioni: non è che l’illegalità così diffusa in Italia è anche figlia della nostra ignoranza sulle regole del gioco democratico? Ci sarebbe poi da discutere se siamo solo ignoranti, o se ci fa anche comodo esserlo, per non turbare troppo la nostra coscienza di cittadini non sempre modello. Ma sarebbe un discorso troppo lungo, che non è qui il caso di fare. Passiamo quindi la parola a Gherardo Colombo, che ci ha onorato rispondendo, prima e dopo la sua lezione, a delle domande per le quali abbiamo preso ispirazione anche dagli interessanti scambi avvenuti tra l’ex magistrato e gli studenti del Mattei.

Dott. Colombo, tra poco si confronterà con i ragazzi sul significato di Legalità e soprattutto di Regole. Non pensa che sia curioso che si debba spiegare a degli studenti che cosa significhi una regola?

“E’ necessario spiegarlo perché adesso le regole non sono più in sintonia con la “cultura” dominante, come lo erano prima della scrittura della nostra Costituzione. Una volta la cultura prevalente era fortemente discriminante, Per esempio, il marito comandava in casa e la moglie obbediva, ma non c’era contraddizione con le regole correnti, perché queste prevedevano proprio l’esistenza di una discriminazione tra uomo e donna. Adesso le regole sono cambiate e la Costituzione impone che non ci sia più una differenza tra due persone di diverso genere. Impone l’uguaglianza e le pari opportunità. Ma è veramente così? Questa uguaglianza e questa pari opportunità è purtroppo solo sulla carta. Noi siamo ancora molto indietro per quanto riguarda la discriminazione di genere.”

Mi può fare un esempio?

“Prenda in considerazione le cariche più importanti delle Stato: Presidente della Repubblica, Presidente del Senato e della Camera, e Presidente del Consiglio. Dalla fondazione della Repubblica ci saranno state una settantina di persone con queste cariche. Si ricorda quante di queste sono state donne? Solo tre. Tre su settanta. Cosa vuole dire questo? Che le donne e gli uomini in Italia sono sullo stesso piano? Evidentemente no.”

La scuola non potrebbe aiutarci a superare queste contraddizioni, tra le regole così avanzate della nostra Costituzione e la nostra cultura che non riesce ad allinearsi?

“Purtroppo oggi la scuola, anche se sono stati fatti passi enormi, è ancora più vicina all’era precostituzionale, che alla nostra Costituzione. Nella scuola, e non solo nella scuola, nonostante quello che c’è scritto nella Costituzione, si continua a pensare e a ragionare come 70 anni fa. E’ anche per questo che le regole non vengono rispettate, perché non sono coerenti e in sintonia con il pensiero corrente. Il nostro modo di pensare è più vecchio delle nostre regole.”

Non pensa che anche il numero eccessivo delle leggi italiane contribuisca a rendere difficile il rispetto delle regole?

“E’ vero, ci sono troppe leggi. E questo crea una pesante burocrazia, che diventa spesso ostacolo alla liberta dei singoli cittadini, che quindi tendono ad aggirare le norme. Ma sa perché si fanno troppe leggi? Perché manca la fiducia, e tutte le volte in cui non ci si fida si stabilisce una nuova regola”

Un ultima domanda. Quale è il livello dei ragazzi che ha incontrato oggi a Cerveteri?

“Faccio un po’ di difficoltà a risponderle, perché con il microfono rotto non ho potuto interagire molto con loro. Ma ho visto che i ragazzi che sono riuscito a sentire hanno dimostrato una buona capacità di elaborazione.”