Anziani più fragili a Ladispoli e Cerveteri

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Parola di ASL: a Ladispoli e Cerveteri quasi 1500 persone vivono in condizioni sociali, economiche e sanitarie precarie. Molti di loro anziani.

Nella nostra, si fa per dire, “ridente cittadina” in un incontro pubblico, tenutosi il 16 gennaio scorso in biblioteca e riguardante il Distretto socio/sanitario che comprende Cerveteri e Ladispoli, il Direttore della ASL, Dott.ssa Cristina Matranga certifica, tramite un accurato studio epidemiologico che tra Ladispoli e Cerveteri, ci sono quasi 1500 persone (con esattezza 1494) che risultano affette da alta complessità clinica (affette da più di una patologia, a volte grave, con assunzione di tanti farmaci al giorno per controllarne gli esiti).

A questa fascia di popolazione appartengono molti anziani che vivono in condizioni sociali ed economiche precarie, con alto grado di deprivazione. Ma Purtroppo questa popolazione è destinata ad aumentare, poichè un altro significativo numero di persone (oltre 5000) può nel tempo scivolare nel primo gruppo.

Condizioni socio/economiche e salute si influenzano a vicenda. Attenzione particolare va data alla percentuale delle persone con patologie croniche e vulnerabilità socio-economica: a Ladispoli la percentuale è quasi il doppio della media regionale.

La ASL, tramite le sue banche dati, ha estrapolato numeri esatti. Si tratta quindi di dati importanti e per alcuni versi allarmanti. La Dott.ssa Matranga si è posta la domanda di cosa fare, come raggiungere questa popolazione e ha chiesto collaborazione ai Comuni. I politici presenti (Sindaco di Cerveteri Elena Gubetti e delegato politiche sociali di Ladispoli, Fiovo Bitti) hanno assicurato collaborazione, ma come? Anche I volontari del terzo settore presenti e gli operatori hanno chiesto come ed hanno segnalato servizi che vanno assolutamente potenziati: soprattutto i servizi per la cura delle demenze e dell’Alzheimer, per la disabilità adulta e per le famiglie (sempre più fragili) con figli minori.

Le organizzazioni sindacali dei pensionati hanno sottolineato l’urgenza di stabilire fra comuni ed ASL un rapporto ufficiale tramite convenzione o protocollo d’intesa prevista dalla normativa ma ancora assente. Gli anziani più fragili hanno bisogno di una presa in carico complessiva (sociale e sanitaria) e di risposte integrate. Noi, sindacati dei pensionati (Spi/cgil e Uilp) chiediamo un piano di interventi ad hoc, sia sanitario che sociale e siamo pronti a collaborare, perché l’evoluzione anagrafica della popolazione, con l’aumento dei plurisessantenni ma anche delle persone non autosufficienti, è un segnale molto serio ed è bene non mettere la testa sotto la sabbia.

Ci aspettiamo a breve un confronto costruttivo in cui illustrare le nostre proposte.

Spi/Cgil e Uilp