COME SCOPRIRE LA MALATTIA DI ALZHEIMER

0
781
ALZHEIMER

Per demenza (dal latino de fuori di; mens, mente) si intende una forte diminuzione o completa perdita delle funzioni intellettive che può, talvolta, arrivare ad una perversione degli istinti.

tiroide
Dottor Professor
Aldo Ercoli

La diagnosi precoce delle demenze lentamente progressive non è facile perché il paziente presenta un atteggiamento normale, dignitoso, equilibrato. Né lui, e sovente nemmeno i suoi familiari, sono in grado di determinare un deterioramento cognitivo. La demenza di Alzheimer (1906) è una malattia primaria degenerativa dell’encefalo. E’ lei la forma morbosa più frequente che va distinta da demenza in altre malattie neurodegenerative anche secondarie. Fa il suo esordio soprattutto in età senile (oltre i 65 anni) ma può manifestarsi in epoca precedente. Le forme che insorgono prima dei 50 – 60 anni sono assai rare, quasi tutte su base genetica. La patologia cerebrale colpisce circa il 5% di tutti i soggetti con oltre i 70 anni per arrivare al 20% negli ultraottantenni. Le alterazioni istopatologiche cerebrali, classicamente presenti, sono costituite da . (Cecil – compendio di Medicina Interna. Vol 2. 1997).

Quali sono i sintomi dell’Alzhaimer? Clinicamente, trattandosi di una demenza progressiva, l’esordio è subdolo con soprattutto perdita della memoria recente (è distratto, non ci fa caso). Solo successivamente si manifestano difficoltà di concentrazione, scarsa capacità di giudizio, afasia (non riesce ad esprimere con parole le proprie idee), aprassia (non comprende bene l’uso di oggetti abituali), anche alessia (perdita dell’uso normale della parola). Fondamentale sono l’anamnesi, l’interrogatorio, la semeiotica e l’esame obiettivo. Vi sono tutta una serie di sintomi e segni che possono variare da paziente a paziente. Sempre presente però è la “debolezza” di memoria. Si riscontrano sovente modeste alterazioni della personalità (è l’età), del suo abituale stile di vita (cambiamento del ritmo sonno – veglia, insonnia oppure necessità di dormire di più). Diverse le sensazioni e percezioni che avverte il paziente, difficoltà nel risolvere problemi quotidiani; nel fare calcoli; nel riconoscere le cose attraverso i sensi; nel dare un nome agli oggetti. Il paziente ha difficoltà nel leggere o nello scrivere, avverte un certo disorientamento temporo – spaziale (che ore sono? dove mi trovo?), ripete poi di continuo delle espressioni ma è incapace di ripetere una frase che gli viene suggerita dal medico che lo esamina. Sintomi e segnali sfumati o più evidenti, a volte contradditori, spesso sottostimati o volutamente tenuti nascosti dal malato. No, non è facile diagnosticare l’Alzheimer incipiente, agli esordi.

Tra i problemi motori si registra una difficoltà nel vestirsi da solo con movimenti sbagliati; non riesce ad imitare le posizioni delle mani che gli mostra l’esaminatore. Solo nelle fasi più avanzate vi sono cambiamenti sconcertanti della personalità con grave confusione mentale, incapacità a prendersi cura di se stessi, abulia, tendenza ad isolarsi. Non riesce più a mantenere un lavoro, a prendere decisioni, inappetenza, stato depressivo (si rende conto che non è più la stessa persona). Nelle fasi precoci della malattia la raccolta dei dati anamnestici si fa solo ascoltando. Poi è necessario un vero e proprio interrogatorio riguardo ad suo orientamento temporo spaziale, nella descrizione degli oggetti (che cos’è questo?), nel fare i calcoli (7×3 quanto fa?), nel farsi ripete una frase suggeritagli, nello scrivere brevi parole che gli vengono dettate, nel disegnare figure geometriche (un triangolo, un quadrato, un rombo), nell’eseguire un comando in tre fasi (prenda questa penna dal tavolo, scriva il suo nome sul foglio di carta, rimetta la penna dove era prima).

Saper individuare i sintomi e segni del malato di Alzheimer? Occorre conoscere la materia e non avere fretta. Ascoltare (lui ed i suoi familiari o vicini), osservare i suoi gesti abituali, poi interrogarlo con cognizione di causa. La vera medicina è un arte. Quali analisi richiedere? La valutazione diagnostica iniziale dovrebbe comprendere gli esami ematochimici di routine (emocromo; glicemia; azotemia; creatinina; got; gpt; quadro proteico elettroforetico; ves; elettroliti; dosaggio della vitamina B12 e dell’acido folico; VDRL; indici di funzionalità tiroidea quali FT3,FT4,TSH). Talora anche l’HIV. Se vi sono forti dubbi diagnostici occorre ricorrere ad indagini strumentali che variano da caso a caso; TC o RMN dell’encefalo, elettroencefalogramma, tomoscintigrafia cerebrale Spect …

La diagnosi differenziale? Va fatta con quelle patologie con caratteristiche simili e più frequenti: demenza multi – infartuale (ipertensione arteriosa, dislipidemia, tabagismo); morbo di Parkinson (demenza nel 20 – 50% dei pazienti di età superiore ai 65 anni) stato avanzato della sclerosi multipla. La depressione nel paziente non affetto da Alzheimer non è accompagnata dalla perdita di memoria. E’ importante escludere cause più facilmente curabili. Un esame obiettivo semiologico può mostrarci tremore a riposo, bradicinesia (Parkinson); neuropatia (deficit di vit. B12); convulsioni precoci (neoplasie); alterazioni della deambulazione con incontinenza urinaria (idrocefalo normoteso); ipertermia con disturbi meningei (infezione cronica)