ECTOLIFE, L’UTERO DIGITALE CONTROLLATO DA UN’APP

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Ectolife

LIQUIDO AMNIOTICO ARTIFICIALE, CORDONE OMBELICALE DIGITALE, FETO GESTITO DA REMOTO CON INTELLIGENZA ARTIFICIALE: LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE PUNTA AL TECNO-UOMO.

di Maurizio Martucci

Si chiama Hashem Al-Ghaili, 32milioni di follower su Facebook con video da 17miliardi di visualizzazioni, è un videomaker e biotecnologo molecolare yemenita di 32 anni. Il suo ragionamento per un nuovo progetto, un po’ come quello di Elon Musk per installare un michochip nel cervello umano, per legittimarlo tende ad apparire bonario e filantropico, millantando un generoso aiuto inclusivo: “non riuscite ad avere un bambino? stanchi di aspettare una risposta da un’agenzia di adozione? preoccupati per le complicazioni della gravidanza?” Niente problemi, presto potrebbe arrivare EctoLife, la prima struttura al mondo per l’utero artificiale, digitalmente controllato.

Algoritmi che analizzano il miglior embrione da impiantare nell’utero artificiale, capsule di crescita trasparenti pervase da sensori e telecamere, liquido amniotico artificiale, cordone ombelicale digitale, visualizzazione in HD e Super App per monitorare la crescita sullo Smartphone, connessione wireless, feto gestito da remoto con Intelligenza artificiale e per i futuri genitori pure un visore ottico come nel Metaverso. “Sarà in grado di far crescere 30.000 bambini all’anno”, l’annuncio transumanista per gli allevamenti post-umani, trasmissione dati in tempo reale per il piccolo Tamagotchi. Tutto ancora sulla carta, certo, niente di operativo. Ma lo scopo? “Avviare una dibattito per un nuovo modello di genitorialità che Al-Ghaili crede sarà possibile entro anni e diffuso entro decenni”, né più né meno che l’apertura dell’ennesima finestra di Overton. Infondo, pure Jeff Bezos ha lanciato Amazon Fertility, centro per la fertilità al motto di “se puoi ordinare i tovaglioli di carta con un clic, non dovrebbe valere lo stesso per un bambino?”, visto che Google Play offre già Bebè + per monitorare crescita, sviluppo e prime tappe del neonato, a Verona c’è la tata-digitale e nell’Apple Store il riconoscimento facciale determina la somiglianza coi genitori. Solo che, senza se e senza ma, l’equazione bambino-oggetto, parto-merce è inaccettabile.

“La pratica della maternità surrogata è un crimine contro le donne e contro i figli, viola i diritti umani fondamentali favorendo la mercificazione del corpo femminile”, si legge nel libro Per l’abolizione della maternità surrogata (Ortica editrice) uscito pochi giorni prima l’annuncio di EctoLife, dove alla surroga è stato aggiunto il digitale. “Il corpo femminile con la sua capacità esclusiva di creare la vita umana viene espropriato e smembrato come materia prima per la produzione tecnologica di esseri umani”.

Insomma, partiti dall’inseminazione intrauterina, con la Quarta Rivoluzione Industriale vorrebbero arrivare all’artificializzazione della vita, abbattuta ogni barriera morale, demoliti già sesso e famiglia, perché dall’eugenetica all’industria genetica e all’ectogenesi fino al transumanesimo, i nuovi padroni universali puntano dritto all’uomo immortale, al tecno-uomo. Altro che collegamenti smart!