PREMIO LETTERARIO MARCO VANNINI: PER NON SCORDARE MAI!

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LE PAROLE DI MAMMA MARINA 

Quel che mi accingo a fare è un pezzo che mai avrei voluto scrivere, proprio come mai avrei voluto trovarmi a Ladispoli in un ventoso pomeriggio d’aprile dentro una sala teatrale intitolata ad un giovane, Marco Vannini, ucciso per scherzo, per crudeltà o per idiozia. E invece è così. Al di là di ogni mia opinione o sofferenza, sono costretta per coerenza di mestiere a fissare con occhi asettici gli occhi di due genitori cui è stato strappato il loro amore più grande. Della vicenda di Marco è stato detto tutto né io posso aggiungere altro, ma dei Vannini non si può tacere, “sono tanta roba”. Mi chiedo cosa sia la loro vita ora che Marco non c’è, ora che la risata che tutti abbiamo imparato ad amare non percorre più in bicicletta le strade di Cerveteri né la sua voce impera tra gli ombrelloni del lungomare estivo di Ladispoli. Mi chiedo come siano le loro cene, i loro pranzi domenicali, i loro natali; come i compleanni, le ricorrenze, gli anniversari. Io sono madre, il mio caporedattore è madre: sapremmo sopravvivere a un dolore così grande?

Eppure loro lo fanno, lo fanno da 7 anni, lo fanno da 2555 giorni, lo fanno con un coraggio che non si può invidiare, che non si può comprendere ma si può solo ammirare. “Sei stata una leonessa” le dico “non è sempre scontato che i famigliari trovino forza per battersi” Marina mi guarda e lo fa anche Marco dalla medaglietta sorridente che lei porta al collo e che fortemente mi emoziona.“Io prima non ero così” dice scostando dal volto alcune ciocche scompigliate dal vento “ero meno riflessiva, parlavo d’istinto, usavo le parole di getto mentre adesso sto attenta a gestire le emozioni, mi controllo di più ed è meglio, perché in fondo dici sempre quello che pensi ma facendoti capire di più senza tirar fuori un’energia che rischia di farti passare dalla parte del torto. Credo che se siamo arrivati al nostro risultato, sia stato anche perché ho imparato a gestire l’istinto. Pure adesso sono emozionatissima, anzi più di tanti degli eventi che son stati fatti per ricordare Marco.” Sorrido.

Ti fa più effetto essere ospite di un Premio Letterario intitolato a tuo figlio o che si svolga in un Teatro a lui dedicato? “Sai, appena si è diffusa la notizia della vicenda, c’è stata tanta attenzione verso Marco siamo stati sommersi di lettere, di messaggi, telefonate; mio figlio è diventato un po’ il figlio di tutti gli italiani per cui abbiamo ricevuto segnali di solidarietà da qualsiasi regione e persino da gruppi di italiani che vivevano all’estero. Si sono anche formati molti comitati che hanno dato il nome di mio figlio a giardini, parchi, manifestazioni, eventi e noi siamo stati presenti sempre perché Marco era un ragazzo stupendo ed è bene che questo venga ricordato. Era una persona bella che oggi non c’è più. Per questo accettiamo sempre quando ci chiedono di partecipare. Dietro a questo teatro però c’è una storia diversa: dopo qualche giorno dal fatto, qualcuno ha attaccato una fotografia di Marco e dei fiori su uno dei lampioni che illuminano la strada dove abitavano i Ciontoli, ma quando rientrando loro lo hanno visto, anziché tirar dritto, si sono fermati e l’hanno staccato. Naturalmente questa cosa non è passata inosservata e una delle persone che aveva assistito alla scena mi ha mandato un messaggio che sinceramente mi è parso talmente troppo, che il giorno dopo mi sono rivolta al comune chiedendo di far mettere una targa alla memoria di Marco in quello stesso punto in cui erano stati strappati foto e fiori. All’inizio hanno tentato di dissuadermi, perché sembrava brutto ricordarlo proprio lì, ma alla fine è stato fatto e la questione per me era finita. Qualche tempo dopo invece sono stata contattata da Alessandro Grando, sindaco di Ladispoli, che ci invitava a raggiungerlo nel suo ufficio e lì ci hanno chiesto se fossimo d’accordo di intitolare il teatro a Marco. Nel sentirlo mi è preso un vero colpo perché l’esterno del teatro, fresco di ristrutturazione, era stato dipinto in rosso e celeste, proprio i colori preferiti da mio figlio ed a me è sembrato quasi che fosse stato lui a chiedere di farlo così. È stata un’emozione fortissima.

In effetti sono tantissime le strutture e gli eventi dedicati a Marco ma vi siete fermamente opposti quando un regista di Ostia nel 2019 ha diffuso un comunicato annunciando la realizzazione di un film. Come mai? “Prima che accadesse il fatto io non avevo nemmeno idea di cosa fossero le trasmissioni di cronaca; per noi la televisione esisteva solo per guardare film che ci rilassassero dopo una giornata di lavoro e non conoscevamo quei programmi tipo Quarto Grado per cui immagina che sia stato esserci catapultati dentro di botto. Nostro malgrado abbiamo dovuto imparare a conoscerli, a rispondere alle domande, partecipare ai servizi, rilasciare interviste; e ci siamo anche resi conto quanto Marco faccia audience, audience che è anche servito per smuovere l’opinione pubblica, ma un film no, un film è un’altra cosa per cui abbiamo preferito bloccare tutto quello che potesse rappresentare lo sfruttamento del suo ricordo oltretutto in un momento in cui nemmeno si sapeva ancora come sarebbe andata a finire.” Marina, di cosa è simbolo Marco? “All’inizio dell’ingiustizia ma poi, dopo tutto quello che è successo nei tribunali, credo che sia divenuto simbolo di giustizia.”

E che il giovane ceretano sia simbolo di una giustizia che si può ottenere, lo sostiene anche Orazio Santagati, fondatore della Onlus Memoria nel Cuore, organizzatrice della Prima Edizione del Premio Letterario Marco Vannini, cui sono pervenute ben 198 opere selezionate da una giuria di esperti che hanno assegnato il primo posto ad Armando Pirolli per l’opera “il bacio degli opposti”, il secondo posto a Rosalba Alù per “occhi neri bocca rossa” e il terzo posto a Ornella Gatti per “se lo sguardo è da un oblò”.

Siete la forza che riequilibra il mondo declama con intensità l’attore Leonardo Imperi forte della commossa presenza di Alessandro Grando, sindaco della cittadina costiera che assieme a Marco Milani, assessore alla cultura, ha voluto onorare la memoria del giovane; Siete il bene che si oppone al male conclude Imperi rivolgendosi ai Vannini mentre il silenzioso pubblico, fortemente toccato, non può che applaudire.

a cura di MARA FUX