I ragazzi dell’istituto Melone di Ladispoli scoprono la Bottega d’Arte Venanzoni

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L’iniziativa proposta dalla professoressa Garbetta e supportata dalla professoressa Cotza riscuote il  plauso degli alunni di terza media che hanno partecipato al progetto.

di Felicia Caggianelli

Ladispoli vanta il pregio di avere uno degli istituti comprensivi più attivi del comprensorio in cui quotidianamente dirigente scolastico e insegnanti sono impegnati non solo a tramandare lo scibile teorico riportato sui libri, anche a formare i nuovi cittadini del futuro calandoli nella realtà viva e pulsante del proprio territorio ricco di archeologia, storia e piccole perle artistiche che vanno fatte conoscere e valorizzate. E nella corposa rosa di progetti che spaziano in ogni dove, spuntano iniziative rivolte ad avvicinare i ragazzi al mondo dell’arte, memore del fatto che a Ladispoli vive ed opera uno dei pittori che sta cercando, con la sua bottega d’arte, di riportare il bello nell’arte. E così che, in una soleggiata mattina di primavera, il maestro d’arte Guido Venanzoni ha aperto le porte della sua bottega ai ragazzi della terza media dell’istituto comprensivo Corrado Melone per un’iniziativa proposta dalla professoressa di educazione artistica, Livia Garbetta, nonché sua consorte, per un’esperienza nuova. Nel colorato giardino di casa Venanzoni i ragazzi si sono trovati immersi nel verde e nei colori dei fiori stagionali che hanno fatto da cornice all’esposizione di quadri del noto pittore. Ovvero, quadri originali e copie del Caravaggio che i ragazzi dopo aver ammirato hanno cercato di disegnare con il supporto delle professoresse e dell’artista che non solo ha risposto alle varie domande, ma si è prodigato a dare semplici spiegazioni sulla tecnica utilizzata. Per meglio comprendere la valenza di questa iniziativa abbiamo intervistato le professoresse che hanno accompagnato i ragazzi.

Ad Albina Bianca Maria Cotza, prof. di educazione tecnica dell’Istituto comprensivo Corrado Melone di Ladispoli, abbiamo chiesto: Fermo restando il ruolo importante della scuola, quanto è importante estrapolare i ragazzi dal contesto nozionistico per calarli nella realtà delle tematiche e delle tecniche delle materie che studiano?

“È importantissimo in quanto i ragazzi toccando con mano, ovvero nel pratico come in questa giornata, quanto studiato riescono a vedere come oggi si realizzano i quadri e come, attraverso le tecniche mostrate loro, si realizzavano in passato. Si tratta di esperienze che con il passare del tempo si sono perse ed è bene rivalutarle e farle conoscere alle nuove generazioni affinché non si perdano per sempre”.

Quanto è importante che accanto alle nozioni acquisite sui libri si incentivi l’esperienza della pratica?

“Moltissimo. È ormai risaputo che i ragazzi di oggi un pochino si annoiano a scuola e quindi bisogna stimolarli sia con le lezioni in classe sia con la fase operativa vera e propria. Non a caso ho potuto notare che nel momento in cui si sentono coinvolti e quindi diventano attori in prima persona di una determinata materia, come in questo caso la pittura, sono più soddisfatti, realizzati e più propensi ad impegnarsi in quanto si sentono più valorizzati”.

In che modo cercate di stimolare le attitudini, in questo caso artistiche e tecniche, dei ragazzi?

“Cerco di renderli operativi organizzando il percorso didattico con lezioni tradizionali che successivamente si traducono nella produzione di lavori. Utilizzando questo metodo, con il tempo ho capito che quando sono coinvolti in maniera pratica in un ‘progetto’, ovvero nella produzione vera e propria di un lavoro sono più ricettivi, soprattutto se lavorano in equipe. Sono più produttivi e più soddisfatti”.

A Livia Garbetta, professoressa di educazione artistica nonché ideatrice di questa iniziativa extra scolastica abbiamo chiesto. Com’è nata l’idea di portare i ragazzi a visitare una bottega d’arte?

“L’idea nasce per far avvicinare i ragazzi dal punto di vista pratico all’arte. Perciò unire quella che è la teoria con l’aspetto pratico operativo. Attraverso questo percorso ho cercato di trasmettere loro la bellezza insita in un’opera d’arte. Ho cercato di far vivere sulla loro pelle l’emozione che probabilmente richiama l’emozione degli artisti quando sono in fase di approccio all’opera d’arte”.

Qual è stata la prima impressione che ha potuto notare quando i ragazzi hanno visto i quadri, ovvero le opere originali del maestro Venanzoni e le riproduzioni fedeli dei capolavori di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, dipinte anche dagli allievi della bottega d’arte?

“Piacevolmente stupiti direi viste anche le domande con le quali cercavano di capire la tecnica con la quale era stato realizzato un volto piuttosto che il manto di un cane il tutto magistralmente incastonato in un gioco di luci ed ombre che il maestro d’arte Guido Venanzoni riesce a ‘comandare’memore di cinquant’anni di esperienza alle spalle e un vissuto a tu per tu nelle botteghe d’arte di un tempo nelle quali ha potuto acquisire tecniche pittoriche del seicento e non solo che rendono le sue opere dei veri e propri capolavori d’altri tempi, quando il bello era un must e non una interpretazione  a sé”.

Quali sono state le domande più ricorrenti dei ragazzi?

“Le loro domande hanno riguardato soprattutto la tecnica, per cercare di ottenere nel proprio disegno, l’effetto  che desideravano e che poco a poco con un piccolo aiuto sono riusciti a tirar fuori”.

Quanto è fondamentale la tecnica nell’arte?

“Premesso che molti ragazzi sono predisposti a questa materia, sono convinta che con piccoli passi e piccoli step di approccio alla tecnica penso che tutti, possono ottenere dei buoni risultati anche chi pensa di essere negato. Dopotutto sono convinta che là dove non arriva l’ingegno arriva l’impegno, quindi l’importante è non arrendersi e fare del proprio meglio, i risultati non mancheranno”.

Concludiamo il racconto di questa esperienza fatta dai alcuni ragazzi della Corrado Melone, ovvero: Chiara, Cristian, Andrea, Sara, Francesco e Filippo che porteranno con sé questa bella esperienza, con un interrogativo. Può l’arte essere da stimolo generativo per un territorio? Noi crediamo di sì. Non servono esborsi esorbitanti anche perché con l’arte si possono costruire occasioni di dialogo, di promozione della cultura e di sviluppo della comunità con progetti a basso costo sfruttando le risorse umane che il proprio territorio possiede, come in questo caso. Volente o nolente siamo sempre stati convinti che l’arte ha sempre a che fare con la vita, con la qualità dell’esistere, dell’esserci, dell’abitare. Ha a che fare con la bellezza, con l’importanza dell’incontro, della condivisione, del confronto e dello scambio. Quella dell’arte è una bellezza che deve contagiare, intromettersi negli interstizi, anche quelli più stretti e bui, della vita quotidiana e diventare di tutti creando comunità, appartenenza, dialogo, condivisione di memorie. E poi crediamo che, se vicino ad ognuno di noi abitasse un artista, sarebbe meraviglioso.

Le lezioni alla Bottega d’Arte del maestro Venanzoni proseguiranno per tutto il mese di aprile.