CATARATTA, TUTTO CIÒ CHE C’È DA SAPERE

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cataratta

NE PARLIAMO CON IL PROFESSOR GAROFALO.

Salve Professor Garofalo, oggi vorremmo parlare con lei di una delle patologie oculari più frequenti, cioè la cataratta.

Innanzitutto, cosa è la cataratta?
La cataratta è una condizione clinica che consiste in una progressiva opacizzazione del cristallino, una lente che tutti noi abbiamo all’interno dell’occhio e che consente la messa a fuoco per lontano e per vicino. Quando questa lente perde la sua trasparenza, si viene a determinare una riduzione della capacità visiva.

Come si manifesta la cataratta e quali sono i campanelli di allarme?
Il primo sintomo è proprio una progressiva riduzione della capacità visiva, soprattutto nello sguardo per lontano. Un altro campanello d’allarme è rappresentato da una aumentata sensibilità alla luce, come la sensazione di abbagliamento quando alla guida notturna si incrociano i fari delle auto che viaggiano in senso opposto; o ancora, la sensazione che i colori osservati siano meno nitidi.

Quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo della cataratta?
La cataratta è un fisiologico “invecchiamento” del cristallino, pertanto l’età costituisce sicuramente il principale fattore causale. Altri fattori di rischio sono rappresentati da traumi oculari, miopia, diabete, ma anche chemioterapia, prolungate terapie a base di cortisonici ed esposizione professionale duratura a raggi X o raggi UV.

A quale età compare la cataratta?
Essendo un processo fisiologico, la si può riscontrare con elevata frequenza nei pazienti di età superiore ai 65 anni, anche se con diversa entità. Non è detto, tuttavia, che tale opacità del cristallino provochi una riduzione della capacità visiva. Solo con una visita oculistica completa è possibile stimare il grado di opacizzazione e quanto esso influisca sulla vista.

Come si può curare la cataratta?
Innanzitutto è possibile prevenire, o perlomeno ritardare, il suo sviluppo mediante una corretta protezione dai raggi X e UV ed un’alimentazione varia ed equilibrata. Quando, però, la cataratta raggiunge una certa entità e la capacità visiva non può essere migliorata mediante l’uso di occhiali, l’unica possibilità di trattamento è la chirurgia.

In cosa consiste l’intervento chirurgico?
L’intervento ha lo scopo di sostituire il cristallino naturale opacizzato con una lente artificiale intraoculare (IOL, IntraOcular Lens). Nella fase pre-operatoria, è fondamentale discutere con il proprio oculista di fiducia sul tipo di lente utilizzare, tenendo conto delle necessità e stili di vita del paziente.

L’intervento richiede un ricovero?
Con gli attuali sviluppi delle tecniche chirurgiche, l’intervento si esegue in anestesia locale e pertanto non richiede ricovero. Al termine dell’intervento, il paziente resta in osservazione per circa 30 minuti, al termine dei quali può tornare a casa. Nei giorni successivi deve sottoporsi ai regolari controlli post-operatori ed effettuare una terapia farmacologica domiciliare, generalmente a base di colliri.

È possibile operare entrambi gli occhi, contemporaneamente?
È possibile operare entrambi gli occhi, se necessario, ma non nella stessa seduta operatoria. Generalmente, tra un intervento e l’altro si lasciano trascorrere almeno 30 giorni. Soltanto in pochissimi casi, in presenza di particolari condizioni visive o sistemiche del paziente, si può scegliere di eseguire l’intervento in entrambi gli occhi all’interno della stessa seduta operatoria.

Quali sono i tempi di recupero visivo?
Generalmente la vista migliora progressivamente già dal giorno successivo all’intervento per stabilizzarsi dopo circa 30 giorni, trascorsi i quali, se necessario, sarà possibile prescrivere un nuovo paio di occhiali.

Dopo l’intervento, il paziente può fare a meno degli occhiali da vista?
È di fondamentale importanza discutere questo aspetto con il proprio oculista di fiducia che saprà indirizzare il paziente verso la migliore strategia operatoria che tenga conto delle sue esigenze visive.

Si sente spesso parlare di cataratta secondaria. Si tratta di una recidiva?
La cataratta secondaria è, in realtà, una opacizzazione del “sacco” nel quale viene collocato il cristallino artificiale durante l’intervento. Quindi, di fatto, non si tratta di una recidiva ma di un normale processo fisiologico che può verificarsi a seguito della chirurgia. In questo caso, non è richiesto un nuovo intervento bensì un trattamento laser ambulatoriale di pochi minuti volto a “pulire” la lente artificiale.

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