“La cultura del primo soccorso a Cerveteri è abbastanza scarsa”

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Convegno sulla formazione sanitaria dei cittadini nella sala consiliare del Granarone, ne parliamo col il delegato Silvio Paganodi Giovanni Zucconi

Abbiamo incontrato Silvio Pagano, Delegato del Comune di Cerveteri per la Formazione Sanitaria della popolazione, per parlare di un interessante convegno sul “Primo Soccorso”, che si svolgerà, a Cerveteri, venerdì 26 maggio prossimo, alle ore 18:00, presso la Sala Consiliare del Granarone. Con la sua consueta disponibilità, ci ha concesso un’intervista per capire meglio di cosa si occuperà il convegno, e parlarci del livello di formazione della popolazione di Cerveteri sull’importante tema del “Primo Soccorso”.

Signor Pagano, ci può innanzitutto ricordare i suoi compiti di Delegato per la Formazione Sanitaria?

“Il mio obiettivo è quello di formare la cittadinanza in modo che abbia le conoscenze e le competenze necessarie per dare un primo soccorso ad un infortunato in attesa dell’arrivo del personale del 118. È dimostrato come un rapido intervento, anche da parte di personale non sanitario, ma con le giuste conoscenze di base, possa salvare tante vite. Ci vogliono mediamente 20 minuti prima che arrivi un’ambulanza e, in caso di arresto cardiaco, dopo 8 minuti la persona si può considerare morta. Quindi è bene che più persone sappiano cosa di deve fare nel frattempo. C’è la necessità, a livello cittadino, di promuovere una cultura del primo soccorso, e di diffondere le competenze necessarie, per esempio, per utilizzare un defibrillatore in caso di arresto cardiaco”.

A chi è indirizzato questo convegno sul Primo Soccorso?

“Il convegno è rivolto a tutta la popolazione di Cerveteri, senza nessuna esclusione. Ovviamente chi vi parteciperà dovrà avere interesse all’argomento, di desiderare di conoscere i primi rudimenti del primo soccorso, e di capire perché è importante saperlo praticare”.

Che tipo di preparazione dovranno avere i partecipanti per seguire bene i lavori?

“Non servirà avere una preparazione specifica, perché sarà un’illustrazione di cosa è il primo soccorso, e in quanti e quali casi questo può salvare una vita”.

Sarà un convegno con un taglio operativo o si parlerà in generale del Primo Soccorso?

“Come già ho detto si parlerà in generale del primo soccorso, tralasciando l’aspetto pratico/operativo, che sarà oggetto di appositi seminari sui vari aspetti del tema. Questi dovrebbero avere inizio ai primi di settembre, e continuare, a scadenze fisse, fino a fine febbraio. I temi che verranno trattati in questo convegno saranno: i rischi d’infortunio, l’incidenza del mancato primo soccorso negli infortuni, l’importanza del saper prestare soccorso, l’importanza del soccorritore laico nei casi di infortunio ed arresto cardiaco, il primo soccorso nell’età infantile e l’attivazione precoce dell’emergenza sanitaria”.

Ci saranno anche delle esercitazioni pratiche durante il convegno?

“La pratica è rimandata e praticata nel corso di ogni singolo seminario, dove saranno esplicitati ed illustrati i metodi d’intervento relativi alla tipologia del soccorso specifico”.

Ci può fare un esempio dei temi trattati nei singoli seminari?

“Certamente. Parleremo delle fratture e il loro trattamento, delle ustioni, della rianimazione cardio-polmonare, delle ferite, dei traumi cranici, dello stato di shock, per fare pochi esempi”.

Ad ottobre dello scorso anno ci annunciò un ambizioso piano di formazione per l’utilizzo dei defibrillatori da parte della popolazione di Cerveteri. Che fine hanno fatto questi corsi?

“Purtroppo, a distanza di sette mesi, ancora non sono riuscito a superare alcune difficoltà burocratiche che mi impediscono di presentare la domanda di accredito in Regione, per ottenere il riconoscimento di Centro di Formazione. Non dispero, e continuo con le attività utili a raggiungere lo scopo”.

Ha in programma di organizzare altri convegni su queste importanti tematiche a Cerveteri?

“Molto dipenderà dalla risposta che avrò dalla popolazione per questo convegno, e da quante persone vi parteciperanno. Se dovesse esserci un numero di interessati elevato, si potrebbe prendere in considerazione l’eventualità di organizzarne altri, anche se punto più sui seminari, dove sarà analizzato più l’aspetto pratico/operativo. Spero quindi di avere soprattutto molte adesioni ai seminari. Questo significherebbe che la popolazione non è refrattaria a questo argomento, e che la solidarietà prevale sull’egoismo”.

Secondo lei quale è la situazione del “Primo Soccorso” a Cerveteri?

“Da quello che mi risulta la cultura del primo soccorso a Cerveteri è abbastanza scarsa, ma purtroppo è un problema nazionale. Secondo il mio punto di vista si dovrebbe cominciare a parlarne a livello scolastico, anche come materia di studio. Io inizierei già dalle quarte e quinte classi dell’elementari: non sono piccoli come qualcuno potrebbe pensare. A questa età sono molto recettivi e, soprattutto, riescono a trasmette le loro esperienze ai genitori, e questo migliorerebbe molto la cultura del primo soccorso. Spesso ho sentito dire, da persone che hanno subito o assistito a degli infortuni, che se ci fosse stato qualcuno che avesse saputo come comportarsi, l’infortunato avrebbe subito minori conseguenze di quelle che poi effettivamente ebbe. Anche le persone che fuggono o non si fermano dopo un incidente stradale, se soccorressero con competenza, potrebbero salvare la vita dell’incidentato”.

La Protezione Civile, e quindi il Comune, ha intenzione di investire sulla formazione del Primo Soccorso a Cerveteri?

“La delega che il Sindaco Alessio Pascucci mi ha dato, è indice che il Comune considera prioritario il primo soccorso. Anche l’aspetto economico e sociale legato agli infortuni è da tenere in considerazione. Ricordiamo che il primo soccorso inizia già dalla prevenzione, e tutti dobbiamo fare la nostra parte. Il non mettersi in situazioni pericolose, utilizzare i dispositivi di protezione individuali (DPI), avere sempre la testa consapevole di ciò che stiamo facendo, è già da considerarsi prevenzione, e quindi primo soccorso in senso lato”.