APOCALISSE VIRALE: NE USCIREMO FUORI

0
2226
virale

L’EFFETTO PSICOSI ANCHE SUL NOSTRO LITORALE. PREOCCUPAZIONI NELLE SCUOLE, TRENI MENO AFFOLLATI DEL SOLITO E L’ASSALTO NEI MARKET.

Psicosi virale o eccesso di prudenza da coronavirus? Difficile davvero stabilire se l’isteria comune in Italia abbia oltrepassato i limiti oppure se ogni ansia sia lecita. Altrettanto non semplice analizzare un fenomeno in evoluzione ancora non inquadrato dagli addetti ai lavori in ambito scientifico e sanitario. Forse i media e i social hanno contribuito a far aumentare la preoccupazione generale, calcando la mano. La conseguenza inevitabile è stata quella di comportamenti del tutto insoliti nelle azioni quotidiane dei cittadini. Azione, reazione verrebbe da dire.

Spesa. La scorta di cibo è tra i primi pensieri dell’uomo in questo periodo caotico. E se appare più giustificato l’assalto ai supermercati nelle zone nel nord dello Stivale più esposte a rischi, specialmente nei comuni isolati in Lombardia, probabilmente meno lo è qui sul nostro territorio dove però si è registrato ugualmente un raid negli scaffali della attività di Ladispoli. Carne, pasta, biscotti, uova. Tra lunedì e mercoledì scorso il picco delle vendite. E la fila anche fuori negli Eurospin.

Trasporti. Dai centri alimentari alla decisione di quale mezzo utilizzare per andare al lavoro. Prendiamo come esempio sempre lunedì scorso.

L’Aurelia è andata praticamente in tilt. Sì, colpa dei lavori sulla carreggiata, dell’incidente avvenuto fra 3 auto all’altezza di Aranova ma centinaia di pendolari hanno deciso di prendere la loro auto evitando l’affollamento sui convogli regionali. Paura probabilmente di contaminazioni negli scompartimenti solitamente strapieni, fatto sta che la statale si è riempita in poco tempo dalle 6 in poi, e alcune corse sulla fl5 Roma-Civitavecchia non hanno registrato il tutto esaurito, complice anche magari lo sciopero Atac di Roma. “La via Aurelia in questi giorni è improponibile, – sostiene Andrea Ricci, presidente del comitato pendolari Litoranea Nord – detto questo auspichiamo che Ferrovie dello Stato, come promesso in una nota, si impegni ad adottare tutte le misure necessarie per il viaggio dei nostri utenti, e quindi proceda con disinfestazioni e continue attività di pulizia. Coronavirus a parte, le carrozze spesso sono un ricettacolo di sporcizia e batteri”. Clima surreale in treno. “Una voce registrata – racconta Marzia, pendolare di Ladispoli – annunciava la presenza di un presidio in un vagone con tanto di amuchina. Nel convoglio che ho preso per andare a Roma molti passeggeri, soprattutto italiani, indossavano la mascherina”.

Scuole. Non esenti dalle preoccupazioni di contagi nemmeno gli istituti. Lunedì scorso il preside della Corrado Melone Riccardo Agresti, su segnalazione di una maestra, ha chiamato il 1500 per allertare i medici specialisti dell’Unità di crisi perché un bimbo asiatico di terza elementare si era sentito male, con affanni nella respirazione. In classe sono arrivati i sanitari ma per fortuna si è trattato solo di un falso allarme: il piccolo aveva solo un leggero stato febbrile. Il Consiglio d’Istituto del liceo Sandro Pertini di Ladispoli guidato dalla preside Fabia Baldi, sempre lunedì, ha approvato un provvedimento a cui i ragazzi dovranno attenersi per non incappare in un’azione disciplinare. Chi di ritorno da un viaggio nelle aree pericolose, come Lombardia e Veneto, avrà l’obbligo di segnalarlo alla dirigenza. “Ai rientri dalle zone a rischio – è riportato nel verbale del Consiglio – o al contatto con persone provenienti da zone a rischio di alunni che non osservino la misura della quarantena per 14 giorni, si propone la sospensione”.

Il tam tam. Il giorno seguente era girata voce che una donna di Cerveteri fosse stata contagiata dal virus e ricoverata prima all’Aurelia Hospital e poi allo Spallanzani. A fine serata la rassicurazione della Regione sul fatto che una persona sospetta fosse negativa al test, e neanche era di Cerveteri. Nelle farmacie e ferramenta di Ladispoli sono stati avvistate anche le forze dell’ordine a caccia delle mascherine perché ormai introvabili.