PASSEGGIATE ETRUSCHE

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 Marco Tortorici: “Con Nico Stella alla scoperta del territorio”

Nico Stella mi dà appuntamento al Granarone. Partiamo da qui per scoprire una parte dell’etrusca Caisra o Cisra, quella vissuta dagli Etruschi nella loro quotidianità: la città dei vivi. Già con questa premessa sono incuriosito visto che parlando di Etruschi si parla sempre e solo di necropoli ovvero delle città dei morti.
Ci incamminiamo seguendo la via Lombardia per arrivare nel punto più alto della strada. Me lo dovevo aspettare: gli Etruschi nel punto più elevato delle loro acropoli destinavano quelle aree al culto e ai luoghi del potere. In un attimo mi è tornata una lezione del grande professor Mario Moretti, compianto Sovrintendente dell’Etruria Meridionale, che diceva che esistevano in ogni città etrusca due città, quella dei vivi e quella dei morti ma non come nelle nostre città, dove spesso tra le due c’è contiguità. No, per gli Etruschi esisteva da una parte la città, mentre distante c’era quella dei morti, al di là del classico fosso, della classica forra che circonda la città pulsante dei vivi.
Mentre camminiamo Nico mi fa notare che nei due muretti che delimitano la via che stiamo percorrendo, tra le pietre ci sono pezzi di cocciopesto, blocchi provenienti dal tempio che stava per farmi scoprire e delle pietre basaltiche che facevano parte del basolato della strada romana che stiamo percorrendo. Noto anche pezzi di marmo e una parte di mosaico nascosto, per la maggior parte, nello spessore del muro. Mentre procediamo Nico mi racconta di quello che lui fa con passione da tanti anni.
Arrivati, apre un cancello al di là del quale si apre uno spettacolo incredibile. Grazie ad un’opera di pulizia certosina è tutto lì, stupendo, incredibile se pensiamo che sono passati 2600 anni! Mi indica la Residenza del Monarca.
Una costruzione indagata negli anni ’80 e primi anni ‘90 dal CNR, che ha datato il manufatto tra il 510 ed il 470 a.C. Quando me lo dice, rimango esterrefatto e penso che proprio in quel periodo, esattamente nel 509 a.C., i Romani cacciavano da Roma Tarquinio il Superbo mentre riusciranno a conquistare la città di Caisra solo intorno al 300 a.C. Gli chiedo chi fosse il monarca del tempo imparando dalla sua voce, che era un certo Mezenzio, una sorta di dittatore e despota, alleato con Turno, re dei Rutuli, nel combattere i Troiani ed Enea. Mi cita anche la fonte: Virgilio! Neanche Google è così veloce…
Pochi metri più in là Nico mi invita a guardare oltre la staccionata, eseguo e rimango basito. A bassa voce mi dice che quello che vedo, perfettamente conservato e curato, è il basamento di un tempio greco: il Tempio di Hera.
Hera, la figlia di Kronos e Rea, moglie di Zeus, “un unicum”, capace di dimostrare quanto la civiltà etrusca sia stata influenzata dalla civiltà greca. Mi racconta infatti che Cerveteri è stata fondata dai Pelasgi con il nome di Agylla e che proprio qui avevano il loro luogo di culto.
Con Nico il tempo vola; mi vorrebbe parlare del misterioso edificio ellittico etrusco e del teatro romano che la Storia ha voluto che, nel corso dei secoli, sorgessero tutti in questo punto magico, ma si è fatto tardi. Mi promette che ci torneremo.
Mentre scendiamo per la via dell’andata guardo un’abitazione, afferro Nico per un braccio e gli dico: ”Ma, Nico, quella casa è costruita su un muro romano? Vedo metri di opus reticolatum…”. Mi dà una pacca sulla spalla: “Non ti devi stupire. È così. Chi è venuto dopo si è sovrapposto, senza farsi troppe domande”.
Ci rimango male, direi malissimo. Per questo non posso non aggiungere che facendo così cancelliamo pagine e pagine di storia.
Marco Tortorici