Intervista a Stefano Varone, ex maresciallo della Polizia stradale in pensione, e del piccolo grande gesto di solidarietà nei confronti della comunità colpita dal terremoto.
Ci sono storie che rincuorano. Storie di gratuita solidarietà che accendono la speranza là dove in un minuto tutto è finito. Là dove i sacrifici di una vita hanno lasciato il passo a macerie psicologiche e materiali. Là dove adesso si cerca di ritornare a vivere nonostante la furia di un terremoto abbia ridisegnato i confini di intere aree del centro Italia. Scosse che ad ottobre 2016 hanno lacerato il cuore della nostra penisola. E adesso, che l’inverno si è fatto sentire, a Norcia e dintorni, si continua ancora a lavorare con lo stesso impegno, la stessa forza di volontà e il sorriso della speranza, affinché la comunità dei terremotati possa superare questa ennesima prova di ‘resistenza’ per tornare a respirare aria di quotidianità e per cercare di dare ricovero a tutti i capi di bestiame rimasti senza un riparo che garantisca loro la sopravvivenza alle basse temperature che imperversano da settimane. E per riscaldare il cuore vogliamo raccontarvi la storia di un gesto di gratuita solidarietà compiuta dalla famiglia Varone che ha cercato di portare sostegno a queste persone con un piccolo gesto verso la comunità di Avendita, frazione di Cascia. Residente a Cerveteri , l’ ex maresciallo della polizia stradale Stefano Varone, che quel paesino lo conosce bene in quanto è solito di tanto in tanto soggiornarci, con l’aiuto della moglie e del figlio, ha pensato bene di telefonare ai suoi amici e di domandargli di cosa avessero bisogno. E si è sentito rispondere, portateci del pesce. A parole sue ci rende partecipi di questo bel gesto di solidarietà che da Cerveteri è giunto fino ad Avendita. “Tutto è nato semplicemente per portare un piccolo aiuto a gente che conosciamo e che hanno espresso il desiderio di mangiare un po’ di frutti di mare e così, ho acquistato 15 kg di vongole veraci, 15 kg di cozze sarde e 5 kg di lupini per realizzare una spaghettata per una comunità di 90 persone. Con l’aiuto di mio figlio, anche lui agente di Polizia stradale in servizio a Civitavecchia, abbiamo preso l’acqua di mare per trasportare i crostacei mentre mia moglie ha comprato l’olio, il prezzemolo e il vino bianco in modo che non mancasse nulla e siamo partiti per Avendita. L’accoglienza è stata indimenticabile. Siamo stati ringraziati da tutti. Io ho solo fatto quel che nel mio piccolo potevo, ma la felicità di quelle persone ci ha tanto gratificato. Ancora una volta la mia famiglia, si era prodigata per portare aiuto a persone sotto scacco del destino così come io ho fatto durante gli anni di servizio nel corpo della polizia stradale e così come adesso sta facendo mio figlio in servizio a Civitavecchia. Una vita spesa e al servizio della gente, sempre nel nostro piccolo. Giunti ad Avendita abbiamo consegnato il tutto, e visto che le scosse continuavano, abbiamo deciso di ripartire subito. L’indomani, mia moglie ha telefonato ad una amica della zona per sapere com’era stata accolta l’iniziativa e l’amica gli ha raccontato di come la comunità è stata contenta di questo piccolo gesto. L’allegra atmosfera che siamo riusciti a regalargli, anche se per qualche ora, l’abbiamo potuta constatare guardando alcune foto che ci hanno inviato della bellissima spaghettata realizzata grazie agli operatori che da mesi lavorano ininterrottamente per garantire a queste persone un pasto caldo e un piccolo barlume di sana normalità”.