VITIS VINIFERA, VITE

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L’IMPORTANZA DELLE FOGLIE ROSSE AUTUNNALI NELLA FRAGILITÀ CAPILLARE.

di Aldo Ercoli

La vite vinifera ci regala l’uva, che ha tante proprietà dietetiche (attenua la sete, stimola la funzione epatorenale ed intestinale). La cura dell’uva porta a depurare l’organismo e, nello stesso tempo, a tonificarlo.

Dal punto di vista strettamente fitoterapico più che l’uva sono le foglie che ci interessano, quelle rossastre che si vedono in autunno.

Perché assumono quel colore? Le ricerche scientifiche ci dicono che quelle foglie della vite raccolte in autunno sono particolarmente ricche di antociani (e derivati antocionoisidi ) responsabili del colore rosso e dell’azione vitamina P che contrasta la fragilità capillare. Trattasi di un’azione sulla microcircolazione di carattere angioprotettivo con diminuzione della permeabilità dei capillari ed aumento della loro resistenza.

Nella teoria dei “segnali della natura” (paracelsiana) i capillari sanguigni hanno lo stesso colore delle foglie. Credo che sia questo un tema su cui riflettere.

Quali sono i costituenti principali del fitocomplesso della vite rossa? Soprattutto, come già detto; antocianoisidi ma anche, polifenali (tannini antocianoci; flavonoidi specie quercitina, rutina e aglicone; acidi organici quali il tartrico ed il malico; sali minerali (5-7%).

Sui semi dell’uva, diremo dopo. Secondo Rombi M. (Manual protique de la nouvelle phytothérapie Paris 1990) la diminuita permeabilità dei capillari sarebbe conseguente alla stabilizzazione del collagene.

La vite rossa oltre a proteggere la fragilità capillare di ogni distretto corporeo (le bacche del Mirtillo nero sono più specifiche per i vasi retinici) lo è in modo peculiare nell’insufficienza venosa degli arti inferiori; prevenendo la formazione delle vene varicose e migliorando le varici emorroidarie.

Tutto ciò ci conferma che la proprietà vitamina P delle stesse foglie. Un’altra indicazione clinica segnalataci dal prof. Bruno Brigo (L’uomo. La Fitoterapia. La Gemmoterpaia. Tecniche Nuove Milano 1997) è quella relativa al trattamento dell’ acne rosacea e della couperose.

Anche in questo caso, i “segnali della natura” di Paracelso, le rosse foglie della vite autunnale, ci riportano al rossore di queste due affezioni cutanee.

La couperose è caratterizzata da un arrossamento della pelle dovuto a dilatazione vascolare. E’ più spesso localizzata agli zigomi. Anche l’acne rosacea è un’affezione cutanea del viso, caratterizzata da colorazione rosso vivo, anche localizzata, sempre dovuta a dilatazione vascolare con, a differenza della couperose, presenza di lesioni pustolari.

Forme farmaceutiche e posologia.
Vitis vinifera T.M. (Tintura Madre) 40 gtt, 3 volte la giorno almeno per due mesi di terapia. Estratto secco nebulizzato (E.S.): 1 CPS (deve contenere 169 MG di E.S..) due volte al giorno per lo stesso periodo.

L’esperienza professionale in numerosi pazienti affetti da fragilità capillare (“capillarità”), specie pertinenti gli arti inferiori, è stata molto gratificante per l’efficacia. In circa 20 casi di couperose ho ottenuto gli stessi risultati, meno nell’acne rosacea.

Altra ricerca di una certa rilevanza è stata quella riguardo alla presenza, oltre agli antocianoisidi nel fitocomplesso delle foglie, anche delle procianidine, sostanze che si sono rilevate molto utili come agenti antiossidanti particolarmente nel ritardare i processi di invecchiamento cutaneo. Secondo Bombardelli F. (Fitoterapia 66, 1995) queste sostanze migliorerebbero il microcircolo di malattie infiammatorie intestinali croniche, quali la rettocolite ulcerosa ed il morbo di Crohn.

E veniamo infine alle sostanze proantocianidoli, sostanze contenente soprattutto nei semi dell’uva. Secondo l’esperto fitoterapeuta francese Bruneton J. (Pharmacognosie. Tecnique et documentation Paris 1995) le proantocianidoli oltre all’azione angioprotettiva, inibirebbero l’enzima di convezione dell’angiotensiva (alla stregua di blandi ace inibitori di sintesi). Da ciò, secondo l’autore ne deriverebbe un’azione antipertensiva dovuta all’assunzione dei semi dell’uva. Personalmente non ho esperienza diretta a tal riguardo .