Uomo e donna. Sembra quasi che l’uomo e la donna provengano da due universi completamente diversi e incompatibili. Sta di fatto che le coppie eterosessuali sono formate da un uomo e da una donna e che questi due universi, apparentemente incompatibili, convivano per lungo tempo insieme.
Sta di fatto che negli studi di psicoterapia arrivano coppie con difficoltà, spesso sul baratro della rottura. Sta di fatto che i grandi problemi di fondo che uniscono le coppie in crisi sono:
1- le aspettative reciproche insoddisfatte;
2- un’errata comunicazione
Per quanto riguarda le aspettative, ad un lieve approfondimento, si evidenzia che rispecchiano spesso i propri bisogni e le proprie mancanze affettive. Per quanto riguarda la comunicazione è importante evidenziare alcuni concetti importanti.
Fin dalla preistoria l’uomo e la donna hanno avuto dei ruoli ben precisi e che si sono consolidati nel tempo: gli uomini andavano a caccia di notte tutti insieme e le donne rimanevano da sole con i figli. Di conseguenza: l’uomo ha imparato che, per cacciare, deve stare zitto (sennò la preda scappa) e ha sviluppato la vista conica e notturna; la donna (onde evitare di essere “preda” di uomini di altre tribù o di animali feroci) ha imparato a stare insieme con le altre donne, a condividere e a scambiare esperienze. Queste caratteristiche, ora, si evidenziano così: gli uomini hanno mantenuto la capacità di stare insieme per ore ma senza dire una parola e se hanno un problema difficilmente si confidano tra loro; le donne cercano il sostegno e la condivisione delle esperienze con le amiche.
Queste abitudini, se prese individualmente vanno bene, creano problemi però nella coppia. Allora è bene conoscerle per cercare di evitare il conflitto distruttivo. Per esempio: l’uomo è di poche parole e sa dare soluzioni, la donna ha bisogno di raccontare ma (spesso) non ha bisogno di soluzioni (si danno solo su richiesta, al contrario: si ascolta solo!). Quando un uomo ha un problema importante da risolvere, tendenzialmente si rifugia in sé per trovare una soluzione adeguata. Questa modalità fa andare in ansia la donna che continua a pungolare anziché lasciare lo spazio adeguato (e lì si forma il circolo vizioso che sfocia in litigio!). L’uomo ha la visione conica, che va in profondità, la donna a 180°: per questo l’uomo non trova la mozzarella dentro il frigo (se è in un settore diverso), ha un’ottima vista alla guida notturna e la donna percepisce i minimi particolari di ogni cosa.
Fatevi descrivere la stessa abitazione da un uomo e da una donna, e vedrete! Di conseguenza, la comunicazione tra uomo e donna deve essere: chiara, di poche parole, breve e concisa. Quando una donna parla con una donna la comunicazione può prendere varie vie deviando in diversi argomenti per, poi, concludersi con quello di partenza. Quando una donna ed un uomo parlano (in modo costruttivo) la comunicazione deve essere breve, diretta ed esplicita. È fondamentale nella comunicazione raccontarsi, dire “come mi sento” più che dire “tu fai, tu dici”: quest’ultima viene interpretata (da tutti) come un’accusa e, ovviamente, dall’accusa ci si deve difendere. Il dire “quando succedono queste cose io mi sento…” è un raccontare le proprie sensazioni e le proprie emozioni (che sono innegabili ed indiscutibili) e, non venendo percepita come un’accusa, il partner si dispone all’ascolto, all’apertura più che alla difesa e alla chiusura. E così si costruisce uno scambio costruttivo e non distruttivo.
Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta
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