GLI ANIMALISTI CHIEDONO LA CERTEZZA DELLA PENA

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manifestazione PAE

Gli amici degli Aristogatti

a cura di Barbara e Cristina Civinini

La chiedono gli animalisti del PAE, che hanno già raccolto oltre 330 mila firme per una legge più efficiente e rispettosa dei diritti animali quali esseri senzienti. Per farsi sentire hanno riempito pacificamente piazza Montecitorio.

Oggi chi compie un reato contro gli animali affermano gli attivisti del Partito Animalista Europeo (PAE) resterà impunito e libero di delinquere nuovamente per colpa di una legge ingiusta, inadeguata e non armonizzata con la legislazione europea. Soprattutto chiedono che sia abolito l’istituto della “sospensione del processo con messa alla prova” (legge 67/14) per chi compie questo tipo di reati che evita lo scomodo della galera e il procedimento speciale del “patteggiamento”.

Le norme attuali che puniscono l’uccisione e il maltrattamento di animali compiuti con crudeltà e senza necessità (legge 189/2004, artt. 638 e 727 c.p.), affermano, prevedono pene inferiori ai 4 anni e la legge 103/17 fissa il limite di pena che impone la sospensione dell’ordine di esecuzione proprio a 4 anni. I quattro assassini di Angelo, il cane randagio trucidato a Sangineto e divenuto emblema di tutte le vittime dell’odio umano, proseguono, se la sono cavata con pochi mesi di volontariato in un canile comunale.

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Montecitorio, “Una sola lotta” – Fonte: PAE

La mobilitazione animalista ha già raccolto oltre 330 mila adesioni per la proposta di legge d’iniziativa popolare a tutela degli animali e alla fine di giugno il movimento è sceso in piazza, a Montecitorio, per dare voce al popolo maltrattato. Lo scopo è di ottenere un immediato inasprimento delle pene che prevedano la certezza del carcere per chi maltratta e uccide animali in ogni ambito, dai canili lager agli allevamenti intensivi e tradizionali, dai laboratori di sperimentazione ai circhi. La ratio della proposta di legge, dunque, è la certezza della pena, intesa come certezza che ogni reato sia punito e come certezza che la pena irrogata sia effettivamente scontata. Le pene previste per l’uccisione di animali, spiegano, sono tali che, qualora il Giudice comminasse il minimo della pena e l’imputato si avvalesse del giudizio abbreviato, che prevede la riduzione della pena pari a un terzo, in caso di condanna, al colpevole resterebbe ben poco da scontare. La legge 130 del 2008 che ratifica il Trattato di Lisbona, oltre tutto, non ha adeguato l’ordinamento interno. 

Proprio per questo gli animalisti chiedono ai rappresentanti politici senza distinzioni di schieramento perché i diritti degli animali non hanno colori, sono super partes e devono valere per tutti di inserire nell’agenda politica la discussione di questa proposta di legge, non solo per armonizzare il nostro corpo normativo con l’ordinamento giuridico dell’Unione Europea ma soprattutto per inasprire le pene che prevedano la certezza del carcere per chi commette reati contro gli animali.

Per la proposta di legge animalista: https://www.change.org/p/al-governo-ed-al-parlamento-italiano-carcere-per-chi-uccide-animali-proposta-di-legge-di-iniziativa-popolare