MEDICI PER L’AMBIENTE

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blitz estivo elettrosmog

“IL GOVERNO METTE IN PERICOLO LA SALUTE PUBBLICA PER FAVORIRE LE LOBBY”

di Maurizio Martucci

“ELETTROSMOG A 15 V/M NASCONDE PICCHI FINO 60 V/M. COSÌ SI INCREMENTA IL RISCHIO DI PATOLOGIE NEURODEGENERATIVE E TUMORALI”

 

Emendamento Pogliese e aumento dei limiti soglia d’inquinamento elettromagnetico per favorire la lobby del 5G: arriva anche la dura condanna da parte di ISDE Italia, medici per l’ambiente in prima linea contro lo tsunami di agenti possibili cancerogeni: “non è possibile fare ulteriori passi indietro sul Principio di Precauzione: va rifiutata e contrastata con gli strumenti della scienza ogni ipotesi normativa che, per favorire determinati portatori di interesse, vada a mettere a rischio la salute delle persone“.

L’associazione internazionale di medici, accreditata anche dall’ONU, smaschera poi l’artificio della maggioranza di Governo nel passaggio dal valore dei 6 fino a 15 V/m che, con l’anomala rilevazione italiana nelle 24 ore e non nei 6 minuti, significherebbe legalizzare anche picchi diurni a 60 V/m: “con il recente emendamento, durante la giornata, potremo assistere a picchi di campo elettrico anche dell’ordine di 60 V/m.”

L’attuale Governo, cedendo alle pressioni del mondo delle telecomunicazioni – sostiene ISDE in una nota diffusa attraverso il sito istituzionale – ha approvato un emendamento, all’interno del ddl Concorrenza discusso presso la Commissione Industria del Senato, con l’intento di aumentate le soglie elettromagnetiche per la popolazione nella banda delle radiofrequenze/microonde. Si passerebbe, dagli attuali 6 V/m a 15 V/m, un valore di campo elettrico che non trova alcun riscontro scientifico, ma solo ragioni di natura economica.

Avevamo già assistito ad una prima erosione del Principio di Precauzione nel 2012 con il decreto sviluppo del governo Monti: da allora il tetto di 6 V/m non è più riferito ad una media su 6 minuti in un qualsiasi momento della giornata, ma ad una media, del tutto arbitraria e priva di fondamento scientifico, di 24 ore.

In tal modo, unendo i bassi valori riscontrati di notte, quando non ci sono utenti attivi, con i valori diurni, mediamente più alti quando molti usano il cellulare, si trovano spesso valori superiori a 6 V/m nelle abitazioni, nelle scuole ed in genere nei luoghi a lunga permanenza.

Tale scelta non ha tenuto conto del parere contrario espresso dal sistema delle Agenzie ambientali nel quale si segnalava come conseguenza di questa modifica normativa “…l’aumento dei valori di campo elettrico, con possibile superamento, per periodi di tempo limitati, del valore di attenzione di 6 V/m, nelle aree fortemente antropizzate maggiormente prossime agli impianti e nei momenti della giornata in cui le emissioni delle SRB sono più elevate…”. Giudizio condiviso dal Ministero della Salute che in una nota del novembre 2012 scriveva “… l’introduzione del criterio di media delle 24 ore condurrebbe di fatto a un incremento dei livelli medi di esposizione …” 

Con il recente emendamento, durante la giornata, potremo assistere a picchi di campo elettrico anche dell’ordine di 60 V/m. In una pagina del sito ARPA FVG, che spiace constatare oggi non più esistente, si leggeva …le Agenzie per l’ambiente operanti in Italia ritengono che, senza entrare in considerazioni di tipo sanitario, la realizzazione del 5G possa avvenire anche con il mantenimento degli attuali limiti di legge, attraverso la definizione di criteri progettuali efficienti, come, ad esempio, il corretto dimensionamento e posizionamento degli impianti sul territorio… 

Attraverso un’attenta pianificazione ed una corretta configurazione delle antenne, è possibile raggiungere gli stessi obiettivi di digitalizzazione anche con la normativa attuale. Non esiste alcuna ragione tecnica per aumentare le soglie ambientali delle radiofrequenze/microonde per la popolazione.

Il nodo principale, che sta a cuore agli operatori Tlc, è il paventato esborso (circa 4 miliardi di euro) per la realizzazione di nuove infrastrutture o l’adattamento (reingegnerizzazione) di quelle esistenti, al fine ospitare le tecnologie di nuova generazione, qualora non si addivenga all’aumento dei limiti ignorando le conseguenze sanitarie. Le evidenze scientifiche indipendenti, prive di conflitti di interesse, annoverano migliaia di pubblicazioni in cui si evidenziano importanti criticità che vanno ben al di là degli effetti termici acuti e a breve termine.

Nella vita quotidiana prevalgono gli effetti cronici: un aumento dei parametri di esposizione comporterebbe un incremento del rischio delle patologie associate allo stress ossidativo e alla riduzione della fertilità maschile e femminile, delle patologie neurodegenerative e tumorali nonché dei casi di elettrosensibilità. 

Sul piano etico non è possibile fare ulteriori passi indietro sul Principio di Precauzione: va rifiutata e contrastata con gli strumenti della scienza ogni ipotesi normativa che, per favorire determinati portatori di interesse, vada a mettere a rischio la salute delle persone.