Ladispoli, i predatori del rame non lasciano in pace nemmeno i morti

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Danni in una lapide del cimitero. Settimane prima i ladri avevano scassinato le colonnine di ricarica elettrica

Rame e ottone. Non importa dove, i predatori se occorre creano danni persino alle lapidi. Come accaduto, ad esempio, al cimitero di Ladispoli. Un episodio che ha indignato non poco la popolazione e la diretta interessata che si è sfogata sui social e ha presentato una denuncia formale alla caserma dei carabinieri. I ladri arrecano continuamente danni. La ricerca sfrenata di rame ultimamente è diventato un problema anche sul litorale. Nei mesi scorsi bande organizzate avevano predato le auto parcheggiate per rimuovere le marmitte, meglio se vetture vecchie, e ricavarne il palladio, un metallo molto prezioso. Queste settimane invece ad essere assediate le colonnine di ricarica per auto elettriche, quasi tutte manomesse a Ladispoli. L’ultima “bravata” però è costata cara a tre furfanti tutti italiani, due uomini 48enni e una donna 30enne, arrestati dalla Polizia di Stato con l’accusa di aver sottratto rame dagli impianti elettrici posizionati su strade e marciapiedi. Ma l’incursione notturna al camposanto è qualcosa di diverso. «Ho vissuto uno dei dolori più grandi della mia vita – è il racconto choc di Giovanna – . Mi sono recata al cimitero di Ladispoli con i miei zii, e davanti alla tomba di mio padre ho trovato l’inimmaginabile: era stata profanata. Il mio cuore si è fermato per un istante, pensavo lo avessero portato via. È un gesto vile, disumano, senza alcun rispetto per chi non c’è più e per chi resta a portarne il ricordo nel cuore. L’amore di mio papà è intatto, anche di fronte a tanta crudeltà». La donna ha messo in guardia anche gli altri residenti. «Consiglio a chi è di Ladispoli – prosegue – e ha i propri cari al cimitero di andare a controllare, per verificare che non siano stati fatti danni di questo genere. Hanno persino strappato i fili della corrente per il rame, sradicando la lapide per portare via i vasetti in ottone che contenevano i fiori e tutte le guarnizioni».

Spetterà ora ai militari di Ladispoli cercare di individuare i responsabili. Un appello pubblicato sui social e che in poche ore, purtroppo, ha trovato altre testimonianze. «Un paio di mesi fa ho trovato la lapide aperta da un lato – scrive Consuelo – e ingenuamente avevo pensato che fosse accaduto spontaneamente, non per un furto o un atto vandalico. Ho chiamato il marmista e l’ho fatta sistemare. Solo il pensiero che qualcuno abbia agito volontariamente mi fa venire i brividi. Ma in che razza di mondo siamo?». Una segnalazione tira l’altra. «Tante volte è capitato che alla tomba di mia nonna – parla Flavia – qui parliamo di persone senza scrupoli: hanno tolto una composizione di fiori finti. Da quella di mio padre sono sparite piccole ceramiche commemorative». Negli anni scorsi i malviventi avevano persino saccheggiato delle cappelle di famiglia nel cimitero di via Settevene Palo tornandosene a casa con cornici e oggetti dal grande valore affettivo, anche se irrisorio dal punto di vista economico.