LA DIARREA CRONICA DA GIARDIASI

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diarrea cronica

Il paziente presenta disturbi intestinali con diarrea di colore chiaro, meteorismo (gonfiore dell’addome di gas intestinali); flatulenza con emissione di gas con la bocca e, talora, con l’ano dall’odore di zolfo (solforose) sovente associate a nausea e vomito.

scherosi multipla
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Davvero si sente male con quest’intestino fuori controllo persino, talora, incontinenza fecale (perdita involontaria delle feci). Con il passare dei mesi si instaura un malassorbimento di sostanze vitali per l’organismo tali da portare ad una perdita di peso corporeo. Abbiamo di fronte un paziente affetto da diarrea cronica che non trova beneficio dagli antidiarroici. La loperamide (Dissenten, Lopemid)ha un effetto inibitorio sulla parete muscolare dell’ileo con rallentamento del transito, riduzione del volume fecale, aumento della consistenza. Ebbene, non solo è inefficace ma anche controindicata nella diarrea tossicoinfettiva in quanto provoca crampi ed aumenta il meteorismo.

 

 

La dispepsia (difficoltà di digestione) con nausea e vomito non migliora affatto con la metaclopramide (Plasil). Lo stesso di può dire per i farmaci ad azione antiflatulenza e/o antifermetativa come il dimeticone (Mylicon) oppure carboni attivati per la loro capacità di assorbire i gas (carboyogurt), ne va meglio con l’associazione dimeticone – pancreatina (Pancreoflat).
Che fare?
La diarrea può durare mesi se non addirittura anni. Il malassorbimento, come già detto, può portare ad una notevole perdita di peso. Le forze vengono meno, ci si sente stanchi. Anche se la diarrea con il passare del tempo divenisse meno frequente, il malassorbimento di grassi, carboidrati, zuccheri e vitamine non scompare affatto. I crampi con dolori addominali, con meteorismo, flatulenza e talora diarrea intermittente migliorano poco con i derivati della papaverina (Buscopan, Spasmomen) che hanno un effetto rilassante sulla muscolatura liscia.
Credo che il primo esame da fare sia, oltre alle indagini sierologiche ordinarie, un esame chimico – fisico, batteriologico e soprattutto parassitologico delle feci. Quest’ ultimo, se negativo, sarebbe bene ripeterlo altre due volte a distanza di giorni. Un decorso cosi descritto che perduri più di un mese può indirizzarci su un malassorbimento da insufficienza pancreatica (le feci sono grasse, untuose; l’amilasi fecale e la lipasi pancreatica sono aumentate),elastasi fecale è aumentata. Oppure su una malattia infiammatoria intestinale (morbo di Chron, rettocoliteulcerosa, malattia infiammatoria intestinale idiopatica) diagnosticata dalla retto colonscopia.

Vi sono poi patologie endocrine (ipotiroidismo, iperparatiroidismo) o metaboliche (diabete mellito) con cui porre una diagnosi differenziale. Né vanno sottovalutate altre eziologie, talora banali (abuso di lassativi), altre volte più severe quali le neoplasie che comportano uno stato ipersecretivo o parziale ostruzione. Il malassorbimento cronicizzato può generare una cheilite (infiammazione delle labbra) dovuta a deficit di riboflavina (vit. B12) o ferro oppure una glossite (lesione della lingua) da deficit di vit. B12 e/o folati. Nel paziente in questione l’esame parassitologico delle feci ha evidenziato cisti della Giardia lambia (talora presenti anche i trofozoiti e l’antigene del parassita).

Un singolo campione ha una sensibilità del 50 – 75%; la valutazione di tre campioni, in giorni non consecutivi, incrementa la sensibilità fino all’85 – 95%. Solo in alcuni rari casi di giardiasi con analisi delle feci ripetutamente negative si ricorre all’esofago-gastroduodenoscopia con aspirazione duodenale, ossia ad un esame diretto della mucosa del piccolo intestino. Personalmente non mi è mai capitato.

Che cos’è la Giardia lambia?

E’ un protozoo flagellato (i flagelli servono da organi locomotori) che con le sue cisti si stabilisce nel duodeno. Qui il microrganismo, dopo esposizione prima del ph acido gastrico e poi degli enzimi pancreatici, genera da ogni cisti due trofozoiti che, replicandosi in modo asessuato, sono i veri responsabili della manifestazione clinica della malattia. Il ciclo vitale del parassita termina con l’incapsulamento in cisti all’interno dell’ileo (ultima parte dell’intestino tenue). Sono proprio queste cisti che troviamo nelle feci. Come ci si infetta? La trasmissione avviene prevalentemente, in ogni parte del mondo, tramite l’ingestione di acqua o cibi contaminati da cisti. Tuttavia può avvenire anche attraverso il contatto diretto con soggetti infetti, anche asintomatici. La terapia si basa essenzialmente sul metronidazolo (Flagyl) 250 mg per bocca 3 volte al giorno per 5 giorni. La guarigione completa si ottiene in più dell80% dei casi. Due ultimi consigli igienici: lavarsi con il sapone le mani e utilizzare il “bidet”.