Omega 3, il grasso che allunga la vita

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Antiaging, anticancro ed antinfiammatorio: come assumerlo?

Monique Bert – Naturopata

Omega-3: tutti ne parlano, tutti lo vogliono. Ma non è una banale moda del momento. Molteplici e fondamentali sono le ragioni per cui tutti indistintamente ne abbiamo bisogno (anche i nostri amici pelosi a 4 zampe…e non solo). A spiegarcele è la naturopata Monica Bertoletti, Naturalmente sani, alias Monique Bert, ideatrice del gruppo fb Medicina Evolutiva, Naturopatia e Detox e coautrice Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb creato dal dr Andrea Luchi.

ALLUNGA I TELOMERI

“Gli acidi grassi essenziali omega 3 hanno molte frecce al loro arco nella prevenzione delle più diverse malattie, incluse molte forme di cancro. In primo luogo gli omega-3 allungano la vita, perché allungano i telomeri, la parte terminale di un cromosoma, DNA che protegge dal deterioramento e il cui accorciamento riduce la durata della vita”. Spiega la naturopata, illustrandoci i grandi benefici.

CONTRO LA DEPRESSIONE

“Per le depressioni è un tocco di guarigione. Alcuni grammi al giorno di olio di pesce, a distillazione molecolare, rigenerano le membrane dei neuroni che non mostrano più alcun segno di perdita delle componenti, cambiando la struttura stessa del cervello. Molti studi evidenziano con chiarezza ineccepibile il legame fra depressione e carenza di omega 3 nell’organismo: più le giacenze sono esigue e più i sintomi sono gravi. Persone che non reagiscono ad alcuna cura vedono la loro depressione migliorare nettamente in tre settimane. Molto utile anche in caso di ansia”.

ANTINFIAMMATORIO ED ANTICANCRO

“Sono di grande aiuto anche nelle malattie infiammatorie intestinali, come le coliti e il morbo di Crohn. In caso di malattie cardiovascolari sono dei regolatori di molti sistemi, sia nei quadri lipidici e pressori alterati, che nel diabete, in quanto riducono la resistenza insulinica, regolando la permeabilità di membrana e gli scambi cellulari. Disinfiammano nelle emicranie, essenziali per la bellezza di pelle e capelli. Riducono la produzione di citochine infiammatorie e i dolori articolari.Contraggono rapporti con fattori vitaminici (vitamine A, E, B6) e intervengono nella regolazione degli scambi emo-tissutali, del trofismo e della funzione delle pareti vasali.Studi scientifici hanno dimostrato che assumere buone quantità di acidi grassi omega-3 aiuta prevenire il tumore del seno, ne riduce il volume e rallenta la crescita fino al 30 per cento”.

ALA, EPA, DHA

“Gli omega 3 sono contenuti nel pesce grasso mentre i precursori (ALA) nei vegetali: in primis nei semi di lino e noci; mandorle e nocciole pochissimo, verdure a foglia verde, alghe, piccole quantità anche nella soia. Pur essendo l’ALA nelle sostanze vegetali, questo non sempre si trasforma in quantità sufficiente in EPA e DHA, dagli effetti positivi succitati ed  è quasi sempre associato a una quota di omega 6,è per questa ragione che occorre limitare l’apporto di olii che non siano l’extra-vergine di oliva di alta qualità. Infatti se l’assunzione di acidi grassi omega 6 è maggiore di quella di omega 3, maggiore sarà la produzione di metaboliti dell’acido linoleico, fra cui il famigerato assassino che è l’acido arachidonico (AA) e minore quella dei metaboliti dell’ALA (EPA e DHA). Ciò ha importanti implicazioni pratiche se si considera che i metaboliti derivati dall’ALA hanno effetti biologici profondamente diversi.L’AA è il precursore di sostanze come trombossani e leucotrieni che producono vasocostrizione, broncocostrizione, attivazione dei leucociti polimorfonucleati e aumento della permeabilità vascolare. L’EPA e DHA sono i precursori di altre sostanze che favoriscono la vasodilatazione e riducono la broncocostrizione”.

OLIO DI PESCE: LA FONTE MIGLIORE

“Nei paesi occidentali industrializzati il rapporto omega 6: omega 3 è ad oggi pari a 15:. I motivi di questo rapporto sbilanciato sono ascrivibili all’aumentato consumo di olii vegetali ricchi in omega 6, soprattutto se cotti, e dal limitato consumo di pesce pescato, a favore di quello da allevamento. L’efficienza della conversione endogena di ALA in EPA e DHA è limitata dalla presenza di elevati livelli di omega 6 nella dieta occidentale; di conseguenza maggiori benefici a livello cardiovascolare sono raggiunti quando EPA e DHA vengono forniti preformati con la dieta (pesce) o sotto forma di integratori, che è ciò che vi consigliamo di fare con integratori di alta qualità farmaceutica, sempre distillati molecolarmente, in dosaggio da valutare a seconda delle proprie necessità metaboliche. L’acido alfalinolenico può essere convertito in EPA e DHA mediante reazioni complesse. Studi nell’uomo hanno mostrato che l’entità e l’efficienza di tale conversione sono estremamente basse e sono influenzate da fattori dietetici fra cui la presenza nella dieta di omega 6 e fattori ormonali (estrogeni). Le fonti dietetiche dell’EPA e del DHA sono pesci grassi quali salmone, tonno, sardine, acciughe, sgombri, aringhe.

In assenza di patologie specifiche – conclude Bertoletti –  si può integrare 1 grammo die fra EPA e DHA, 5 giorni a settimana. 3 settimane al mese e a cicli di 3 mesi con pausa di uno. La raccomandazione resta però sempre lo stessa: parlatene prima con il vostro medico curante!”.

 di Miriam Alborghetti