Olio di cocco, una miniera di salute e bellezza

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Il grasso che aiuta a dimagrire, protegge l’apparato cardiovascolare, potenzia l’immunità e riduce il rischio Alzheimer

Monique Bert – Naturopata

Del cocco non si butta nulla: se ne ricava polpa, olio, latte e acqua. Ma ciò che ne fa un alimento straordinario è proprio l’olio. La gran parte dei grassi della nostra dieta, che siano saturi o insaturi, sono acidi grassi a catena lunga, l’olio di cocco è composto invece da acidi grassi a catena media, che gli conferiscono straordinarie proprietà nutrizionali e curative.  “La lunghezza degli acidi grassi è un parametro importante perché il nostro organismo metabolizza gli acidi in modo differente in base alla grandezza. – Spiega la naturopata Monica Bertoletti, alias Monique Bert, nel gruppo fb Medicina Evolutiva, Naturopatia e Detox e coautrice Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb creato dal dr. Andrea Luchi – Gli acidi grassi a catena media sono più digeribili in quanto non necessitano di enzimi pancreatici e bile per la loro digestione. A differenza degli acidi grassi a catena lunga, che dopo i passaggi digestivi e intestinali vengono rilasciati in piccole particelle nel sangue, creando ostruzioni, gli acidi grassi a catena media son già completamente scomposti quando lasciano lo stomaco e, quando arrivano nel tratto intestinale, vengono immediatamente assorbiti nella vena porta e inviati al fegato, dove sono utilizzati come fonte di combustibile per produrre energia. Per questa ragione non ostruiscono le arterie, non producono placche arteriose né grasso corporeo: sono utilizzati per produrre energia!”.

POTENZIA IL LATTE MATERNO

L’olio di cocco migliora l’assimilazione delle altre sostanze nutritive, previene le carenze di vitamine del gruppo B (facilitandone l’assorbimento), migliora il metabolismo del calcio e la salute ossea.

Anche il latte materno è più nutriente e offre maggior protezione antimicrobica dalle infezioni al neonato, se la madre consuma olio di cocco. Il latte materno aumenta in circa mezza giornata la percentuale di acido laurico e caprilico se si consumano 3 cucchiai di olio di cocco, potenziando la funzione protettiva del latte e migliorando la crescita del bambino, proteggendolo dalle infezioni nei primi mesi di vita.

MIGLIORA IL METABOLISMO

Grazie all’utilizzo immediato da parte del fegato degli acidi grassi a catena media, l’olio di cocco migliora il metabolismo, contribuisce a mantenerci vigili e ci offre una sferzata di energia pressoché immediata. E’ un’azione sottile e durevole, non crea dipendenza o assuefazione (a differenza della caffeina). Per gli sportivi può coadiuvare le prestazioni riducendo la stanchezza e l’affaticamento.

Se il malfunzionamento della tiroide non è legato ad altre patologie o a fattori genetici, l’olio di cocco può dare sollievo a diversi sintomi, soprattutto se si segue un’alimentazione adeguata a supportare il problema. Ha un effetto stimolante sulla tiroide, la rimette in moto a un livello di efficienza superiore, certo, occorre riequilibrare la malnutrizione conclamata retrostante.

Un’altra importante caratteristica, è che il suo utilizzo non richiede nemmeno l’intervento dell’insulina, ed è dunque utile in caso di diabete o insufficienza pancreatica senza dimenticare l’importante impatto che gli eccessi insulinici hanno sui quadri endocrini con predominanza estrogenica.

AZIONE ANTIMICROBICA E ANTIVIRALE

L’azione antimicrobica che esercita sul latte materno citato più sopra è valida anche per gli adulti, agisce su germi, parassiti e malattie infettive, aiutando a debellare batteri, funghi e virus. Negli ultimi quarant’anni la ricerca evidenzia che gli acidi grassi a catena media dell’olio di cocco uccidono batteri che provocano infezioni del tratto urinario, polmonite, gonorrea, sono letali per lieviti e funghi che causano fastidiose malattie come piede d’atleta e candidosi.

L’acido laurico che è l’acido grasso più importante del cocco (ne costituisce il 50% dei grassi), nel corpo umano e animale si trasforma in monolaurico che è un monogliceride ad attività antivirale, antibatterica e antiprotozoica nel tratto digerente, utilizzato dall’organismo per distruggere i lipidi che rivestono i virus come HIV, herpes, citomegalovirus, e altri batteri patogeni come quello che causa l’ulcera (Helicobacter Pylori), i virus che provocano influenza, morbillo, mononucleosi ed epatite C, streptococchi emolitici. La polpa e l’olio di cocco uccidono parassiti come la tenia, i pidocchi e la giardia. Si è dimostrato utile anche, grazie all’acido caprico, contro la clamidia e altri batteri a trasmissione sessuale.

Nessun rischio di assuefazione nell’utilizzo reiterato come succede con gli antibiotici. Inoltre, a differenza di questi ultimi, l’olio di cocco lascia illeso il microbiota, ragion per cui anche le infezioni da candida che affliggono molte persone in forma subclinica, non diventano infestanti. Nelle malattie croniche intestinali (IBS, morbo di Chron e coliti ulcerose) offre giovamento agendo sulle cause a monte delle lesioni, spesso create da microorganismi che danno origine a infezioni croniche localizzate di basso grado e febbre.

NON OSSIDA CON LA COTTURA

A differenza di altri oli che perossidano in cottura, l’olio di cocco contiene grassi saturi stabili e altamente resistenti alla perossidazione, che ne impediscono l’irrancidimento con la loro azione antiossidante, limitando i danni che ne derivano, come la produzione di radicali liberi infiammatori. 40 anni di ricerche sull’olio di cocco evidenziano i benefici succitati a patto di farne un uso sensato, in giusta combinazione con gli altri acidi grassi. Utilizzato a queste condizioni il rischio di favorire la genesi dell’aterosclerosi è neutro. Anzi, la Chlamydia pneumoniae, uno dei microorganismi sospettati di avere un ruolo nello sviluppo dell’aterosclerosi, viene inattivata proprio dagli acidi laurico e monolaurico, così come caprico e monocaprico, presenti nel cocco.

NUTRIENTE PER IL CERVELLO

La d.ssa Newport ne ha sperimentato l’efficacia sul marito affetto da Alzheimer, somministrando da 4 a 8 cucchiai al dì, sfruttandone l’effetto in combinazione con una dieta chetogenica, al fine di nutrire le cellule cerebrali in sofferenza, che non riescono a utilizzare correttamente il glucosio nelle malattie neurodegenerative. Ha osservato benefici dimostrati dalla risonanza magnetica, con diversi effetti degni di nota su deambulazione e funzioni mnemoniche. Tuttavia non vi consiglierei mai il fai-da-te in situazioni così complesse. Però è chiaro che si aprono nuovi scenari nella gestione di malattie come AD, Parkinson e SLA.

L’azione dell’olio di cocco sul cancro è altrettanto interessante: interferisce nella replicazione cellulare, promuove un’azione antiossidante, protegge le cellule sane, inattiva molti fattori carcinogenetici come le aflatossine e altri contaminanti alimentari e cancerogeni.

PELLE CAPELLI E IGIENE ORALE

La noce di cocco è considerata un alimento alcalinizzante e ha un potente effetto anticarie se utilizzata nell’oil pulling antica pratica della medicina ayurvedica, che consiglio a tutti.

L’olio di cocco contiene numerosi acidi grassi dal potente effetto idratante, emolliente e nutriente. Viene usato anche come dopo sole. Applicato sul corpo aiuta a prevenire la secchezza, mantenendo la pelle morbida e in condizioni ottimali. Applicato sui capelli ritarda l’incanutimento, lucida lo stelo, aumenta il volume e risalta lo splendore.

E’ un ottimo veicolante per la preparazione di un oleolito miracoloso sulla circolazione linfatica con le essenze di arancio, cipresso e limone. Viene anche utilizzato in malattie come la SLA, sugli arti colpiti, con risultati molto interessanti.

La condizione fondamentale per ricavarne tutti questi benefici è l’utilizzo di olio di cocco che non abbia subito alcun trattamento che ne alteri le proprietà e che dunque sia di origine certificata biologica, extravergine, spremuto a freddo e non deodorato.

a cura di Miriam Alborghetti