Sole sì ma senza rischi

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Vademecum per esporsi ai raggi solari con il massimo beneficio e senza danni

Monique Bert – Naturopata

“Quando ci esponiamo al sole, la reazione naturale della pelle è di produrre un film protettivo, costituito dalla melanina: essa assorbe l’energia delle radiazioni, riducendo il danno alle cellule e dà il colorito abbronzato. Sì, avete capito bene, l’abbronzatura è una reazione infiammatoria dell’organismo, con cui cerca di difenderci dal danno!

A volte l’epidermide può anche avere reazioni abnormi, la più comune delle quali è la scottatura solare, dovuta a un’eccessiva esposizione ai raggi UV senza adeguata protezione; così come potrebbero esserci reazioni anomale anche alle normali esposizioni. Le irritazioni sono rischiose, non tanto nell’immediato, ma sono cumulative, manifestandosi nel tempo con invecchiamento precoce e, nei casi più gravi, tumori.” Così ci spiega la naturopata Monica Bertoletti, Naturalmente sani, alias Monique Bert, nel gruppo Medicina Evolutiva, Naturopatia e Detox e coautrice di Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb creato dal dr Andrea Luchi.

 VITAMINA D

L’azione dei raggi UVB trasforma a livello cutaneo una molecola che sintetizza la vitamina D nella forma attiva, che svolge un ruolo fondamentale nell’assorbimento del calcio e del fosforo, importanti regolatori della massa ossea e di molte azioni immunitarie. Se l’irraggiamento avviene per un periodo di tempo breve si ha produzione di vitamina D ed altri benefici come un buon funzionamento del sistema endocrino, effetti positivi sull’umore e curativo su affezioni della pelle come l’acne e la vitiligine. Se invece le esposizioni sono eccessive, la troppa energia aumenta il rischio che altri costituenti cellulari vengano colpiti e danneggiati.

In particolare, alla nostra latitudine, il sole produce vitamina D dalle 10 alle 14 circa, da maggio a settembre. Un po’ pochino per averne delle buone quantità. Anche potendo prendere il sole ogni giorno in quella fascia oraria, un meccanismo autobloccante farebbe sì che dopo appena 20.000 UI di produzione di vitamina D, per quel dì basta! Per questa ed altre ragioni ritengo indispensabile l’assunzione quotidiana della vitamina D, da valutare sempre con il medico.

IMPRUDENZE DA EVITARE

Occorre quindi esporsi al sole usufruendo dei benefici, evitando le conseguenze nefaste dei raggi UV. Gli orari meno indicati per esporsi sono quelli compresi fra le 11 e le 14, quando i raggi colpiscono la pelle in modo più diretto e sarebbe opportuno usare una protezione molto alta, ma sono gli stessi orari in cui potrebbe formarsi la vitamina D. Anche l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale: mangiare male (fritti e cibi elaborati) durante l’esposizione solare aumenta i processi ossidativi della pelle e quindi il rischio di reazioni anomale e dermatiti.

COME ESPORSI AL SOLE

Negli ultimi dieci anni la ricerca dimostra che chi si espone eccessivamente al sole ha un maggior rischio di tumori della pelle, fra cui il famigerato melanoma, il cui fattore di rischio principale è l’esposizione occasionale e intensa al sole, mentre un’esposizione graduale, moderata e continuativa non ha impatto negativo, anzi potrebbe, in certi casi, ridurre l’incidenza di alcune tipologie di cancro.

La tecnica migliore per prevenire danni alla pelle, scottature ed eritemi è di esporsi i primi due o tre giorni, solamente per 10’ senza protezione solare (poco più o poco meno a seconda del proprio fototipo): si stimola la giusta produzione, protettiva, di melanina. E poi aumentare ad almeno 20’, sempre con le precauzioni personalizzate. Per avere benefici dalla luce solare non è necessario stare immobili sotto il sole come lucertole per ore, è sufficiente rimanere all’aria aperta, vestiti normalmente, almeno un’ora al dì.

I RAGGI CANCEROGENI

Gli ultravioletti sono raggi invisibili di tre categorie. UVA: sono i più abbondanti, penetrano profondamente nella pelle e causano danni gravi, provocano la formazione di radicali liberi che degradano le fibre del collagene, determinano l’invecchiamento precoce della pelle e contribuiscono alla progressione del cancro cutaneo. UVB: sono più carichi di energia, ma sono i meno numerosi (5%), vengono bloccati in parte dallo strato di ozono, ma a causa del buco arrivano a terra meno schermati e quindi più pericolosi. Sono causa di eritema: secondo alcuni studi, questa reazione è la manifestazione di un processo di guarigione innescato dalle cellule sane in risposta al danno causato dagli UVB, tuttavia il processo non è perfetto e cellule alterate possono sfuggire al processo, diventando cancerose.

Entrambi questi tipi di raggi sono cancerogeni, capaci di provocare mutazioni che preludono alla comparsa di cellule cancerose e di modificare l’ambiente per favorire la progressione. UVC: sono molto pericolosi, ma completamente assorbiti dallo strato di ozono.

 

FILTRI SOLARI, QUALI?

Il consiglio è di cospargersi di crema protettiva, con filtri fisici, naturali, che non si ossidano a contatto con la pelle, non si alterano al sole e offrono una protezione più duratura anche per i bambini. Quelli chimici si alterano più facilmente e possono dare reazioni allergiche. Evitiamoli ad ogni costo, insieme agli interferenti endocrini! Il cattivo utilizzo delle creme solari è un fattore che può aumentare il rischio di tumori della pelle: se ci si abbronza molto, utilizzando creme a bassa protezione significa che i danni al DNA si sono già prodotti. La crema di protezione invece riduce diversi tipi di tumore e sono indicati i fattori di protezione medio alta se ci si espone oltre i 15/20 minuti. (Valutazioni da personalizzare).

ALIMENTAZIONE E RIMEDI NATURALI

Un’alimentazione ricca di verdura cruda e frutta fresca, soprattutto nei toni del rosso (pomodori, ciliegie) e dell’arancio (carote, melone, albicocche, papaia), stimolerà in modo naturale la melanina e aiuterà a combattere i radicali liberi. Bere tè verde è l’ideale, per l’effetto dei suoi potenti antiossidanti, con effetti protettivi.

Se invece sapete di avere una certa sensibilità agli eritemi, può essere di aiuto per un mese prima assumere 50 gocce di macerato glicerico o gemmo derivato di Ribes Nigrum, la mattina e 50 gtt di Alnus Glutinosa, una volta al dì, la sera, perché son rimedi specifici per prevenire dermatiti da fotosensibilizzazione.

Se vi siete già scottati invece è efficace cospargersi di oleolito di Iperico, come dopo sole, (non usare per esporsi, perché è foto sensibilizzante), insieme a qualche goccia di olio essenziale di Lavanda: disinfiamma la cute arrossata, lenisce e favorisce la rigenerazione cellulare.

a cura di Miriam Alborghetti