I disturbi dell’umore

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2009
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I disturbi dell’umore

A cura della Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta

I disturbi dell’umore o depressione sono una classe di disturbi psicologici il cui focus è la marcata instabilità del tono dell’umore. La depressione è una malattia invalidante che compromette gravemente la vita famigliare, sociale e lavorativa della persona; ha delle caratteristiche ben chiare e riconosciute dal mondo medico mondiale. Le altre alterazioni del tono dell’umore (sconforto, tristezza, pessimismo) sono delle normali reazioni agli eventi della vita e non sono patologiche. Sia i bambini che gli anziani possono soffrire di depressione; nei bambini la depressione è legata alla diagnosi di ADHD oppure a certi momenti dello sviluppo. Negli anziani la depressione può nascondere un iniziale disturbo neurologico (demenza, parkinson) che va diagnosticato anche attraverso indagini strumentali (risonanza magnetica). Il DSM-V elenca le varie depressioni e le loro caratteristiche. Al fine di rendere le informazioni più utili, li riassumo in 4 gruppi:

1 – disturbo depressivo maggiore o depressione endogena: si ha quando la persona, senza un evento scatenante, perde totalmente interesse per tutte le attività della vita, vuole rimanere a letto e al buio per gran parte del giorno, fa fatica a fare tutto, si muove pochissimo, non si lava più (nonostante le reali necessità), mangia pochissimo con conseguente perdita di peso, presenta pensieri intrisi di immenso pessimismo “cosmico” associato a idee suicidarie per sé e idee di morte per i famigliari. Questo stato ha un esordio improvviso ed è costante per almeno 15 giorni. In questi casi bisogna iniziare al più presto una terapia farmacologica per avere migliori risultati.

2 – bipolarismo: sono una classe di disturbi in cui si passa dalla depressione totale (descritta prima) a estrema attività (maniacalità o ipomanicalità) e il passaggio può essere improvviso e repentino (disturbo bipolare I e II) oppure graduale (ciclotimia). La persona in fase maniacale ha un comportamento caratterizzato da incontrollata ed innaturale attività fisica e di pensiero (la persona dorme pochissimo e non ne risente, mangia troppo e in modo sregolato, usa i soldi in modo incoerente e irrazionale, parla troppo, troppo veloce e con un tono di voce molto alto) e se si cerca di contenerla si possono avere delle risposte aggressive sia verbali sia fisiche. Tutto ciò in assenza di assunzione di droghe eccitanti. Il comportamento ipomaniacale è un po’ meno evidente ed eclatante.

3 – disturbo dell’umore secondario all’uso di sostanze: l’uso di sostanze stupefacenti e di alcol può scatenare depressione sia come effetto secondario sia come slantetizzazione.

4 – disturbi dell’umore “ormonali” (per questi non serve un intervento farmacologico): a) il DSM-V annovera per la prima volta il disturbo disforico premestruale, un insieme di sintomi psicologici (labilità emotiva, forte irritabilità, ansia, difficoltà di concentrazione) e di sintomi fisici (indolenzimento del seno, dolori articolari o muscolari, senso di gonfiore e aumento di peso) caratteristici della fase premestruale; b) maternity blues: si evidenzia in parecchie donne dopo il parto, è caratterizzato da instabilità emotiva ed è derivato dal repentino cambiamento ormonale; solitamente si risolve nel giro di 15 giorni.

I disturbi dell’umore sono molto frequenti e non passano da soli. La soluzione ottimale è la terapia farmacologica associata alla psicoterapia.

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