E se fosse ristrutturato lo Stadio Flaminio a Roma?

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di Emiliano Foglia

La nostra redazione da mesi si sta occupando del caso Stadio Flaminio.

Ampiamente abbiamo documentato ai nostri lettori la storia, l’utilizzo e la decadenza del tempio del calcio romano. Ne sono state dette e raccontate tante, come tante sono state le denunce sullo stato di abbandono e degrado che da alcuni anni versa lo storico impianto romano.Tralasciando per il momento il discorso sulla possibile assegnazione del Flaminio, il dilemma rimane il solito:abbatterlo (e poi ricostruirlo ex novo) o ristrutturarlo? Visto che a noi de “L’Ortica Sportiva” il termine abbattere non piace proprio, vogliamo occuparci di un ipotesi di ristrutturazione. Visionando l’area attuale dove sorge da sempre l’impianto ci accorgiamo subito di non essere di grandi dimensioni e con la realizzazione passata dell’ Auditorium a fianco del Flaminio, ci chiediamo quale possa essere una soluzione di ampliamento in quel quadrante di non grandi dimensioni. Qualche anno fa si era paventata l’ ipotesi di scavare in profondità, così da poter lasciare intatta l’armoniosa linearità originale dello stadio. Il problema sorge quando scavando in  profondità, si vanno a togliere metri al campo di gioco perdendo così la funzionalità del gioco del calcio. Nel 2012, venne alla ribalta un’ ipotesi di progetto realizzato dal “GRUPPO SPA”, che probabilmente si avvicinò più di tutti all’ ipotesi di ristrutturazione più funzionale alla causa Flaminio, lasciando intatta la storicità del progetto originale realizzato dall’architetto Antonio Nervi con la consulenza strutturale del padre Pier Luigi tra il 1957 ed il 1958. Il “GRUPPO SPA” dichiarò che si poteva aumentare il numero dei posti a sedere fino a 60 mila, lasciando inalterata la struttura originaria dello stadio. Il progetto presentato alla stampa nel 2012 dallo studio romano sembrò essere il più azzeccato. Il nuovo Flaminio venne concepito a tre anelli per quasi la totalità della sua ellisse, lasciando la parte dell’ attuale tribuna coperta cosi com’è, ad un solo anello. Il secondo e terzo anello vennero progettati non edificati sulla struttura esistente, ma costruiti al di fuori dell’ impianto attuale. Immaginiamoci quindi, che gli spettatori del secondo e terzo anello siano sospesi su una terrazza che affaccia sopra la vecchia struttura ma non la tocca, poiché importanti piloni strutturali con annesse le scale avrebbero sostenuto la nuova struttura.  Il tutto chiaramente coperto come gli standard di qualità degli stadi a norma UEFA richiedono. Tutto molto bello e assolutamente funzionale. Per essere onesti e trasparenti, il punto dolente della ristrutturazione del Flaminio è uno solo. Purtroppo la vicinanza del cavalcavia di Corso Francia rende difficilmente attuabile un’ ipotesi di ristrutturazione dell’ impianto, infatti bisognerebbe trovare una variante alla rampa che scende da Corso Francia e che al momento vista la vicinanza delle case del quartiere Parioli è di difficile traslocazione.