ALDO ERCOLI: POLMONITI DA CORONAVIRUS

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“UNA DOMANDA A CUI NON SO DARE ALCUNA RISPOSTA”

di Aldo Ercoli

«Domenica sera 1 marzo ho visto, nel corso del programma “Non è l’arena” (Giletti), il caso di una giovane donna riscontrata affetta da coronavirus. Recatasi in ospedale per febbre alta (39°C) e altri sintomi delle prime vie aeree gli è stata diagnosticata una polmonite (è risultata positiva al coronavirus). E’ stata dimessa guarita il martedì successivo per un periodo di “quarantena” (due settimane) in isolamento domiciliare. In video conferenza la ragazza ha dichiarato di non avere più la febbre di sentirsi bene a parte la presenza di tosse.

Il coronavirus può causare una polmonite definita “atipica” come la Legionella, Micoplasma, Clamidia, virus influenzali e parainfluenzali. Questa forma di polmonite (atipica) presenta caratteristiche cliniche diverse da quella “tipica” (addensamento polmonare all’esame obiettivo). Oltre alla sintomatologia, molto differente (minimi segni respiratori all’esame obiettivo toracico) la forma atipica evidenzia una radiografia del torace francamente patologica (infiltrato spesso disomogeneo oppure diffuso).

Mi domando: come è stato possibile guarirla se a differenza di altre forme atipiche batteriche non ci sono attualmente farmaci efficaci? Cito testualmente il Conns Current Therapy (54° ed 2002).

Nessun farmaco specifico è tutt’oggi disponibile per il trattamento delle polmoniti da virus parainfluenzale, coronavirus, e adenovirus”.

Che tipo di farmaci gli sono stati somministrati per guarirla e metterla in quarantena a domicilio? Era forse una polmonite batterica? E’ questa una domanda a cui non so dare alcuna risposta. Si tratta forse di un ceppo diverso dal classico coronavirus che risponde bene ad un associazione di farmaci antivirali (antiebola, anti Hiv etc)?

Faccio notare che il coronavirus che conoscevamo finora colpiva soprattutto bambini. Questo attuale colpisce giovani adulti e soprattutto pazienti anziani».

Aldo Ercoli