TRAFFICO E PUNTA DI PALO: NECESSARIA UNA VARIANTE

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IL SINDACO LADISPOLANO VUOLE ACCELERARE L’ITER.

«La variante tra la statale è viale Mediterraneo è sempre più urgente». A Ladispoli i cantieri di Punta di Palo proseguono senza sosta ma a preoccupare comitati e associazioni è la viabilità.

L’aumento della popolazione a ridosso della fascia Aurelia, si prevede una crescita di quasi duemila residenti, non fa che alimentare le preoccupazioni di automobilisti e pendolari già alle prese con il traffico e il pendolarismo in una città che sta letteralmente esplodendo. D’estate poi il numero degli abitanti sale da 40mila a 100mila, se non di più, e la situazione è diventata ingestibile: non si trovano parcheggi, in alcune giornate da Ladispoli a Cerveteri, comuni distanti solo tre chilometri, ci si impiega più di 20 minuti.

A luglio e agosto poi da registrare anche un gran numero di incidenti e tamponamenti che hanno provocato rallentamenti esasperando gli animi pure dei vacanzieri. Ecco perché torna alla ribalta la realizzazione di un nodo viario fondamentale: il terzo ingresso per Ladispoli. Un piano per altro già c’è. Immaginando già la variante e procedendo verso Civitavecchia, si supererebbe lo svincolo sud e si entrerebbe a sinistra verso viale Mediterraneo e quindi il quartiere Cerreto laddove è nato il progetto Arbolia con la piantumazione di migliaia di alberi. Affascinante il discorso relativo al nodo viario che attraverserebbe il futuro bosco urbano vicino al fiume Sanguinara. L’iter non è ancora iniziato ed è in una fase primordiale. Più i lavori di Palo vanno avanti, più è vitale accelerare il collegamento viario.

Il sindaco considera questo progetto comunque tra quelli prioritari. «Senza dubbio – ammette Alessandro Grando – ed è un’opera da svariati milioni di euro. Proprio per questo parliamo anche un iter lungo e tortuoso con diversi soggetti che dovranno essere coinvolti come Anas, per quanto riguarda l’Aurelia, e Regione per il discorso urbanistico, assieme anche ai privati proprietari di terreni. Quando ad ottobre ci sarà la pronuncia sulla Vas credo che il quadro sarà più completo anche per la variante». Variante a parte, i comitati si battono per una migliore sicurezza sulla statale e all’incrocio con le frazioni. È il caso di Olmetto Monteroni. «Al momento il territorio è abbandonato e la procedura di urbanizzazione è ferma – sostiene Massimo Renna, presidente dell’associazione “Consorzio Alsium” –, l’accesso per Olmetto è sempre uguale e le proposte per corsie di accelerazione e decelerazione non sono state prese in considerazione. Gli incidenti sono periodici. Occorrerebbe una complanare con un terzo punto di inserimento».

Dalla parte sud a quella nord. C’è un altro nodo irrisolto e che manda in tilt la circolazione negli orari di punta: la viabilità a ridosso del centro di arte e cultura. L’unico ingresso al fast food crea ingorghi continui nonostante la presenza di una rotatoria. È persino a rischio il passaggio di ambulanze o mezzi di emergenza come i vigili del fuoco.

Più volte l’opposizione politica ha chiesto un nuovo piano del traffico o comunque un altro accesso anche in previsione della futura inaugurazione dell’auditorium “Massimo Freccia” attualmente un cantiere aperto.