«CAMPO NON OMOLOGABILE PER LA C»

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DOCCIA FREDDA PER IL BASKET E PER LA RIM. A CERVETERI L’IMPIANTISTICA SPORTIVA LASCIA A DESIDERARE.

L’inizio del raduno, il sorteggio dei nuovi gironi ma soprattutto il trasferimento ad un altro impianto di gioco perché quello attuale non è stato ritenuto omologabile dalla Federazione. Una doccia fredda per i campioni del basket della Rim che dovranno traslocare a Valcanneto. In C Gold sta per partire la nuova avventura dei ragazzi anche se l’allenatore è amareggiato per questa notizia.

«Sono e siamo rammaricati – commenta Giorgio Russo – più che altro è la motivazione a lasciarmi perplesso perché i pali in fondo sono praticamente troppo vicini al campo per soli 10 centimetri. Nella stessa struttura ad Ostia, invece, l’autorizzazione è stata concessa. Non capisco davvero. Già non è facile per i costi da affrontare in questa categoria. Ci sono club che hanno investito dai 100 ai 150mila euro, noi ci reggiamo con le nostre forze, con l’aiuto di sponsor locali che ci hanno dato una grande mano».

La Rim è stata inserita nel raggruppamento B con Civitavecchia, Frascati, Ciampino, Virtus Valmontone, Smit Roma, Tiber, Fonte Roma, Palocco, New Basket Time Latina, Virtus Pomezia e Città Futura. Partenza subito col botto visto che il calendario ha messo di fronte i cerveterani con Civitavecchia.

In queste ore però si discute sull’impiantistica sportiva. «Non possiamo più permettere che l’amministrazione comunale – parla il consigliere d’opposizione Gianluca Paolacci – non acceda ai fondi del Credito Sportivo, girando le spalle. Non solo abbiamo problemi molto pesanti in ambito di impianti, ma non si fa nulla per costruirli. Ad esempio non è possibile che la Rim, squadra di basket, debba finire a Valcanneto per giocare un torneo importante come quello di serie C. Le realtà private, così come lo è quella della famiglia Rinaldi, vanno aiutate, invogliate a reperire finanziamenti per migliorarne le condizioni».

Cerveteri è una città di 40mila abitanti ma non ha un palazzetto dello sport. Il problema nasce anche per il manto del Galli, il campo principale. Costruito nel 2010 – ricorda Paolacci – ha ancora qualche anno di vita. Il sintetico tra qualche tempo avrà bisogno della sostituzione