CON “SALUTAMME BERSAGLIÉ” IL MINISTERO DELLA CULTURA E IL LUCE-CINECITTÀ RENDONO OMAGGIO A ROMA ALLA GRANDE DIVA DEGLI ANNI RUGGENTI, SIMBOLO DI EMANCIPAZIONE FEMMINILE.
di Barbara Civinini
Eclettica e self made woman in tempi “insospettabili”, Gina Lollobrigida, all’anagrafe Luigia, classe 1927, scomparsa lo scorso gennaio, è rimasta nell’immaginario collettivo come Bersagliera, la popolana tutta cuore, bellezza e semplicità dei due film cult firmati da Luigi Comencini agli inizi degli anni Cinquanta.
Oggi le rendono omaggio il Ministero della Cultura e l’Archivio Luce-Cinecittà con una mostra di oltre 120 scatti dedicata alle sue mille arti: “I mondi di Gina”, un tassello importante per comporre il profilo di quest’artista straordinaria.
Luce e Cultura hanno raccolto una sorta di testamento spirituale che l’attrice aveva lasciato in un’intervista, quando aveva detto: “Vorrei essere ricordata soprattutto come artista e, perché no?, anche come attrice”. La mostra, realizzata nelle sale di Palazzo Poli, che si affaccia su Fontana di Trevi, a Roma, ripercorre tutta la sua vita, confoto provenienti dall’Archivio Luce-Cinecittà, dal Centro Sperimentale di Cinematografia, dal Museo di Fotografia Contemporanea e da altri archivi. La mostra si potrà visitare sino all’8 ottobre.
A VENEZIA LA PROIEZIONE IN ANTEPRIMA MONDIALE DI “PORTRAIT OF GINA” DI ORSON WELLES.
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica in corso fino al 9 settembre a Venezia ha dedicato a Gina Lollobrigida la preapertura con la proiezione di “Portrait of Gina” (1958, 27’) di Orson Welles, presentato in prima mondiale in collaborazione con Cinecittà, nella versione restaurata per l’occasione dal Filmmuseum di Monaco di Baviera e “La provinciale” (1953, 113’) di Mario Soldati, presentato in prima mondiale nella versione restaurata per l’occasione dal Centro Sperimentale di Cinematografia Cineteca Nazionale, in collaborazione con Compass Film, tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia.
Il primo lavoro cinematografico è uno dei progetti più singolari di Orson Welles, un reportage del grande regista americano a Roma mentre intervista, oltre a Gina Lollobrigida, personalità del cinema italiano quali Vittorio De Sica, Rossano Brazzi, Paola Mori e Anna Gruber, amica storica della Lollobrigida. Si tratta di un episodio pilota di una serie televisiva della ABC, mai completata, su “persone e luoghi” con il grande regista come guida.
A lungo considerato perduto, il lavoro consiste in una singolare intervista di Welles a Gina Lollobrigida nella sua villa dell’Appia antica. Il film è rimasto inedito fino al 1986, quando è stato proiettato alla Mostra di Venezia, un anno dopo la morte del regista. “In realtà non è assolutamente un documentario – ha dichiarato Welles nel 1958 – piuttosto un saggio, un saggio personale. Non cerca di essere fattuale ma solo di non raccontare bugie, nella tradizione del diario. Sono le mie riflessioni su un dato soggetto, Lollobrigida, e non su quello che è in realtà. Ed è anche molto più personale del mio punto di vista. È un vero e proprio saggio. “Portrait of Gina – ha sottolineato ancora Welles nel 1970 – era incentrato sul mondo del cinema romano.
Gina Lollobrigida era il soggetto principale, ma c’erano anche tante altre persone. De Sica, tra gli altri. Il film era stato pensato come episodio pilota per una serie proposta alla ABC. Ma loro lo hanno odiato ed è stata la fine del progetto. Dissero che era tecnicamente inidoneo e che non poteva essere mostrato. Avevo avuto molte idee nuove per questo progetto – composto da disegni di Steinberg, molte fotografie, conversazioni, piccole storie – ma lo considerarono come una sprovvedutezza tecnica”. di Graziarosa Villani