Siccità, cadono decreti dal cielo

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Fiumi a secco, il Po è uno degli emblemi di questa crisi idrica.

Un decreto siccità per affrontare l’allarme acqua. Il provvedimento è sul tavolo, intanto le Regioni sono pronte a chiedere lo stato d’emergenza. Non è stata la stagione delle piogge e, non sembra lo diventerà. Per la Regione Lazio, Nicola Zingaretti definisce “grave” la situazione in provincia di Roma, il razionamento dell’acqua è la misura tampone per evitare sprechi idrici, l’acqua è una risorsa che non c’è. Priorità dunque ai bisogni primari, tra i divieti, quello di riempire le piscine.  Agricoltura e industria sono il problema prioritario, è necessario usare con bene così prezioso in modo attento e responsabile senza procurare allarme, a Roma il rischio razionamento non c’è. Così il sindaco Gualtieri ai romani. Il rischio vero invece è quello di assistere all’uso incontrollato di termini come stato d’emergenza, decreto siccità, divieto, obbligo. Lo stesso vocabolo razionamento, divenuto virale in meno di 24 ore, riporta alla paura. Non necessaria.
Verso la consapevolezza.