“Rapito”, l’ultimo film di Marco Bellocchio

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Presentato ufficialmente, in concorso, al 76º Festival di Cannes. Ispirato alla ricostruzione storica di Daniele Scalise “Il caso Mortara. La vera storia del bambino ebreo rapito dal papa”.

di Barbara Civinini

edgardo manara
Il piccolo Edgardo è interpretato da Enea Sala – 01 Distribution

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa, per ordine del cardinale, prelevano della sua casa Edgardo, il figlio di 7 anni della famiglia Mortara. Ritenuto in punto di morte, a sei mesi secondo le dichiarazioni di una domestica il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio.

La battaglia dei Mortara, sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica, presto assume una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire Edgardo. Mentre il bambino cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

Fabrizio Gifuni è l’inquisitore – 01 Distribution

Su questa storia vera, ispirata alla ricostruzione storica fatta da Daniele Scalise “Il caso Mortara. La vera storia del bambino ebreo rapito dal papa”, Marco Bellocchio ha costruito il suo ultimo film, di cui ha curato anche la sceneggiatura con Susanna Nicchiarelli, Edoardo Albinati e Daniela Ceselli, presentato in anteprima al 76º Festival di Cannes. “Rapito, insieme a “Il sol dell’avvenire” e “La Chimera”, è uno dei tre titoli italiani ufficialmente in corsa alla kermesse cinematografica.

La pellicola è stata anche oggetto di un saggio a cura del critico Paolo Mereghetti, “Rapito. Un film di Marco Bellocchio”, una novità edita dalla Cineteca di Bologna che segue il percorso produttivo del lungometraggio attraverso le testimonianze del regista, dei produttori, l’inquadramento storico e saggi critici.

Barbara Ronchi interpreta la madre di Edgardo – 01 Distribution

Un caso – come riporta la Cineteca – cui si erano interessati anche Steven Spielberg e Julian Schnabel e nel quale, dice Paolo Mereghetti, “il regista piacentino ha visto la possibilità di affrontare i nodi – la Famiglia, la Chiesa, il Potere – che da sempre sono al centro del suo cinema. E che nella storia del piccolo Mortara rivelano una forza e un’evidenza finora inedite nella sua filmografia”. Certo si ratta di una pellicola che ha dato modo al regista di affrontare il suo tormentato rapporto con la religione e il potere, con cui si è misurato più volte nei suoi film.

Comunque, Bellocchio dichiara:E un film, non è né un libro di storia o di filosofia, né una tesi ideologica”. Secondo la ricostruzione documentale il piccolo Edgardo crebbe e divenne un professore di teologia, oltre che missionario apostolico. Nelle sue memorie avrebbe definito il“non possumus”dell’ultimo Papa Re come“eroico”. Una locuzione derivata dalla tradizione paleocristiana: sarebbe la frase che gli apostoli Pietro e Giovanni avrebbero opposto a chi chiedeva loro di non predicare il Vangelo subito dopo la morte di Cristo.

Leonardo Maltese, Edgardo da adulto, in una scena del film –01 Distribution

Pio IX è interpretato da Paolo Pierobon, il perfido De Silva di“Squadra antimafia – Palermo oggi”, mentre Fabrizio Gifuni veste i panni dell’inquisitore. Parte degli incassi sarà devolta per le popolazioni alluvionate dell’Emilia Romagna, Regione che ha sostenuto la pellicola con la Film Commission insieme al Ministero della Cultura.