NUOVO LOOK PER LA PALUDE DI TORRE FLAVIA

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FEDERICO ASCANI: “VERSO UN’ETICHETTA CHE CERTIFICA IL SITO COME POLO TURISTICO SOSTENIBILE”. IL GRANDE LAVORO ‘DIETRO LE QUINTE’ DI TUTTI I VOLONTARI.

Dietro ad una spiaggia pulita dalla plastica, ad un cartello che indica la presenza di specie rare o ad uno stagno pieno d’acqua con tanti uccelli migratori c’è un grande lavoro continuo, periodico, costante degli operatori della città Metropolitana di Roma Capitale che da più di venti anni gestiscono il monumento naturale “Palude di Torre Flavia”, in concerto con tutti gli amanti della natura, cittadini che aiutano nella gestione dell’ente sotto forma di volontariato, realizzando pannelli, muretti sulle dune per tutelare i nidi di Fratino, piantando alberi, impegnandosi come guide. Un’area partecipata, gestita dai bambini delle scuole locali, un bene comune da mantenere per la biodiversità, per noi e per le generazioni future. Queste parole presentano il manuale intitolato ‘La gestione operativa di un ecosistema: la Palude di Torre Flavia” scritto nell’intento di far comprendere a tutti coloro che frequentano il parco la complessa gestione della biodiversità e degli ecosistemi di un’area protetta. A cura di Corrado Battisti, Egidio De Angelis, Carlo Galimberti e Narciso Trucchia, si tratta di un manuale per studenti e volontari, per chiunque desidera rendersi attivo nel settore green.

L’area protetta monumento naturale Palude di Torre Flavia rappresenta una delle ultime aree umide del litorale laziale, caratterizzato da canneti e giuncheti che costituiscono un importante habitat naturale per l’avifauna migratoria ma anche per molte altre specie e comunità animali e vegetali.

 

Ma non è sempre stata così – racconta il direttore del parco, Corrado Battisti – “era il non urbanizzato, i canneti sono arrivati negli anni settanta, un percorso affascinante e tortuoso culminato con la partecipazione dei cittadini, al modello che siamo oggi“.

Per un tuffo nel passato torniamo agli anni trenta quando Primo Mantovani si prese cura dell’area (non bonificata) dedicandosi alla piscicoltura coltivando cefali e anguille, quando hanno cominciato ad immettere acqua grazie alla quale oggi c’è il canneto! E con esso sono arrivate 130 specie di uccelli legati ai canneti. La pescicoltura creava stress ma al tempo stesso ha contribuito a cambiare l’ambiente. A Primo Mantovani è stata dedicata la via adiacente l’oasi, area attenzionata, in quanto ritenuta a rischio cementificazione.

E prosegue Battisti – “Quando venne assegnata quest’area protetta alla provincia di Roma, l’ente pubblico è lontano dal parco e la gestione per lunghi anni è stata difficoltosa fino a quando, grazie al supporto dei social, si è partiti dal basso, dall’azione dei cittadini volontari verso il rilancio del sito. Adesso abbiamo un parco: panchine, staccionate, cartelli e finalmente abbiamo aperto un nuovo sentiero all’interno, un anello meraviglioso che consente di trascorrere due ore nella natura“.

Parlando del successo del parco dunque non si può non citare la determinante realtà del volontariato: chi sono e cosa fanno i volontari? Sono persone che lavorano con costanza e professionalità a tutela dell’ambiente, l’area protetta di Ladispoli ne è la conferma, un modello per le altre realtà italiane. Fra tutte, l’associazione Marevivo, ha ricevuto dalla Presidente del Senato il Premio al Volontariato 2021, ai volontari si deve la stesura della legge denominata ‘Salvamare’. La referente Rita Paone – “L’Oasi di Torre Flavia è un bellissimo esempio di intento comune tra amministrazioni e mondo del volontariato, un ambiente unico oggi conosciuto in ogni parte d’Italia, ma allo stesso tempo molto fragile e per la gestione del quale saranno sempre più necessarie attenzione e professionalità. La spiaggia particolarmente ricca di biodiversità, le dune, gli uccelli protetti che la abitano in estate, devono essere di interesse ed oggetto di protezione ancora maggiore oggi, che nella nostra Costituzione è stata inserita la tutela dell’ambiente“.

Bilancio positivo per l’Oasi grazie al contributo di città metropolitana.

Nell’incantevole cornice dell’agriturismo Torre Flavia sabato 23 aprile si è svolto l’incontro tra istituzioni, associazioni e cittadini di Ladispoli per dare importanza al Monumento naturale Palude di Torre Flavia ed evidenziare il lavoro svolto come città metropolitana. Federico Ascani, Consigliere metropolitano della Città metropolitana di Roma Capitale: “il più rilevante è stato un contributo di circa trecentomila euro, il più importante arrivato a questa palude per opere di manutenzione straordinaria“. Inizialmente l’obiettivo era quello di creare un percorso ciclopedonale che collegasse Campo di Mare a Ladispoli, per rendere l’area più fruibile a cittadini e turisti, “non è stato possibile per problematiche di bilancio – informa Ascani – non avevamo i tempi per presentare un progetto del genere, però ci siamo occupati dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria di cui l’area necessitava. Ma l’obiettivo di tutelare e potenziare l’area naturalistica resta e lavoreremo in quella direzione puntando ad un turismo sostenibile quale risorsa per la città di Ladispoli”. Tra i progetti in cantiere, un’etichetta che certifichi la palude come sito turistico sostenibile a livello internazionale.

Barbara Pignataro