Stimolata da un programma televisivo, ho fatto delle ricerche sull’invidia materna.
La letteratura conferma che, anche se questo è un argomento tabù, spesso le madri diventano invidiose delle proprie figlie, soprattutto quando queste ultime raggiungono la fase adolescenziale e da bambine si trasformano in giovani donne. In questo periodo la madre vede nella figlia una concreta rivale. Nelle ricerche effettuate, alcuni autori evidenziano che una sorta di invidia materna è naturale quando la madre entra in menopausa: io mi discosto da queste affermazioni.
Chi è la madre invidiosa della propria figlia?
Solitamente è una madre con una spiccata personalità narcisistica e con una bassissima autostima.
È una madre che tappa temporaneamente i propri buchi emotivi, con la sottile svalutazione della propria figlia traendone un’effimera soddisfazione.
È una madre che non pensa minimamente alle conseguenze a lungo termine del suo comportamento sulla figlia.
È una madre-bambina che gioca a fare la madre competente con la propria figlia.
È una madre che fin dalla tenera età della figlia, si è presentata come la persona migliore al mondo e come la sua migliore amica tanto da esserne quasi venerata.
È la madre che consiglia sempre bene la figlia ma che non le dà la possibilità né di sbagliare né di fare giusto.
È una madre che lega a sé la propria figlia non facendola crescere in modo sano perché è proprio la madre che ha bisogno della figlia.
È una madre che fa paragoni con gli altri mettendo sempre in competizione tutte le persone anche in modo sottile.
È la madre che manda un’enormità di messaggi paradossali alla figlia tipo “Cerca di rendermi orgogliosa di te, ma non troppo per non offuscare la mia immagine.”. “Fai la brava bambina: fai ciò che ti dico io anche se non sarai mai come me!”. “Qualsiasi cosa fai, la potevi fare meglio”.
Cosa succede nelle figlie?
Le bambine crescono con la convinzione che c’è qualcosa in loro che non va.
Crescono con l’idea che non ce la faranno mai ad essere perfette.
Crescono cercando la continua approvazione degli altri e con una grande sensibilità ai fallimenti.
Crescono con un’autostima estremamente bassa.
Crescono con una grandissima difficoltà a riconoscere la rabbia e il dolore.
Crescono anche con l’idea che se qualcosa va bene è merito delle circostanze esterne e non per merito loro.
Crescono con un’idea del femminile castrante e del maschile che si adegua alle situazioni. È estremamente difficile che una figlia, diventata donna, riconosca di essere stata oggetto d’invidia della propria madre. È più facile pensare che qualcosa non vada bene in lei piuttosto che mettere in discussione anni e anni di relazione materna. La bambina vede la madre come l’esempio di donna, madre, moglie, amica, persona. Nella delicatezza della crescita, il figlio piccolo necessita di basi solide formate da affetto, amore, appoggio e dello stimolo necessario per affrontare gli eventi della vita. Se la madre scoraggia e contemporaneamente svaluta qualsiasi sperimentazione della realtà, la bambina cresce con moltissima confusione. I figli necessitano dell’approvazione delle figure genitoriali: in questo caso, però, è più protettivo non fare nulla.
Questo articolo è rivolto alle donne di qualsiasi età che si riconoscono figlie di una madre invidiosa. È rivolto, infine, alle madri che si riconoscono invidiose delle proprie figlie ma che vogliono cambiare modalità di essere madri per non procurare più danni e per riparare a quelli fatti (si può sempre riparare).
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Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta
Psicologa Giuridico-Forense
Cell. 338/3440405