LE SEPARAZIONI INFINITE

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separazione

In questo articolo parlerò delle separazioni infinite, ossia di quando gli “ex” lo sono solo nella carta ma non nella vita reale. Molte sono le persone che raccontano “Dott.ssa, i miei genitori non hanno mai finito di litigare. Hanno continuato a farlo anche negli anni dopo la separazione e dopo il divorzio. A questo punto sarebbe stato meglio che non si fossero mai separati, almeno non avrei fatto il pacco postale”.

Questo è uno degli esempi. Da una ricerca recente emerge che molte sono le separazioni ma poche di queste si evolvono in divorzi. Una delle possibili cause evidenziate è il costo economico, anche se ultimamente il divorzio non è più costoso come pochi anni fa.

Una, invece, delle cause possibili che ostacola l’evoluzione da separazione a divorzio è il mantenimento del legame psicologico con l’ex che, ovviamente, è inconscio e negato. La separazione, per esempio, non compare come stato civile nella carta di identità, mentre la dicitura divorziato sì. Il divorzio, a livello psicologico, ha un connotato definitivo come se non si tornasse indietro.

L’aggressività e la rabbia che emergono nella relazione tra i due ex-coniugi rappresentano un altro legame e sono frutto della delusione per il fallimento di un progetto di vita su cui tanto le persone hanno investito. Il divorzio separa la coppia coniugale ma non quella genitoriale; il dover confrontarsi, al di là delle decisioni del giudice, sui figli, sulle decisioni da prendere può essere il territorio adatto dell’espressione dei conflitti irrisolti coniugali.

Sei sono le fasi del divorzio:
1) il divorzio emotivo che arriva quando la coppia è insieme ed uno dei due inizia un disinvestimento emotivo; ora uno dei due subisce la decisione dell’altro;
2) il divorzio legale, gestita dagli avvocati e dal giudice;
3) il divorzio economico che implica la separazione economica e la divisione delle spese riguardo i figli e/o le cose materiali;
4) il divorzio dalla comunità: spesso i coniugi tendono ad allontanarsi dalle amicizie che avevano in comune e a trovare un modo per frequentare persone single/separate per, eventualmente, rifarsi una vita;
5) il divorzio genitoriale: anche se ultimamente con la legge del 2006 i genitori hanno il dovere di avere contatti con i figli in modo equo può succedere che i figli vedano meno uno dei due genitori;
6) il divorzio psicologico: è l’obiettivo da raggiungere, cioè la piena indipendenza psicologica dell’uno verso l’altro, la cessazione delle conflittualità o la loro riduzione ai minimi termini.

Quando i due coniugi arrivano a questo livello, hanno elaborato il lutto della separazione, sono pronti a riprendere in mano la loro vita in modo completo, i livelli di tensione sono ridotti ai minimi termini e ne godranno dei vantaggi non solo loro ma anche, e soprattutto, i figli. Si sceglie quel partner perché con lui/lei si ripete in modo inconscio la relazione con le figure primarie e, talvolta, si ripete la dinamica vista per anni nella propria famiglia.

L’elaborazione della separazione (non la sua dimenticanza, non il metterla in un baule chiuso a chiave) implica la consapevolezza che la scelta di quel partner è derivata da “affinità elettive” che guidano la vita e le relazioni amorose in modo inconscio. La rabbia verso il partner, per esempio, protratta per anni e mai risolta, solitamente è una rabbia vecchia che risale alle delusioni primordiali con le figure adulte di riferimento.

Non credo sia adatta neanche la dicitura “ci lasciamo da buoni amici” perché, in fondo, amici i coniugi non lo sono. Sono coniugi ed ex tali.

psicologia giuridica

Dottoressa Anna Maria Rita Masin
Psicologa – Psicoterapeuta Psicologa Giuridico-Forense
Cell. 338/3440405

www.psicoterapeutamasin.it
Cerveteri
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