Ladispoli si interroga: Ora al Cerreto che succederà?

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Ladispoli si Interroga
immagine di un uomo che si domanda

Sentenza epocale del tribunale che sconfessa il Consorzio respingendo l’istanza contro un residente morosoUna domanda in queste ore  assilla i residenti del quartiere Cerreto. Sia quelli che sono in regola con i pagamenti delle quote consortili, sia i tanti che per anni se ne sono infischiati di versarle. Una domanda che, aldilà delle interpretazioni che sono arrivate a pioggia in queste settimane, appare legittima e foriera di scenari ormai imprevedibili. Cosa accadrà ora al Cerreto dopo che il tribunale ha dato ragione ad una proprietaria di immobile che si rifiutava di saldare le quote, contestando la legittimità del Consorzio? Una sentenza spartiacque che, ovviamente, ora provocherà l’effetto domino, scatenando la reazione sia di chi per anni si è visto recapitare i decreti ingiuntivi, sia soprattutto della maggioranza di cerretini che ora di domandano per quale motivo da decenni debbano sborsare denaro per la sopravvivenza del Consorzio. Un caos totale insomma in una vicenda che da tempo era motivo di battaglie in sede legale, di polemiche politiche e soprattutto di tanta confusione amministrativa. Al Cerreto, per sintetizzare la faccenda, da anni il Consorzio sta bussando alla porta dei morosi per chiedere il saldo delle centinaia di migliaia di euro di quote mai versate. Denaro che doveva essere utilizzato per il completamento delle opere di urbanizzazione nel quartiere e per l’acquisizione delle aree verdi. Oltre ovviamente ad interventi di manutenzione viaria. E su questo aspetto potremmo aprire un lungo discorso soltanto nel ricordare il pietoso stato, ad esempio, di via Parigi. Arteria da anni coperta di buche, smottamenti e voragini. Davanti alle ingiunzioni di pagamento e minacce di sequestri c’è stato chi ha deciso di portare la questione in tribunale, a colpi di carte bollate ed udienze, in questi giorni è arrivata la sentenza che è difficile non definire epocale.  I giudici di Civitavecchia, infatti, hanno ritenuto inammissibile il procedimento promosso dal consorzio Cerreto nei confronti di una proprietaria di immobile in quanto, vi è un’insussistenza allo stato degli atti della prova relativa all’esistenza dei poteri di rappresentanza del Consorzio in capo al liquidatore che ha sottoscritto la procura in calce all’atto di precetto. In pratica, per il tribunale lo statuto del Consorzio non è stato integralmente depositato agli atti e sarebbe presente solo uno stralcio del documento. Inoltre, secondo quanto evidenziato dal verdetto, per quanto riguarda i poteri dei liquidatori, negli atti del procedimento contro la consorziata, è stata depositata la delibera assembleare del 2004, che è stata modificata con la successiva delibera di assemblea del 2008, che però non è stata presentata agli atti. In sostanza, per dimostrare i poteri dei liquidatori, il Consorzio si è solo limitato a dire che uno dei liquidatori deve ritenersi munito del potere di rappresentare l’ente a seguito della delibera del 2004 perchè non ancora sostituito dall’assemblea dei consorziati, benchè sia stato revocato dalla delibera del 2008. Ma non è stato presentato nulla per dimostrare tutto questo, neanche durante i 6 mesi di proroga concessi dal tribunale dopo un’ultima udienza del febbraio scorso affinchè venisse fornita la documentazione per dimostrare i poteri dei rappresentanti del consorzio. Non essendo stato quindi dimostrato chi è che rappresenta il Cerreto, il tribunale ha ritenuto inammissibile il reclamo dello stesso. Aldilà delle forme e dei cavilli, la sentenza è un macigno sul Consorzio, ne mette in dubbio la legittimità di tutti gli atti compiuti per recuperare le quote inevase e, di conseguenza, anche delle iniziative che hanno indotto i morosi a regolarizzare la propria posizione. Consorziati che, in teoria, potrebbero ora chiedere indietro il denaro, anche se su questo punto ci sono pareri discordanti da parte degli esperti. Un fatto appare certo, ora chi si vedrà recapitare a casa l’ingiunzione di pagamento da parte del Consorzio potrebbe essere spinto a farsi una bella risata, facendo a sua volta causa in virtù del verdetto. Una babele vera e propria, ricordiamo che il Consorzio del Cerreto da tempo è anche in fase di liquidazione, appare necessario un intervento della politica per mettere ordine ed evitare scenari ancora peggiori. Se al Cerreto, infatti, si scatena il tutti contro tutti, a colpi di centinaia di cause o perfino di una collettiva class action, è ovvio che il quartiere rischi la paralisi in tutti i settori di urbanizzazione e servizi pubblici come strade, verde ed illuminazione. Serve coraggio e decisionismo anche per evitare che il futuro del Cerreto diventi il cavallo di battaglia elettorale di tutti gli schieramenti a colpi di promesse che poi difficilmente sarebbero mantenute una volta chiuse le urne. Il Cerreto, ovvero la lottizzazione più popolosa di Ladispoli, è sull’orlo del baratro, chi di dovere intervenga subito.