LADISPOLI, KITESURFER FERITO NEL 2018

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Kitesurfer ferito a Torre Flavia. Immagine: Il Messaggero.it

PROCESSO RINVIATO ANCORA UNA VOLTA

C’è ancora uno slittamento relativo al processo del kitesurfer. La prima udienza dibattimentale si sarebbe dovuta tenere a finge giugno presso il giudice di pace di Civitavecchia ma è stata rinviata al prossimo 19 luglio.

Lo annuncia l’avvocato di Alessandro Ognibene, lo sportivo romano che il 3 ottobre del 2018 venne risucchiato dal passaggio di un elicottero militare e fatto sbalzare per parecchi metri sulla spiaggia di Torre Flavia, a Ladispoli, finendo in ospedale al Policlinico Gemelli. Scene a cui non si sottrassero diversi testimoni presenti sull’arenile, tra cui un pescatore e un vigilantes. «Uno degli imputati – è quanto ha confermato Giacomo Tranfo – è alle prese con il Covid e ha presentato il certificato militare».

Finora questo benedetto processo ha subito sempre dei rallentamenti per l’emergenza sanitaria, per un giudice andato in pensione e recentemente anche per via di uno sciopero degli avvocati. Ognibene, di professione artigiano odontotecnico, pretende giustizia per quanto avvenuto sul litorale ladispolano. Gli imputati sono tre: i due piloti italiani del Chinook, rispettivamente di 33 e 38 anni, e il 56enne direttore dell’addestramento. Per l’accusa non sarebbe stata garantita la sicurezza né richiesta l’interdizione dello specchio d’acqua circostante. I residenti si lamentarono per diversi giorni. Persino la Nato avviò un’inchiesta interna, visto che si trattò di un’esercitazione interforze, oltre al ministero della Difesa e intervenne anche l’ambasciatore maltese sulla vicenda. Le indagini vennero affidate alla Capitaneria di porto di Ladispoli, sempre su disposizione della Procura di Civitavecchia.