Gli studenti non sono in aula

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Nel Lazio oggi riaprono le scuole, agli studenti trascurati per mesi veniva chiesto di tornare in aula al 50%. Loro ricordano al governo che non sono pacchi nè numeri ma esseri umani a cui è stato negato per mesi il diritto all’istruzione. Chi oggi era destinato alla presenza non è entrato e chi in Dad Pc spento.

Nessuno in questi mesi ha chiesto loro cosa pensassero, se avessero una connessione, un Pc, una stanza confortevole da trasformare in luogo d’incontro virtuale. C’è chi ha tappezzato i muri con le foto dei compagni, scherzato sopra la grande novità della didattica a distanza. Insieme ai docenti, anche loro travolti dalla modalità, si sono collegati dalla cucina, lo studio improvvisato, rompendo schemi e riservatezza. I docenti hanno aperto casa svolgendo al meglio le lezioni, confortando e tenendo alto l’interesse dei giovani.

Intrambi oggi chiedono sicurezza e non comprendono la scelta di aprire le scuole ora, rimaste come le hanno lasciate, dal momento in cui il Lazio è zona arancione e la terza ondata di contagi imminente, secondo il governo. Dove sta la coerenza?