ALCOL IN ITALIA, 435MILA MORTI IN 10 ANNI

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Il 60% degli italiani consuma una o più dosi di alcol al giorno, 1,5 milioni sono adolescenti.

Dopo il fumo e l’ipertensione, l’alcol è il primo fattore a rischio per la salute, causa negli ultimi 10 anni di 435mila decessi per patologie correlate all’alcol, incidenti stradali, sul lavoro, omicidi, suicidi e incidenti domestici, legati allo stato di  alterazione psicofisica. È quanto emerge dall’analisi condotta da Eurispes e Enpam. Sono circa 700mila le persone che presentano patologie legate al consumo eccessivo di questa bevanda. I cosiddetti consumatori ‘dannosi’, secondo quanto riporta l’osservatorio Nazionale Alcol-Cneps dell’istituto Superiore della Sanità. Un dato allarmante: un italiano su tre (il 60%) beve almeno una volta al giorno.

Si contano 8,6 milioni di italiani a rischio, dei quali 1,5 milioni adolescenti e 2,5 milioni anziani. Tra i giovani il 15,8% degusta il primo ‘sorso’ tra gli 11 e i 13 anni, la percentuale aumenta tra i maschi. Dalla ricerca emerge che solo il 12,4% ha iniziato a bere dopo i 20 anni. Negli ultimi anni è cambiato anche il modo di bere, lo si fa sempre più spesso lontano dai pasti e in dosi massicce, anche con pochi spicci. La birra è la bevanda alcolica preferita dai ragazzi, seguono gli aperitivi, il vino e poi shottini e superalcolici. Tra gli intervistati emerge che il ‘limite’ si oltrepassa per sentirsi più grandi (42%), perchè lo fanno tutti (18%); perchè piacevole e rilassante (14,3%). In Italia però l’uso di sostanze alcoliche è tra le prime cause di morte tra i giovani, spesso in seguito di incidenti stradali.

Dalle risposte emerge inoltre che l’11,1% degli adolescenti ricorre alle bevande alcoliche per affrontare situazioni difficili e il bere è considerato un momento di convivialità e svago. Lo confermano sette medici su dieci, piuttosto che una conseguenza allo stato di depressione e ansia diffusa anche in giovane età, il bere è considerato un momento di puro divertimento. Impegnati in strutture mediche dedicate alla cura e al sostegno di persone con problemi di alcolismo, i medici intervistati sostengono che le motivazioni che portano all’abuso di sostanze alcoliche non sono legate a stati d’animo negativi o disagi particolari.