Tracce del’Orlando Furioso a Roma: l’indistruttibile Durlindana

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Orlando furioso

[…] È la mia fidata durlindana,
fece il cavalier
quella di cui giammai io a meno farei […]”

Roma, ricca di angoli nascosti, che perfino gli stessi romani ignorano, è ricca non solo di storia, ma anche di letteratura. Forse non tutti conoscono il “Passaggio dell’Orlando furioso”: si trova, per l’appunto, in Vicolo della spada di Orlando, una stradina vicino il Pantheon, in cui è possibile notare il segno di una sciabolata lasciata dalla sua spada, la Durlindana ( probabilmente dal latino “durus”, “duro”) sul tronco di una colonna di marmo.

L’Orlando furioso” è un poema cavalleresco scritto dal poeta e commediografo Ludovico Ariosto (1474, Reggio Emilia – 1533, Ferrara), pubblicato per la prima volta nel 1516 a Ferrara. Sintetizzare la trama dell’opera è praticamente impossibile per la sua intricata complessità, voluta dall’autore stesso: il re saraceno Agramante, un infedele, invade la Francia, il suo assedio di Parigi è facilitato dal fatto che Orlando e Rinaldo, appartenenti allo schieramento cristiano, si perdono dietro l’amore per l’incantevole Angelica.Tuttavia la situazione si risolve con la disfatta dei nemici. Su questo sfondo molte vicende amorose e belliche, tipiche del poema epico – cavalleresco, si intrecciano. La più significativa riguarda il momento in cui Orlando perde il senno dopo aver notato delle incisioni su un albero che indicano il passaggio e l’amore della sua amata con un bellissimo e giovane fante saraceno, di nome Medoro. La ragione del protagonista viene recuperata, in seguito, dal guerriero Astolfo, che si reca sulla Luna appositamente per impadronirsi dell’ampolla con, al suo interno, la lucidità del compagno e restituirgliela.

Nonostante l’elemento fantastico presente nel ciclo carolingio, il suo protagonista, non altrettanto leggendario, è un personaggio realmente esistito: nipote del re Carlo Magno e conte paladino, morto, presumibilmente, nel 778 d.C. a Roncisvalle ( Spagna ), durante una battaglia. Dell’eroe della “Chanson de Roland”, in quanto figura storica, si conosce veramente poco.

Celebre, invece, è la fedele compagna, per l’intero svolgimento del racconto, del nostro prode Orlando: la sua indistruttibile spada, la Durlindana. Ariosto narra che, nel momento in cui Orlando muore, il suo pensiero si volge preoccupato alla sua spada, un oggetto molto prezioso, poiché contiene reliquie sacre: al suo interno, infatti, sono conservati il sangue di San Basilio, una piccola parte della veste di Maria, un dente di San Pietro e i capelli di San Dionigi. Nel ciclo epico, l’onesto paladino viene in possesso della Durlindana da Carlo Magno, il quale, a sua volta, la riceve in dono da un angelo.

In preda alla sua pazzia e alla sua furia, nucleo centrale del racconto medievale, Orlando compie follie in giro per il mondo, tentando anche di distruggere la Durlindana, per evitare che cada nelle mani dei nemici saraceni, ma, essendo indistruttibile, i suoi tentavi rimangono sempre vani. Secondo la leggenda, uno di questi ha lasciato il suo segno proprio a Roma: in una piccola via, che conduce a piazza Capranica, una colonna di marmo porta il solco lasciato dall’indistruttibile arma.

Oggi la spada è ancora piantata, e protetta da catene per evitarne furti, in una roccia di Rocamadour, in Francia.

Flavia De Michetti