PERCEPISCONO IL REDDITO DI CITTADINANZA:“FATECI LAVORARE”

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A LADISPOLI E CERVETERI LE GIUNTE COMUNALI HANNO ESPRESSO PERPLESSITÀ. A SANTA MARINELLA IL SINDACO TIDEI HA USATO IL PUGNO DURO: “SEGNALEREMO CHI SI RIFIUTERÀ DI RENDERSI UTILE PER IL NOSTRO COMUNE”

“Fateci lavorare”. Alla fine si scopre che non sono poi tanto invisibili i residenti che percepiscono il reddito di cittadinanza e che vorrebbero davvero mettersi a disposizione dei rispettivi comuni.

Se da un lato la manovra, voluta dal Movimento Cinque Stelle, ha restituito dignità a moltissime famiglie anche sul litorale nord, dall’altra però ha mostrato tutte le sue lacune nell’organizzazione delle mansioni lavorative. In sostanza: il decreto al momento è solo assistenziale tradendo quindi i principi con cui è stato partorito. Solo a Ladispoli e Cerveteri 1.120 prendono il reddito, zero è il numero delle persone impegnate. Prendiamo due esempi.

Il primo, a Ladispoli. Un abitante (manterremo l’anonimato per ragioni di privacy) da tempo attende una chiamata. “Ho svolto già diversi colloqui con gli uffici dei servizi sociali, sono passati mesi nessuno però mi ha contattato per lavorare. Eppure vorrei mettermi a disposizione, poi è arrivata l’emergenza sanitaria e non ho saputo più nulla. Magari proprio per la crisi in corso qualcuno di noi poteva rendersi utile. Il lavoro nobilita l’uomo”. A Cerveteri analogo discorso. Il signor Luigi è uscito allo scoperto offrendo la sua testimonianza pubblicamente. “Io sarei onorato di poter lavorare – si è sfogato il cittadino che percepisce il reddito – ma l’amministrazione comunale non mi chiama. Vorrei che non si puntasse il dito verso chi percepisce il reddito di cittadinanza con pieno diritto. Spero che riescano a darmi un posto anche pulire per le strade”. Due testimonianze dirette che ci dicono come l’attuazione di questo provvedimento sia molto complicato anche se in alcuni casi consentirebbe ai destinatari di rifiutare il lavoro (ricordando che già alcune categorie sono escluse come over 65, disabili, studenti, etc).

Nel precedente numero gli amministratori locali avevano confermato il caos. “Da 5 mesi – aveva detto l’assessora di Ladispoli al Personale, Amelia Mollica Graziano – siamo in attesa di entrare in possesso dei nominativi. Ci eravamo anche proposti di attivare uno sportello interinale che facesse da raccordo tra domanda ed offerta di lavoro per far incontrare chi cerca un’occupazione e chi la offre”. “Già all’inizio – aveva criticato il sindaco cerveterano, Alessio Pascucci – avevo mosso delle perplessità sul reddito, pur essendo un sostenitore di questa forma di sostegno per chi ne ha veramente bisogno. I fatti purtroppo mi stanno dando ragione”. Parole molto forti che hanno dato anche un senso dei pochi margini di manovra delle istituzioni locali.

Chi invece ha cercato di usare la testa d’ariete è Pietro Tidei, sindaco di Santa Marinella dove sono circa 300 i beneficiari del sussidio. “Specialmente in questo difficile momento dove non riusciamo neanche a procedere con nuove assunzioni – sostiene Tidei – la città ha bisogno, più che mai, di forza lavoro da impiegare nei settori più carenti. Da queste necessità, nasce l’idea di impiegare i soggetti percettori del reddito di cittadinanza in lavori socialmente utili, per circa 3 ore al giorno tre giorni a settimana, coperti da una assicurazione”. Sorveglianza fuori dalle scuole, pulizia del verde, monitoraggio delle spiagge libere. Pugno duro di Tidei: “I soggetti saranno chiamati e valutati dall’ufficio dei servizi sociali che proporrà agli stessi delle attività da svolgere sul territorio e dopo tre rifiuti immotivati, segnaleremo la persona all’ente erogatore del beneficio per l’immediata interruzione dello stesso”.