L’ONOREVOLE BRAMBILLA CERCA AIUTI PER LA SUA BATTAGLIA

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Nei giorni scorsi, in Senato, la presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, ha presentato il contenuto del testo di legge che inasprisce le pene per chi maltratta e uccide gli animali, che ha già iniziato l’iter alla Camera dei deputati.

Particolare della locandina dell’incontro al Senato – Sito LEIDAA

Aiutateci a portare a termine questa battaglia che conduco da più legislature”, ha detto l’onorevole Brambilla, durante l’incontro che si è svolto in Senato in questi giorni. Sono certa – ha detto la presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali – che la maggioranza degli italiani ama e rispetta gli animali e percepisce i reati ai loro danni come ‘particolarmente offensivi’.

Tuttavia allo stato attuale – ha proseguito – chi commette questi reati non rischia di andare in carcere, non paga abbastanza. Si ha la sensazione di un fenomeno in continua espansione ed è davvero tempo che la politica e le istituzioni diano una risposta, la più efficace e la più meditata possibile, ha rimarcato.

La proposta di legge, di cui è prima firmataria l’on. Michela Vittoria Brambilla, propone modifiche al Codice penale, al Codice di Procedura Penale e altre disposizioni per armonizzare la disciplina dei reati contro gli animali.

L’on. Brambilla mentre stringe la mano al ministro della Giustizia, Nordio – Sito LEIDAA

Il punto fondamentale ruota intorno al diritto soggettivo dell’animale di essere tutelato in quanto tale, e non per una pura e semplice espressione del senso di pietà dell’uomo, sancito dall’articolo 1 della proposta. Con l’articolo 5, poi, sono introdotte le fattispecie colpose dei reati di uccisione e maltrattamento oltre ad alcune specifiche circostanze aggravanti e un inasprimento delle pene. Una svolta per cui tutto il mondo animalista si batte da anni.

Si tratta in sostanza di inaugurare un percorso coerente con la riforma che ha introdotto la tutela degli animali e dell’ambiente nella Costituzione italiana. Del resto già il Trattato di Lisbona, ratificato nel 2008, ha rappresentato un passaggio epocale, che ha superato, di fatto, la prospettiva antropocentrica di tutte le Costituzioni del continente.

La platea dell’incontro che si è svolto nei giorni scorsi in senato-Pagnia FB on. Brambilla

L’articolo 13 del Trattato sancisce, infatti, il pieno riconoscimento degli animali come esseri senzienti e vincola il legislatore europeo e gli Stati membri a tenerne conto nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione.

L’obiettivo è anche quello di aumentare le pene e le multe attuali. Infatti, l’articolo 6 introduce alcune importanti modifiche agli articoli 544-bis e 544-ter del Codice Penale: è aumentata fino a 5 anni di reclusione la pena per il maltrattamento e fino a 6 anni quella per l’uccisione di animali. Inoltre, per l’abbandono di animali sono previste le stesse pene introdotte per il reato di maltrattamento: reclusione da 1 a 5 anni e multa da 5.000 a 30.000 euro.

Con l’introduzione dell’articolo 441-bis del Codice Penale, la preparazione e l’abbandono di esche o bocconi avvelenati – fuori delle ipotesi consentite – che provochino intossicazioni, lesioni o la morte di una persona o di un animale, è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni e con la multa da euro 5.000 a euro 20.000. Il percorso è ancora lungo, ma gli animalisti non intendono gettare la spugna. Del resto già il Mahatma Gandhi sosteneva che “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”.

Rubrica a cura di Barbara e Cristina Civinini

Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com