L’IPOTENSIONE ORTOSTATICA

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Bassi valori di pressione arteriosa – non sempre è benigna
A cura del Dottor Professor Aldo Ercoli

Dottor Professor
Aldo Ercoli

Avere valori di pressione arteriosa sisto – diastolici (massima-minima) fisiologicamente normali e certamente una bella assicurazione (anche se intervengono altri fattori) nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.

I soggetti che superano la soglia dei 90 – 100 anni hanno, molto spesso, 120 max e 80-75 di min.

Quando però i valori pressori si abbassano troppo (specie sotto i 90 di massima) dobbiamo distinguere le forme primitive benigne (che sono poi la maggior parte) da quelle conseguenti ad affezioni severe. Nella maggior parte dei casi ho riconosciuto l’ipotensione cronica benigna molto frequentemente in soggetti giovani di sesso femminile.

Si tratta di individui che avendo 90 mmhg o meno di max soffrono, specie d’estate con il caldo eccessivo, di sintomi legati ad un ulteriore abbassamento della pressione: vertigini/oscuramenti della vista, senso di mancamento (lipotimia), astenia. Tutto ciò specie al mattino quando si passa dalla posizione clinostatica (distesi sul letto) a quella ortostatica (in piedi).

In questi casi un’alimentazione con un po’ più sale, un paio di tazzine di caffè, delle calze elastiche a compressione graduata (per ridurre il volume dei vasi di capacitanza degli arti inferiori) sono, in assenza di controindicazioni specifiche, generalmente sufficienti a migliorare la fastidiosa sintomatologia. Di rado si ricorre alle gocce di Effontil o Gutron.

Per quanto riguarda le forme patologiche dobbiamo domandarci quali siano le cause di ipotensione ortostatica, ossia quando vi è un calo eccessivo nel passaggio dal clinico all’ortostatismo con conseguente sintomi soggettivi.

Gli esami più utili, dopo un accurata anamnesi ed esame fisico, sono le analisi generali di routine (specie emocromo, glicemia, elettroliti etc), la registrazione della pressione arteriosa nelle 24 h (es holter pressorio) e l’eeg (elettroencefalogramma). Ma veniamo alle cause.

In un soggetto adulto o longevo che accusi per la prima volta ipotensione ortostatica personalmente (sarà dovuta al fatto che sono cardiologo) penso ad una complicanza (insufficienza ventricolare sinistra) di un infarto miocardico acuto (anche senza sintomi) oppure ad un blocco atrio-ventricolare avanzato, ad un ‘ aritmia cardiaca (specie bradicardia), all’alto dosaggio di farmaci ipotensivi (calcio antagonisti, diuretici etc) o altri medicinali (fenotiazine, nitroglicerina, morfina).

Vi sono poi le cause potenzialmente reversibili per deficit dei meccanismi omeostatici (riflessi fisiologici compensatori mediati dai barocettori dell’arco aortico, del seno carotideo e della cavità cardiaca) che coinvolgono l’encefalo al fine di liberare vasopressina e catecolamine con accentuazione dell’attività simpatica (tachicardia, costrizione dei piccolo vasi arteriosi e venosi, rallentamento del sistema renina – angiotensina – aldosterone). Vi sono poi le patologie del sistema nervoso autonomo che non sono reversibili.

Mio padre, deceduto all’età di 70 anni, era da decenni affetto da diabete mellito (neuropatia periferica dovuta a lesione afferente ed afferenti del sistema nervoso autonomo) e contemporaneamente da morbo di Parkinson (lesione centrale dello stesso sistema). Ricordo che varie volte alzandosi da tavolo incominciava a divenire pallido in viso ed accusare vertigini con lipotimia (mancamento).

Lo facevo distendere, con i piedi sollevati, e gli riscontravo valori pressori molto bassi. Altre patologie del sistema – nervoso autonomo da lesioni efferenti sono l’ipotensione ortostatica idiopatica (non se ne conosce la ragione), i tumori ed i traumi del midollo spinale, l’anemia perniosa, l’etilismo cronico, la mielite traversa etc.

Le lesioni afferenti del sistema nervoso autonomo sono, oltre al diabete mellito ed all’etilismo cronico, anche dovute all’intossicazione da metalli pesanti. Termino ricordando le lesioni centrali del sistema nervoso autonomo: tumore della fossa posteriore cranica o parasellare; il già citato morbo di Parkinson; infarti cerebrali; esiti chirurgici nella fossa posteriore, encefalopatia di Werniche, sindrome di Guillain – Barrè.

Un ultimissima nota. Anche al sottoscritto, pur non essendo ipoteso, è capitata una lipotimia alzandomi di sera dal ristorante circa 20 anni or sono. Nella mattinata di quel giorno avevo sostenuto una corsa in campagna di diverse ore con conseguente vasodilatazione arteriosa periferica.

Del resto ad uno sfortunato giovanissimo, famoso, nuotatore norvegese accadde di molto di peggio (si chiamava Dale?) Mori in Colorado dentro una vasca da bagno con acqua molto calda. Anche lui aveva effettuato allenamenti fisici (molto più intensi dei miei) nella mattinata.