L’ELETTROSMOG INFLUISCE SUL CLIMA?

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INTERVISTA CON MAURIZIO MARTUCCI: “LE RADIAZIONI A MICROONDE STANNO CAUSANDO UN AUMENTO DELLA TEMPERATURA IN TUTTA LA FAUNA SELVATICA, PIANTE E ALBERI COMPRESE”

Eccesso di mortalità? È colpa della Co2. C’è la siccità? È sempre colpa della Co2. Dissesti idrogeologici e alluvioni? La causa è sempre la stessa: la Co2. Insomma, i cambiamenti climatici, il surriscaldamento terrestre nonché le famigerate bombe d’acqua, secondo il mainstream sarebbero tutte colpa della Co2 e chi non è d’accordo è un negazionista, complottista, terrapiattista.

Lasciando da parte il fatto che la comunità scientifica non è affatto unanimemente concorde con la narrazione secondo la quale i cambiamenti climatici sarebbero causati dalle emissioni di carbonio di origine antropiche, tralasciando anche la questione che all’inquinamento globale concorrono tantissimi altri fattori ben più pericolosi del carbonio, quello che qui preme sottolineare è che esiste un inquinante rischioso per la salute degli uomini, degli animali e delle piante, che sorprendentemente viene lasciato nell’ombra se non totalmente ignorato dal dibattito mediatico: l’elettrosmog.

Elettrosmog che in questi anni è cresciuto a dismisura di pari passo con la massiccia diffusione di antenne di telefonia mobile e con l’iperdigitalizzazione di massa forzata con l’alibi della pandemia, attraverso la DAD, il green pass, lo smart working e tutti i tecno-deliri legati alla Transizione digitale, come la Scuola 4.0 e le città da 15 minuti.

Dopo i fatti drammatici della Romagna, dove alcuni giorni di precipitazioni cospicue hanno messo in ginocchio una delle regioni più ricche d’Italia, con conseguente strumentalizzazione dell’emergenza per portare avanti il progetto di demolizione controllata dei diritti e del benessere dei ceti mediobassi occidentali in nome del “green” in salsa gretina, un dubbio è sorto spontaneo: l’inquinamento elettromagnetico può influire sui cambiamenti climatici? E se sì, in quale misura?

A questa domanda ha risposto Maurizio Martucci, giornalista e scrittore, autore di numerosi libri di inchiesta, portavoce nazionale dell’Alleanza Italiana Stop 5G, per cui è più volte intervenuto alla Camera dei Deputati, al Senato e al Parlamento europeo, insegna nel Master di medicina integrata dell’Università degli Studi Gugliemo Marconi, ha pubblicato per Terra Nuova edizioni “Manuale di autodifesa per elettrosensibili” e “#STOP5G, salute, ambiente, geopolitica, privacy, transumanesimo e controllo sociale: libro-inchiesta sui lati oscuri del futuro digitale”.

“Di questo argomento mi sono già occupato in passato in riferimento ai grandi roghi di boschi e foreste – ha detto Martucci – di fronte ad eventi catastrofici, ad essere additata è sempre la Co2, omettendo però come una plausibile spiegazione scientifica provenga invece dalla teoria delle microonde emesse per 5G, 4G, 3G, 2G e Wi-Fi.

Martin Pall, biochimico americano, si basa su studi che dimostrano come i campi elettromagnetici delle radiazioni a microonde aumentino nelle piante un’eccessiva produzione di calcio intracellulare, da cui alti livelli di sostanze chiamate terpeni o terpenoidi, volatili e altamente combustibili che possono accumularsi sul suolo, facendo così bruciare più velocemente il fuoco.

In un altro studio il biologo spagnolo Alfonso Balmori spiega come i campi elettromagnetici causino invece l’acidificazione del suolo, creando condizioni in cui gli alberi non sono più in grado di assorbire l’acqua finendo per morire prosciugati e quindi molto più combustibili. Infine, il fisico belga Arno Thielens, in uno studio commissionato dal Parlamento europeo scrive come le radiazioni a microonde stiano causando un aumento della temperatura in tutta la fauna selvatica, piante e alberi comprese, resi molto più caldi del dovuto”.

Tutto questo fa ipotizzare che l’implementazione della tecnologia wireless incida sul surriscaldamento. Pensi però che possa avere un’influenza pure sull’aumento di fenomeni alluvionali?
“L’ipotesi è plausibile, andrebbe approfondita. Ci sono sistemi di geoingegneria ad uso militare che prevedono l’utilizzo di radiofrequenze, ad esempio, per controllare i fulmini. L’esperimento è di un consorzio europeo, cioè quello di usare un potentissimo laser per provocare la formazione di fulmini. Non è più un tabù che il clima possa essere governato da sistemi di geoingegneria e, allora, la domanda da porsi è: quale interazione con l’elettrosmog?” Negli ultimi tempi i possessori di cellulare (ossia tutti o quasi) vengono tempestati dalle compagnie di telefonia di offerte mirabolanti di Giga illimitati in 5G a prezzi stracciati. Questo significa che sono state installate antenne 5G ovunque.

Il 5G è in grado di modificare o alterare il campo elettromagnetico?
“Assolutamente sì, il campo elettromagnetico non pulsato e naturale della Terra è stato abbondantemente stravolto dal wireless artificiale. Un dato nel 2018 lo fornisce uno studio pubblicato su The Lancet, rinomata rivista scientifica internazionale: solo dal secondo dopoguerra ad oggi, considerando che fino agli anni ‘90 le radiofrequenze erano ad uso esclusivo militare per poi essere sdoganate ad uso civile, il fondo naturale terrestre è aumentato di un miliardo di miliardi di volte, un valore in fisica di 10 alla 18, proprio per colpa dell’elettrosmog ed eravamo ancora in epoca 3G-4G, col 5G siamo all’assurdo, siamo al salto nel buio senza precedenti. Forse proprio per questo Martin Pall ha detto che se e quando il 5G dovesse entrare a pieno regime, potremmo andare incontro ad una vera e propria apocalisse. E non c’entrano nulla le motivazioni nelle proteste di Greta e degli ambientalisti assoldati da Soros. Ma c’entra la mano dell’uomo”.