La polizia ferroviaria alla scuola Melone di Ladispoli

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A Ladispoli abbiamo il grandissimo campione, plurimedagliato alle Olimpiadi, Andrea Pellegrini che ce lo deve sempre ricordare: i treni sono un mezzo utilissimo, ma non bisogna mai distrarsi!

Così, alla “Melone”, per il terzo anno consecutivo, abbiamo avuto la presenza dei simpatici agenti della sezione di Polizia Ferroviaria di Civitavecchia, Giovanni Boccalato e Maria Tomaciello, che, grazie al progetto “Train to be cool”, hanno incontrato “a tappeto” tutti i ragazzi di terza secondaria di primo grado. L’importanza di questi incontri, indirizzati ai ragazzi quattordicenni, o giù di lì, deriva soprattutto dal fatto che molti di loro, dal prossimo anno, diverranno pendolari per andare a frequentare le superiori a Roma o a Civitavecchia, utilizzando uno dei mezzi di trasporto più sicuri … se ciascuno conosce e rispetta le banali norme di sicurezza.

Questa volta, vista la indisponibilità della sala consiliare (non più accessibile ai ragazzi), gli agenti hanno illustrato, in più incontri, presso la sala teatro della Scuola, le norme di comportamento in stazione e sul treno.

Il treno è statisticamente il mezzo più sicuro, ma presenta alcuni rischi che vanno tenuti in buon conto, soprattutto ora che praticamente tutti, adulti e giovani, tendono ad isolarsi dal mondo circostante con l’utilizzo di smartphones con cui chattare, ascoltare musica eccetera. Ma anche ad orecchie libere potete provare a fare un piccolo esperimento. In stazione, sapendo dell’arrivo di un treno, posizionatevi spalle al treno (al centro della banchina per evitare incidenti) e voltatevi solo quando ascolterete il rumore dell’arrivo del treno: vi accorgerete che vi sarà giunto a pochissima distanza da voi e senza il minimo rumore udibile; se aveste avuto le cuffiette vi avrebbe addirittura superato senza che ve sareste accorti! Ecco il primo dei motivi per cui non bisogna mai attraversare i binari o superare la linea gialla di sicurezza: non avreste il tempo di salvarvi e probabilmente il riconoscimento potrebbe avvenire solo con la prova del DNA.

Un altro esperimento è stato effettuato in aula: un ragazzo doveva ripetere le informazioni dettegli da un compagno, mentre un altro gli raccontava altre cose. Nonostante la tranquillità e serenità della situazione, con tutto l’impegno messo, il numero di informazioni acquisite è stato miserevole. Questo è servito a far comprendere come la confusione ed i rumori presenti nelle stazioni (tanto più quanto queste sono grandi) riescono a ridurre moltissimo la capacità attentiva, anche di persone giovani e capaci. Chi approfitta di questa situazione sono i borseggiatori: spesso persone distintissime, al di sopra di qualsiasi sospetto, con complici ad hoc per distrarre o far sparire il maltolto. Si tratta di persone che prendono di mira chi reputano distratto o stanco, derubandoli con grande destrezza ed inventiva di portafogli, cellulari, borse o altro, senza che le vittime nemmeno se ne rendano conto.

Capita, a volte, che un treno sfrecci ad alta velocità dentro le stazioni ed il macchinista si prenda gli improperi delle persone a terra. In realtà, a parte la maleducazione di lanciare improperi, questo atto denota assoluta ignoranza. Infatti, sebbene stazioni come ad esempio “Termini” o “Tiburtina” ospitino milioni di persone in una anno e siano quasi un paese di medie dimensioni, in realtà non hanno nulla a che vedere con le regole stradali. Se il codice della strada prevede l’obbligo di viaggiare a bassa velocità laddove ci siano dei pedoni a rischio, invece per i treni questo vincolo non esiste, anzi il loro dovere è rispettare i tempi di percorrenza viaggiando a velocità, proibite alle automobili, anche dentro le stazioni. È pur vero che, se anche andassero a bassa velocità, l’urto con le persone sarebbe inevitabile perché la distanza di frenata per i treni è superiore al chilometro (una frenata alla stazione di Ladispoli farebbe fermare il treno a Palo). Per questo motivo i macchinisti usano la guida strumentale. Non sono nemmeno obbligati a guardare dal finestrino! In caso di urto, in realtà sentono solo un colpo e, se non hanno compreso cosa sia accaduto, lo comunicano, senza obbligo di fermarsi, alle autorità per le verifiche.

La maleducazione, che qualsiasi pendolare avrà notato, è purtroppo molto diffusa. Passeggeri che urlano, disturbano, poggiano i piedi sui sedili (dove magari poi loro stessi siederanno o siederanno su sedili sporcati da altri maleducati), scarabocchiano simboli, disegni o frasi apprezzate solo da loro, distruggono eccetera creano situazioni poco piacevoli ed un danno che ricade solo su noi stessi. In effetti solo un imbecille può pensare che il danno arrecato ad una ditta o una impresa danneggi l’impresa stessa, la realtà è che le riparazioni o le pulizie extra ricadranno sui costi dei biglietti futuri o su servizi in meno che potrebbero essere offerti.

Insomma, nelle due ore, che ben 13 classi, per un totale di oltre 300 ragazzi, sono trascorse in compagnia della Polizia Ferroviaria, sono stati dispensati consigli e suggerimenti i quali, se saranno serviti (ma non lo sapremo mai) ad evitare anche solo un incidente, salvando la vita ad uno di questi ragazzi, saranno valsa la pena di perdere un’ora di lezione curricolare … per avere una vita davanti.