La cura con idrossiclorochina solfato nella prima fase del covid-19

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Dottor Professor Aldo Ercoli
Dottor Professor
Aldo Ercoli

Di Didier Raoult vi ho già parlato alcuni mesi fa.

E’ il direttore dell’Istituto di malattie infettive di Marsiglia, un centro di prim’ordine, d’avanguardia.

Fu il primo ad utilizzare un antimalarico, la idrossiclorochina solfato assieme ad un antibiotico, un macrolide, ossia l’azitromicina nella prima fase dell’infezione virale da Covid-19.

I risultati su un numero cospicuo di casi furono strabilianti, pari al 98% di soggetti guariti in una settimana.

Allora, a Marzo, quando le false notizie erano all’ordine del giorno ci credetti immediatamente perché cinque mesi prima avevo curato tre casi di polmoniti interstiziali atipiche resistenti al ceftriaxone (Rocefin) con un’associazione farmacologica di Minociclina (tetraciclina) e azitromicina con l’aggiunta di un rimedio antiflogistico leggero a base di bromelina (Zachelase, un moderno Ananase).

I pazienti guarirono tutti in una settimana sia clinicamente che radiologicamente.

Ero convinto di aver trattato con successo tre casi dovuti al Micoplasma (riporto l’articolo che pubblicai a fine Ottobre).

Era il periodo in cui a Wuhan in Cina, si stavano svolgendo i campionati mondiali militari di atletica.

Le cronache riportano che molti atleti si ammalarono di forme lievi di congiuntivite, rinofaringiti, tracheo-bronchiti.

Nessun caso grave. Chissà se già allora ci fosse nell’aria una forma attenuata di un mutuato, nuovo coronavirus.

Quello che è certo è che già sotto Natale non solo io ma anche altri colleghi e soprattutto farmacisti mi confermano di numerose strane congiuntiviti che non si erano mai viste negli anni precedenti.

Chissà se quei pazienti con polmoniti atipiche che avevo trattato e diagnosticato empiricamente come dovute al Micoplasma avessero un’altra eziologia.

Suggestioni? Illazioni? Sono un medico, uno specialista pneumologo già docente nel 2001-2003 di Microbiologia ambientale, che non cerca notorietà.

Quando avrò raccolto tutta la casistica del pur esiguo numero di casi sarò ancora più preciso.

Per ora posso solo dire non lo so, anche se il dubbio rimane.

Fu l’utilizzo dell’Azitromicina accanto all’antimalarico (Plaquenil della Sanofi) a convincermi che Raoult Didier aveva imboccato la strada giusta per combattere efficacemente il nuovo coronavirus.

Ci fu chi gli contestò i dati, addirittura chi lo derise per il suo aspetto da “druido” di Asterix”, da “guru”, con quei capelli più bianchi che biondi che gli scendevano sulle spalle, quella barba e baffi brizzolati, quello sguardo dietro gli occhiali come se guardasse lontano, un po’ spiritato.

Tutto il contrario di tanti virologi, infettivologi, microbiologi, igienisti belli composti, vestiti di giacca e cravatta, ordinati, in procinto di presentarsi davanti alle telecamere.

Ma l’abito fa il monaco? No.

I proverbi conservano una saggezza antica anche se bisogna saper distinguere il genio dal ciarlatano.

Un altro motivo di avversione alla sua terapia consisteva nel fatto che la idrossiclorochina costava troppo poco, circa sei euro a scatola.

Interessi economici che “fiutavano l’affare” gli erano contro come gli esperti soprattutto anglosassoni non favorevoli ad un farmaco prodotto da una ditta francese.

La scienza medica è fatta di luci e ombre. Ora però il Plaquenil è stato utilizzato con successo (la terapia dura solo una settimana) ovunque.

Quell’onesta e capace persona di Guido Bertolaso colpito dal virus, ha riferito di essersi curato e guarito proprio con quel farmaco antimalarico.

Il Presidente Donald Trump sta assumendo da settimane una compressa di idrossiclorochina solfato al giorno in via profilattica.

Anche in Italia specie in Veneto ed in Umbria, la medicina territoriale ha utilizzato questa terapia con successo, ripeto, solo nelle prime fasi di pazienti sintomatici: rinofaringite, congiuntivite, febbre alta persistente (oltre i tre giorni), tosse secca spasmodica, cefalea, dolori ossei, talora sintomi gastrointestinali con diarrea, disturbi dell’olfatto (anosmia) e/o del gusto (ageusia).

Credo che ciò sia avvenuto anche in Emilia Romagna, Toscana, Liguria seppur in tempi più o meno rapidi.

Per contrastare la terapia di Raoult, oltre al denigrare il suo aspetto fisico e al dato economico di mancato guadagno, alte “eccellenze” di virologi hanno detto che il farmaco antimalarico comportasse severi effetti collaterali a carico dell’apparato cardiovascolare. Falso.

Da cardiologo che in più di 40 anni ha utilizzato il farmaco nella profilassi e cura della malaria non ne ho riscontrato nessuno.

Gli effetti collaterali, seppur non affatto frequenti, sono le lesioni corneali e retiniche, l’anemia emolitica in soggetti con deficit G6PD (favismo), discrasie ematiche, neuropatie.

Oggi al di là delle faziosità e invidie che ci sono anche nel mondo scientifico medico penso che dobbiamo tutti dire un giusto grazie all’infettivologo francese e dargli i giusti meriti.

Tra Marzo ed Aprile vidi una trasmissione televisiva che trattava questo argomento, la terapia iniziale del Covid-19, in cui uno neuropsichiatra di onestà intellettuale indiscussa, quale Alessandro Meluzzi, affermare in tempi quindi non sospetti, che la cura c’era ed era l’idrossiclorochina.

Fu ingiustamente messo un po’ a tacere dalla conduttrice che nei giorni scorsi si è scusata con lui sempre in diretta TV, sull’efficacia della terapia, quasi fosse la sua un’affermazione avventurosa, fuori dal contesto scientifico internazionale allora vigente.

Forse non c’entrerà niente ma ho conosciuto in un congresso internazionale a Lisbona nel 1998 la collega Luisella Zanino che insegnava Medicina Naturale nella sua Torino, mentre io ero docente a Roma (poi a Lecce e Bologna).

Lei mi sembra sia stata la prima moglie di Alessandro Meluzzi.

Una dottoressa bella e intelligente. Ora è Presidente della SMB Italia.

P.S. Sabato 22 Maggio mi giunge notizia che la prestigiosa rivista anglosassone Lancet abbia pubblicato un lavoro scientifico in cui asserisce che:

1) La cura della idrossiclorochina non solo non è efficace nel Covid-19 ma addirittura lo favorisce.

2) Presenta serie complicanze cardiache (citando un caso di aritmia mortale).

Chi pensa che la “Scienza Medica” sia una “Bibbia” infallibile (basta citare Lancet), fa parte di quel circo economico-commerciale che rende poco etico e serio il nostro mondo.

Da sempre io ne ho preso le distanze.