EUROPEAN DIGITAL WALLET, PARTE LA SPERIMENTAZIONE

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L’INTERA VITA DI UN CITTADINO MONITORATA DA REMOTO, ARCHIVIATA E CONCENTRATA ALL’INTERNO DI UNA SUPER APP INSTALLATA SULLO SMARTPHONE. NEL FRATTEMPO LO SPID RISCHIA LA CHIUSURA. 

di Maurizio Martucci

“Nulla sarà più come prima (…) tornare indietro sarà impossibile (…) l’umanità è a un bivio”, quante volte l’abbiamo sentito ripetere dall’avvio accelerato della Quarta Rivoluzione Industriale, un cambio di paradigma come stravolgimento epocale avallato dai governi centrali, partorito da un grumo elitario tra tycoon della Silicon Valley e multinazionali dell’Hi- Tech, ma pure consessi sovranazionali di eletti e non eletti come la Commissione europea e il Forum Economico Mondiale.

Messo in pausa lo shock planetario dell’asserita emergenza pandemica, ora quel “nulla sarà più come prima” sta però cercando di entrare nella fase 2 del progetto, schiudendo le porte alla tecno-gabbia liberticida e transumana: a Marzo parte infatti anche in Italia la sperimentazione dell’European Digital Identity Wallet, cioè il cosiddetto portafogli digitale, il nuovo sistema di identità digitale voluto dall’Unione europea ma preconizzato dall’élite a Davos nel 2018, un sistema interoperabile per i cittadini d’Europa per accedere a tutti i servizi pubblici, come la richiesta certificati di nascita, certificati medici, segnalazione di cambio di residenza, apertura di un conto corrente in banca, richiesta di un prestito bancario, presentazione della dichiarazione dei redditi, accesso all’università, a casa o in un altro Stato membro, conservare una ricetta medica utilizzabile ovunque in Europa, noleggiare un’auto utilizzando una patente di guida digitale, accedere ad Internet con un certificato di autenticazione Web qualificato solo su siti ritenuti affidabili, fare il check-in in un hotel, etc, etc.

In sostanza, l’intera vita civica di un cittadino trasformata in digitale, monitorata da remoto, archiviata e concentrata all’interno di una Super App installata sullo Smartphone. Se dovesse andare in porto la sperimentazione dell’European Digital Identity Wallet, cioè una sorta di Super Mega Green Pass rafforzato ed omnicomprensivo, rimanerne senza o anche solo esserne tenuti volutamente fuori con un blackout, un hackeraggio o disconnessi come avviene in Cina coi puniti dal Sistema di Credito Sociale a punti, potrebbe significare come non avere più una propria identità, niente certificato di nascita, niente certificato medico, nessun accesso ai servizi bancari, restare senza lavoro e istruzione, interdetto persino il Web o la libera circolazione in hotel o su un’automobile noleggiata. Solo che poi, oltre l’over- promise liberticida e tecnocratica sbandierata da Bruxelles, accade che a Roma si è costretti a fare i conti con la realtà.

Così il paradosso è che proprio da noi, in Italia, dove col progetto pilota europeo il borsellino digitale del Wallet System lo scorso anno era già stato presentato dall’ex ministro Colao nell’esecutivo Draghi, se entro metà Aprile tra Stato e gestori non verrà trovato un accordo sulla convenzione scaduta il 31 Dicembre scorso, il 95% dei servizi digitali dello SPID non sarà più accessibile, con buona pace di 33,5 milioni di utenti già attivi sul Sistema Pubblico di Identità Digitale. “Prossima tappa fine Aprile – scrive La Stampa – senza un accordo e una volontà politica chiara, per lo SPID sarà l’ultimo accesso”. Un modo come un altro per far saltare il banco, il classico gioco delle parti o solo ‘melina’ all’italiana?