ALDO MORO, BR E FELTRINELLI, UN LIBRO SUI SEGRETI INDICIBILI DELL’ITALIA A MANO ARMATA

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Nell’Italia  a mano armata depistata negli anni di piombo, misteri e segreti indicibili segnano la linea di demarcazione tra la storia ufficiale e le imbarazzanti verità nascoste.

Districandosi tra i più inconfessabili, rivelarne alcuni aiuta la memoria collettiva ma, soprattutto, la comprensione di nascondigli geopolitici e trame oscure di un Paese da sempre al centro di interessi sovranazionali, dal secondo dopoguerra stretto nella morsa di  Yalta  e  Nato  e, in piena  Guerra fredda,  pure dagli obiettivi dell’Unione Sovietica, tra terrorismo nostrano, resistenza palestinese e guerriglia metropolitana internazionale.

Con sullo sfondo, immancabile, l’eterodirezione coatta degli avvenimenti: “La Repubblica italiana è stata commissariata interamente durante il sequestro Moro”.

Qui, nel  1978, si collocano rapimento e uccisione del più volte Presidente del consiglio, ex ministro e  leader  democristiano, ma pure spietati servizi segreti e  Brigate Rosse, compresi depistaggi, coperture e fiancheggiatori dell’extraparlamentarismo rosso al centro del libro inchiesta The masquerade reloaded (Frascati & Serradifalco editori)  scritto a quattro mani dal saggista Roberto Valtolina e Maurizio Fiorentini, ex leader dell’Autonomia Operaia romana.

Gladio,  il centro parigino  Hyperion  e la figura di  Corrado Simioni, nella resistenza antiatlantica il ruolo chiave di Giangiacomo Feltrinelli e l’ombra del Mossad nell’esplosione sul traliccio di Segrate, i misteri dei covi brigatisti di Via Gradoli a Roma e l’irruzione in quello di Via Fracchia a Genova, ma pure le anomalie in casa Conforto su Viale Giulio Cesare e poi una spilla come indizio, se non proprio una prova provata, inventariata dagli inquirenti col 731 tra i 1.115 reperti scovati nell’appartamento del capo brigatista  Mario Moretti.

Stranamente nel dimenticatoio: “un distintivo a forma di scudo in metallo giallo con la scritta ‘Allied Naval Forces Couthern Europe’”, un distintivo americano della massima carica militare della Nato in Europa.

Mica un caso. Da qui la domanda, valutati nel libro i buchi nel  Memoriale Moro  e il senso della ‘linea della fermezza’  nella trattativa Stato-BR:  perché Aldo Moro è stato ucciso?  Gli autori dell’inchiesta s’affidano alle parole di Bettino Craxi (a lui pure il prologo del saggio di controinformazione): “per rispondere a questa domanda – già nel 1978 ripeteva l’esiliato presidente socialista –  bisognerebbe innanzitutto sapere chi sono le Brigate Rosse e poterle localizzare.

A mio avviso, i capi dei brigatisti o sono inseriti in strutture elevate della compagine statale o vengono quindi ‘coperti’ dall’alto, oppure le loro imprese sono dirette dall’estero. Propendo per la seconda alternativa”.

Le pagine di  Valtolina  e  Fiorentini  si dimostrano utili, quantomeno nella comprensione di manovre tetre e sotterranee, ma pure di distinguo e differenziazioni nella galassia dell’estremismo di sinistra, nella veste rinnovata ad uccidere fino al  2002  (giuslavorista  Marco Biagi).

Ma se per l’ex Aut. Op. (San Lorenzo in Via dei Volsci) il libro si presta come post-datata e sibillina resa dei conti interna (definite le BR come “una brutta copia della elitaria setta di massoneria”), gli autori prendono però le distanze sia dalla sempre più gettonata rivisitazione dell’agguato mortale di  Via Fani  che dalla ricostruzione del grande complotto: dopo 55 giorni di prigionia non sarebbe stata l’America, tantomeno la volontà dell’ex Sottosegretario di Stato  Henry Kissinger  a decretare la fine di  Aldo Moro.

E allora chi? La spy-story continua.