Acido urico e calcoli renali

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Tra gli integratori utili il fillanto, l’erba spaccapietra

Monique Bert – Naturopata

L’acido urico non è amico della nostra salute: può devastarci articolazioni, organi vitali ed essere concausa di patologie che inficiano la qualità della nostra vita, come il diabete o la psoriasi. Come proteggersi? “A volte regolare l’alimentazione in maniera tale da modulare un’adeguata produzione di acido urico, può non essere sufficiente, soprattutto se abbiamo bisogno di un risultato veloce in tempi brevi. Ad esempio in caso di concomitante patologia cardiaca, potrebbe essere urgente favorire il processo di eliminazione di acido urico” spiega la naturopata Monica Bertoletti, Naturalmente Sani, alias Monique Bert, creatrice del gruppo fb Medicina Evolutiva, Naturopatia e Detox, nonché coautrice di Tiroide Approccio Evolutivo, gruppo fb fondato dal dr. Andrea Luchi.

INTEGRATORI: A OGNUNO IL SUO

“Gli integratori sono una risorsa importante,- afferma la naturopata – ma vanno saputi usare, perché in taluni casi potrebbero fare più male che bene. Ciascuno ha la sua problematica uricemica. Una persona che ha difficoltà glicemiche, ad esempio, richiede un aiuto sia per eliminare acido urico che per modulare al meglio la glicemia, a differenza di chi ha un turn over cellulare accelerato, che necessita di un antinfiammatorio e un antiossidante, oltre che di un aiuto anche per uso esterno, per lenire la cute, andando anche a salvaguardare l’integrità cellulare e neutralizzando i fattori capaci di velocizzare l’invecchiamento dei tessuti.

ALCALINIZZARE

L’acidosi tissutale è una condizione pro infiammatoria che dà una spinta al turnover cellulare e aumenta la produzione di purine endogene. Per interrompere il fenomeno è necessario alcalinizzare il ph della matrice extra cellulare, il reticolo che avvolge le cellule e le mette in contatto fra loro. In questa trama si accumulano le scorie acide, che devono essere smaltite prima di intossicare le cellule accorciando il loro ciclo vitale. Alcuni integratori basificano la matrice extra cellulare arrestando la degenerazione tissutale, che ha come conseguenza anche la produzione di acido urico.

Il miei integratori preferiti per sostenere il processo di deacidificazione sono il rimedio nr 34 di Labor Villa Stoddard, insieme alla glutammina e ALKAFLOR di Avd Reform.

IL FILLANTO

Una pianta umile e molto utile per varie situazioni, che aiuta anche l’eliminazione dell’acido urico, è il Fillanto. Elimina i frammenti di calcoli dopo l’intervento di litotrissia e ne previene le recidive. La sua assunzione si è dimostrata priva di effetti avversi significativi, oltre che in grado di aumentare l’escrezione urinaria di magnesio e potassio: da cui la riduzione dei livelli di ossalato urinario e acido urico nei pazienti con iperossaluria e iperuricosuria. Il consumo di Phyllanthus niruri contribuisce inoltre all’eliminazione dei calcoli urinari. Raccomandazione: evitate il fai-da-te con piante “spaccapietre” come questa!

EMOZIONI

In questa patologia c’è una componente importante legata alle emozioni. Rabbia inespressa, tensioni, preoccupazioni costanti, sono condizioni che portano all’aumento immediato della contrattilità muscolare e una ovvia riduzione del diametro dei canali di drenaggio renali che normalmente funzionerebbero in modo efficiente.

IN PREVENZIONE E IN ACUTO

Si può inoltre utilizzare un rimedio fitoterapico come Labor Villa Stoddard nr 16: consente un’ottima prevenzione ed è di aiuto anche nell’acuto di una colica (NON FATE DA SOLI): la miscela agisce sugli stati infiammatori e infettivi delle vie urinarie, sia nella forma acuta che in quella cronica. Aiuta a lenire coliche iniziali, a sciogliere e ad espellere con le urine i calcoli.

E’ un vasodilatatore del circolo renale e facilita la ripresa delle varie funzioni del rene dopo una colica. E’ un’ottima terapia di prevenzione per chi è predisposto ai calcoli, riporta l’equilibrio fra cristalloidi e colloidi ed è indicata per calcoli renali, uretrali, vescicali, renella e cristalloidi di tutti i tipi, con e senza ematuria, e anche nella prevenzione nella formazione di calcoli.

Importante usare anche il magnesio e la k2, ma in un’ottica terapeutica personalizzata. In una condizione di calcolosi renali bere è sicuramente fondamentale, evitare come la peste i latticini.

IL BAGNO BASICO

Per ridurre l’acido urico e basificare, non smetterò mai di sottolineare abbastanza quanto sia di aiuto, per uso esterno, il BAGNO BASICO. Si prepara così: per ogni litro di acqua occorre un cucchiaio di bicarbonato di sodio scarso. In una vasca ne serve mediamente un kg e il bagno deve durare almeno un’ora, aggiungendo acqua calda se si raffredda.
In alternativa fare un PEDILUVIO BASICO per almeno mezz’ora. Molto utile anche per emicranie, altri dolori improvvisi, naturalmente anche crampi e stiramenti muscolari. Il pediluvio deve essere caldo o molto caldo, attira velocemente gli acidi verso i piedi.

Oppure si possono fare degli strofinamenti, nel senso del sistema linfatico (verso il cuore), con una pezza di spugna, partendo dalla pianta dei piedi, fino alla radice dei capelli.
In tutti i casi, dopo gli sfregamenti o i bagni, non si deve sciacquare.

Questo permette il formarsi di un “tappetino basico” che per diverse ore eliminerà, per osmosi, scorie acide dall’organismo.
L’utilizzo costante della terapia basificante- conclude la naturopata – può anche fare ricrescere i capelli che sovente possiamo perdere per un eccesso di acidi stoccati nell’organismo che hanno esaurito le riserve minerali”.

 a cura di Miriam Alborghetti