MAURIZIO MARTUCCI: “ADOLESCENTI A RISCHIO HIKIKOMORI? IL DIGITALE È LA DROGA 2.0”

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“LO STUDIO DEL CNR CERTIFICA CHE LA CAUSA PRINCIPALE È L’IPERCONNESSIONE. LA POLITICA S’È RESA COLLABORAZIONISTA DELL’ASSALTO AI NOSTRI FIGLI, RENDENDO LE SCUOLE COME LABORATORI DI INGEGNERIA SOCIALE DOVE LA DIGITALIZZAZIONE DELL’ESISTENZA È LA VISIONE DOMINANTE”.

In merito al fenomeno degli hikikomori e al recente studio del Cnr che documenta un crescente quanto preoccupante isolamento sociale degli adolescenti è intervenuto Maurizio Martucci, scrittore e giornalista che da molto tempo conduce inchieste indipendenti sui potenziali rischi sanitari e sociali della transizione digitale e del transumanesimo.

“La recente ricerca del Cnr – ha detto Martucci in una intervista rilasciata al canale televisivo Byoblu* – certifica come il digitale non è più soltanto il rifugio ex post per quanti sentano il bisogno di isolarsi dal mondo circostante, ma in realtà è la causa stessa, la causa principale abbinata alle politiche emergenziali applicate dal 2020 in poi. La transizione digitale può essere messa sotto accusa per il semplice fatto che si stanno capovolgendo letteralmente i piani, sostituendo la realtà reale con quella virtuale”.

Ad essere colpiti sono proprio i nostri figli, i nativi digitali, non a caso definiti generazione Z. “Nella fine della scorsa legislatura – ha spiegato Martucci – la 7^ Commissione del Senato aveva sottolineato, attraverso un’analisi di indagine, dove erano stati auditi una serie di psicologi, sociologi, antropologi, pedagogisti, come i nostri giovani siano letteralmente drogati, di questa che è una droga 2.0. Nella parte finale di questa indagine conoscitiva si parla di giovani schiavi, resi “drogati” e “decerebrati” in riferimento agli studenti italiani. Ossia i nostri figli, i nostri nipoti, il nostro futuro. In sostanza avanza l’Intelligenza artificiale e arretra, o addirittura arranca, l’intelligenza umana. Noi stiamo assistendo ad una vera e propria ondata, uno tsunami a 360 gradi di una nuova visione del mondo che ci viene imposta dai guru della Silicon Valley. Abbiamo Elon Musk che assume delle vere e proprie sembianze istituzionali, essendo diventato una sorta di presidente ombra del secondo mandato di Trump. E poi abbiamo i vari Zuckerberg, i vari Bezos, i vari Gates, che entrano ed escono dalle nostre stanze istituzionali, sottoscrivono accordi faraonici”.

Gli effetti della digitalizzazione, ha sottolineato Martucci, non sono soltanto mentali ma anche fisici. Nel caso in cui il governo concludesse la trattativa con Starlink di Elon Musk, una trattativa quinquennale dal peso di 1, 5 miliardi di euro per il 5G dallo spazio, verremmo irraggiati oltre che dalle antenne via terra, anche dai satelliti lanciati in orbita bassa quota.

“Questo significherebbe avere un irraggiamento permanente e rimanere in questo brodo elettromagnetico senza possibilità di fuga” con rischi per la salute, specie per i soggetti affetti da sindrome immuno-neurotossica altamente invalidante o soggetti ipersensibili, che secondo uno studio condotto in Svizzera, sarebbero il 10% della popolazione.

“Veniamo circondati da cose, da oggetti connessi e parlanti con l’utopistica illusione di trovarci in un futuro dove tutto diventa smart, dove tutto diventa più inclusivo e accessibile, mentre poi quella che viene minata è principalmente la nostra salute, la nostra sfera psicologica”.

Le scuole pubbliche della città americana di Seattle – ha ricordato Martucci – hanno fatto causa ai giganti dei social media (Meta che controlla Facebook, Instagram, WhatsApp, Google per YouTube, TikTok dell’azienda cinese ByteDance, e Snap, la società che controlla SnapChat).

Le scuole, un centinaio con circa 50mila studenti, hanno detto di non poter fare il proprio lavoro perché gli studenti soffrono d’ansia, depressione e altri problemi legati all’utilizzo eccessivo dei social. “Insomma, stiamo assistendo ad un vero e proprio eco-scempio portato avanti nel nome della transizione digitale” ha concluso il Maurizio Martucci nel suo intervento su Byoblu.

Per fare chiarezza su questo tema cruciale per il nostro futuro, ho posto alcune domande a Martucci. Gli studi da tempo evidenziano che l’uso di dispositivi digitali impatta sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti con risvolti molto preoccupanti.
Stanno esagerando?
“Affatto. Sono solo la cartina di tornasole di un sistema che sta implodendo dalle fondamenta, cioè dalle giovani generazioni che invece di essere chiamate a mantenere viva la fiamma della civiltà umana sono destinate a ricoprire un ruolo fondamentale nella distopica post-modernità transumana. Chi sta esagerando sono gli indifferenti, cioè quanti fanno finta di non accorgersi della degenerazione in atto e poi la classe politica, asservita a poteri che vedono la vita biologica e naturale come un problema da risolvere digitalmente”.

La politica sta facendo qualcosa per contrastare questa deriva che investe i nostri figli?
“Tutt’altro, la incoraggia, dalla Buona Scuola di Renzi alla Scuola 4.0 della Meloni-Draghi è stato un susseguirsi decennale di aberranti politiche lobbiste asservite alla visione transumana della Silicon Valley, la politica s’è resa collaborazionista dell’assalto ai nostri figli, rendendo le scuole come laboratori di ingegneria sociale dove la digitalizzazione dell’esistenza è la visione dominante. E pensare che dovremmo essere la culla della cultura romana, occidentale, del mos maiorum, mentre ci vogliono avatar nel metaverso”.

Ultima domanda: poiché il problema è di ordine sociale, cosa può fare un genitore da solo per salvare i propri figli? “Moltissimo, anzitutto non delegare la propria funzione pedagogica ad uno Smartphone oggi e magari domani ad un robot o all’Intelligenza artificiale. Quando ci dicono che il problema è nella famiglia non è solo nei modelli educativi scomposti che si tramandano ai figli, ma soprattutto – nel mondo di oggi – l’assenza di una visione critica verso la transizione digitale, dal Wi-Fi ai tablet: se tutto viene preso come oro colato dalle famiglie, poi non meravigliamoci se i nostri figli faranno la fine di una rana bollita, felici di friggere nel nome di un futuro che prima non c’era”.