Le bugie dell’industria alimentare al Tg2

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Animal Equality - galline in gabbia- bugie industria alimentare

Animal Equality : il 55% delle galline ovaiole vive in gabbia.

Mercoledì 23 ottobre, le immagini realizzate dagli investigatori di Animal Equality in un allevamento di galline ovaiole in Lombardia, sono andate in onda in diretta Tg2 Lazio nel corso di un dibattito a cui hanno partecipato il giornalista Pergiorgio Giacovazzo, presente durante le riprese nell’allevamento, e Rolando Manfredini, Responsabile Sicurezza Alimentare di Coldiretti.

Il tema centrale del dibattito è stata la sicurezza alimentare, ma l’industria continua a raccontare bugie ben lontane dalla realtà degli allevamenti in Italia. Il servizio di apertura inizia affermando che “la carne avicola e le uova sono due eccellenze agroalimentari del nostro Paese, fatte di produzione di qualità ed un’importante rete di allevamenti BIO a filiera certificata.

Il dibattito è partito dall’assunto, del tutto infondato, per cui tutto ciò che viene prodotto in Italia è necessariamente un’eccellenza agroalimentare, che Animal Equality ha più volte smentito tramite investigazioni e inchieste riguardanti noti marchi simbolo del Made in Italy.

Ma la menzogna più grande è stata un’altra : Manfredini, dopo il servizio in cui venne mostrato un allevamento considerato virtuoso – ovvero, un allevamento Bio e all’aperto – ha affermato che la “stragrande maggioranza degli allevamenti è di questo tipo“.

Animal Equality

Bugie smascherate: i veri numeri sulle uova italiane.

È l’ennesima bugia che l’industria vuole propinare ai consumatori. I dati sul numero delle galline allevate in Italia parlano chiaro: su 39 milioni di galline allevate per le uova, secondo i dati ISMEA, il 55% viene ancora allevato in gabbia e solo 11% con metodo biologico e all’aperto.

Cosa significa per le galline vivere in gabbia? Crudeltà. Insita nel sistema di produzione delle uova, un sistema che sfrutta la maternità delle galline e che condanna a morte milioni di pulcini maschi ogni anno. Lo spazio disponibile per ognuna di loro è pari a un foglio A4. Sono private del becco, ricoperte di ferite e ulcere. Perdono piume sul corpo e sulle ali e si a continuo contatto con i loro escrementi che mai vengono tolti.

Uova o ovoprodotti, dove sta la sicurezza?

Cosa significa per i consumatori acquistare uova di allevamento? Pericolo per la salute, vista la poca igiene riscontrata nelle gabbie. Le galline sono costrette a camminare sui corpi delle compagne morte, perché spesso i cadaveri non vengono raccolti ma lasciati in putrefazione in mezzo agli animali vivi.

Il servizio del Tg2 Italia si chiude con una frase: “l’allevamento in gabbia sta scomparendo, almeno per quanto riguarda le uova vendute sugli scaffali dei supermercati“. Cosa vuol dire questa frase?

La produzione italiana di uova si attesta su oltre i 12,2 miliardi di uova pari a circa 772 mila tonnellate di prodotto. Bisogna considerare che il 40% di queste non è venduto sotto forma di uova intere sullo scaffale del supermercato o del negozio, ma è utilizzato dall’industria alimentare sotto forma di ovo-prodotti: liquidi, concentrati, disidratati, congelati, cristallizzati, surgelati utilizzati nella produzione di gran parte degli alimenti in commercio.

Sembrerebbe dunque che l’industria, accortasi che le persone comprano più facilmente uova fresche provenienti da allevamenti a terra, all’aperto o biologici, proporre sempre più spesso questi prodotti per la vendita diretta mentre destinerà le uova prodotte dalle galline in gabbia alla preparazione degli ovoprodotti.

Non interessa la salute degli animali ne quella dei cittadini ma solo la massima capitalizzazione. Un’ipocrisia senza fine, testimoniata da chi vuole farci credere che il frutto di un animale senza diritti, possa essere chiamata “eccellenza”.

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